Sánchez Pérez-Castejón, Pedro. – Economista e uomo politico (n. Madrid 1972). Laureatosi in Scienze economiche e imprenditoriali presso la Universidad Complutense nel 1995, addottorato in Politica economica dell’Unione europea alla Université libre di Bruxelles nel 1998, dal 1993 milita nelle fila del Partido socialista obrero español (PSOE). Consigliere della giunta municipale di Madrid dal 2004 al 2009, nello stesso anno è stato eletto deputato; nominato alla segreteria del PSOE nel luglio 2014, a seguito della crisi interna attraversata dal partito durante la grave fase di stallo politico apertasi dopo le elezioni legislative del gennaio 2016 si è dimesso dalla carica nell’ottobre successivo, isolato dal PSOE per il suo rifiuto ad appoggiare il ritorno in carica di M. Rajoy dopo due consultazioni generali che non avevano assegnato alcuna maggioranza netta. Convinto oppositore di Rajoy, S. è stato rieletto alla guida del partito nel maggio 2017, e nel giugno dell’anno successivo, dopo le dimissioni del premier motivate dalla condanna per corruzione del Partito popolare (PP), gli è subentrato nella carica. Nonostante nel suo programma politico fossero centrali misure urgenti quali il ripristino di una piena libertà di informazione, la difesa dei diritti sociali e civili e il livellamento delle vistose diseguaglianze economico-sociali che lacerano il Paese, nel febbraio 2019 il premier è stato costretto a sciogliere le camere e a indire nuove elezioni, a seguito della bocciatura della legge di bilancio, respinta dal Partito popolare, da Ciudadanos e dagli indipendentisti catalani, che avevano posto come condizione per non votare contro la legge che il governo acconsentisse a negoziare per l’autodeterminazione della Catalogna. Le consultazioni, svoltesi nel mese di aprile con un'affluenza alle urne del 75,7%, hanno assegnato la vittoria al PSOE (28,7% dei voti, 123 seggi), seguito da Unidos podemos (14,3%, 42 seggi), per un totale di 165 seggi, che non hanno comunque garantito al blocco delle sinistre di raggiungere la maggioranza assoluta. Le elezioni europee svoltesi nel maggio 2019 hanno confermato l'affermazione del PSOE di S., che ha ottenuto il 32,8% dei suffragi, precedendo il Partito popolare (20,1%), i centristi di Ciudadanos (12,2%) e la sinistra radicale di Unidas Podemos (10%). Nel luglio 2019, anche in ragione del mancato appoggio della sinistra di Unidas Podemos, il premier non è comunque riuscito a ottenere la fiducia necessaria a formare un governo; confermata da un'altra tornata di consultazioni svoltasi nel mese di settembre l'impossibilità di dare vita a un nuovo esecutivo, le nuove elezioni tenutesi a novembre hanno ribadito lo stallo, con il PSOE di S. che si è affermato come primo partito con il 28% dei suffragi e 120 seggi ma non ha ottenuto la maggioranza, mentre l'estrema destra di Vox si è aggiudicata il 15,1% dei voti e 52 seggi. Pochi giorni più tardi S. e il leader di Unidas Podemos P. Iglesias hanno firmato un’intesa per la formazione di un governo di coalizione; approvato nel gennaio 2020 dal Parlamento, il nuovo esecutivo è stato affidato alla guida di S., con Iglesias come vicepresidente fino alle dimissioni rassegnate nel marzo 2021; la sconfitta delle sinistre alle elezioni regionali del maggio 2021, alle quali il PSOE ha perso 13 dei 37 seggi detenuti in Parlamento e Unidas Podemos ha ricevuto solo il 7,2% dei consensi, pari a 10 seggi, ha indotto Iglesias a lasciare ogni incarico istituzionale e nel partito. La progressiva erosione dei consensi accordati alle forze di governo è stata confermata alle consultazioni regionali del giugno 2022, che nella regione a tradizione socialista dell'Andalusia hanno visto la netta affermazione del PP (43%) sul PSOE (24%), seguito dall'ultradestra di Vox (13,5%), e alle regionali tenutesi nel maggio 2023, a seguito delle quali le formazioni di centrosinistra hanno ceduto il controllo di alcuni centri urbani simbolo del loro modello di gestione, quali Valencia e Siviglia, al centrodestra e a Vox, inducendo l'uomo politico a rassegnare le dimissioni e a indire elezioni anticipate. Svoltesi a luglio, le consultazioni hanno registrato la vittoria del PP (33% dei voti, +47% rispetto al 2019, 136 seggi), che non ha comunque ottenuto la maggioranza assoluta, il forte ridimensionamento dell'ultradestra di Vox (12,3%, -19%), che si è collocata come terza forza del Paese, preceduta dai socialisti di Sánchez (122 seggi , 31,7%, +2% rispetto al 2019) e affiancata alla nuova formazione di sinistra Sumar (12,3%); a seguito del risultato elettorale, nel settembre 2023 l'uomo politico ha ricevuto l'incarico di formare un nuovo esecutivo.