LUNGIN, Pavel Semenovic
Lungin, Pavel Semënovič (noto anche come Lounguine, Pavel)
Regista cinematografico e sceneggiatore russo, nato a Mosca il 12 luglio 1949. Tra i più interessanti registi del nuovo cinema degli anni della perestrojka (rinnovamento), alle soglie della dissoluzione dell'Unione Sovietica si è rivelato nel 1990 con il film Taksi bljuz, noto con il titolo internazionale Taxi blues, che gli ha valso il Premio per la regia al Festival di Cannes.
Figlio del regista Semën L′vovič, ha studiato linguistica strutturale e matematica all'Università di Mosca, per poi iscriversi alla scuola di cinema di Mosca e diplomarsi in sceneggiatura. Fra il 1974 e il 1989 ha scritto sceneggiature per varie produzioni sovietiche (Vsë naoborot, 1981, È tutto al contrario, di Vitalij Fetisov e Vladimir A. Grammatikov; Nepobedimyj, 1983, L'invincibile, di Jurij Boreckij; Poputčik, 1986, Il compagno di strada, di Ivan Kjasašvili; Christiane, 1991, I cristiani, di Dmitrij Zolotuchinov). Ha esordito nella regia con il film Taxi blues, scrivendo egli stesso la sceneggiatura, la storia dello strano incontro fra un sassofonista ebreo alcolizzato e un tassista violento e antisemita. Film di solido impianto narrativo, girato con stile sincopato in una inedita Mosca notturna, popolata da personaggi marginali e stralunati, offre un ritratto livido di una umanità, di una città e di una nazione, in pieno disfacimento. Nel film successivo, Luna park (1992), viene replicato lo schema della strana amicizia ‒ questa volta fra un giovane naziskin, violento e ignorante, e un colto musicista ebreo, forse suo padre ‒, coniugando in modo originale il cinema d'azione di tipo americano con la sconsolata, ma ironica, descrizione di un Paese in preda al caos e all'anarchia. Dopo alcuni documentari prodotti dalla televisione francese (Gulag. Le secret du bonheur, 1991; Nice. La petite Russie, 1993; Les Inuits. Un peuple en trop, 1994), è tornato al cinema di finzione con Linija žizni, noto anche con il titolo Ligne de vie (1996; La vita in rosso), una satira senza mordente della mafia russa. L., spesso residente in Francia, sembra muoversi nella caotica realtà russa con lo stesso disorientamento del protagonista del suo film, giovane francese catapultato in una realtà di cui non comprende né le ragioni né i mutamenti. Svad′ba, noto anche con il titolo La noce (2000; Le nozze), è un chiassoso film corale imperniato sul matrimonio fra una bella ragazza che ritorna arricchita da Mosca e un giovane di provincia esperto solo nell'innocente arte di arrangiarsi. Corruzione, mafia, ubriachezza, assenza di valori morali: potrebbe risultarne una caricatura moralistica dei mali della nuova Russia. Con toni satirici e grotteschi, un umorismo nero e assurdo e tocchi comici indiavolati molto lontani dal 'blues' del primo film, L. tenta invece di offrire un ritratto spensierato e insieme malinconico, talvolta folcloristico nel suo ostentato vitalismo, della vecchia Russia di provincia che rifiuta le lusinghe illusorie del neocapitalismo. Il formidabile cast (attori professionisti e abitanti del villaggio in cui è stato realizzato il film) ha ottenuto una menzione speciale al Festival di Cannes. Il fratello Evgenij (nato a Mosca nel 1960), dopo studi di teatro a Mosca si è stabilito in Francia, dove ha scritto per la radio e per la televisione; traduttore di romanzi e regista di documentari, si è fatto apprezzare alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes per il film Angely v raju (1993, Angeli in paradiso), arrabbiata storia di adolescenti sbandati nella Leningrado 'etilica' e plumbea degli anni Settanta.
Novejšaja istorija otečestvennogo Kino 1986-2000, I, Kinoslovar′, 2° vol., Sankt Peterburg 2001, ad vocem.