FRANCO, Pasquale
Nacque a Lecce il 23 maggio 1852 da Gregorio, proprietario terriero, e dalla nobildonna Giuseppa Perrone. Dopo aver completato gli studi superiori nella città natale si iscrisse alla facoltà di scienze naturali dell'università di Napoli. Nel 1874, dopo la laurea, divenne assistente di geologia e mineralogia applicata, prima presso la scuola di ingegneria e dal 1875 presso l'università di Napoli. Sempre nell'ateneo napoletano conseguì nel 1881 la libera docenza in mineralogia e nel 1886 divenne professore titolare nella facoltà d'ingegneria. In seguito conseguì anche la laurea in medicina e chirurgia. Insegnò geologia nell'università di Napoli e mineralogia e geologia nella Scuola di agricoltura di Portici. Assiduo studioso di vulcanologia, ne divenne uno dei maggiori esperti affiancando gli studi teorici e di laboratorio alle ricognizioni nelle aree vulcaniche vesuviane.
Morì a Napoli il 30 genn. 1907.
Nei primi anni Ottanta diede inizio alla sua attività pubblicistica con un trattato (Elementi di mineralogia e geologia, Napoli 1883) nel quale vennero incluse, secondo la classificazione bibliografica del Consiglio nazionale delle ricerche, anche la petrografia e la stratigrafia.
Numerosi sono gli studi, i rilievi e le esplorazioni che il F. dedicò all'area vulcanica partenopea. Le osservazioni sul campo abbinate alle ricerche e agli esami di taluni dipinti delle città di Ercolano e Pompei fecero del F. un esperto dell'antica morfologia del complesso vulcanico monte Somma - Vesuvio sul quale scrisse, a partire dal 1883, una serie di memorie: Memorie per servire alla carta geologica del monte Somma. Memoria prima, in Rend. dell'Accad. delle scienze fis. e matem. (Napoli), XXII (1883), pp. I-XIII. Attinenti al più specifico dominio della vulcanologia sono: Il Vesuvio ai tempi di Spartaco e di Strabone, in Atti dell'Accad. Pontaniana, XVII (1887), App., pp. 1-28, tavv. 2; Quale fu la causa che demolì la parte meridionale del cratere di Somma, in Atti della Soc. ital. di scienze naturali, XXXII (1889), pp. 65-95; Le sublimazioni saline dell'ultima eruzione vesuviana, in Rend. dell'Accad. delle scienze fis. e matem., s. 3, III (1897), pp. 192-196; Sulle fiamme recentemente osservate al Vesuvio, in Boll. della Soc. dei naturalisti (Napoli), XII (1898), pp. 70 s.; Ancora sul Vesuvio ai tempi di Spartaco e di Strabone, in Boll. della Soc. geologica ital., XVII (1898), pp. 76-80, in polemica con G. De Lorenzo, al quale il F. risponde. A sua volta il De Lorenzo replica e il F. risponde ancora scrivendo: Se il cono del Vesuvio esistesse prima del 79, sottinteso d.C., e cioè in riferimento alla celebre eruzione di quell'anno (ibid., XVIII [1899], pp. 41-44). Secondo il F., almeno in tempi storici, non vi erano state eruzioni del Vesuvio prima di quella del 79 d.C., in cui trovò la morte Plinio il Vecchio, prefetto della flotta a Porto Miseno, e che da lui prende il nome. L'assunto del F. era condiviso dagli studiosi suoi contemporanei mentre l'altra opinione, che cioè il cono del Vesuvio propriamente detto non fosse esistito prima di quella famosa eruzione, veniva contraddetta dal De Lorenzo. Peraltro le sue argomentazioni erano principalmente basate su rappresentazioni del complesso vulcanico in taluni dipinti pompeiani mentre il F. si riferiva a quanto aveva scritto il geografo greco Strabone il quale, essendo vissuto all'incirca fra il 50 a.C. e il 25 d.C., aveva avuto modo di vedere il vulcano prima della grande eruzione descrivendolo poi sulla sua ben nota Geografia. Sulla base di una così autorevole testimonianza il F. ritenne chiusa, testualmente, "qualunque discussione".
In seguito scrisse una lunga memoria relativamente a tutta la regione campana: L'attività vulcanica nella Campania secondo la tradizione e la storia, in Boll. della Soc. dei naturalisti, XVI (1902), pp. 260-288.
Nel corso di quelle da lui chiamate "escursioni" il F. ricercò, e da valente mineralogista e petrografo riconobbe o raccolse, innumerevoli campioni di rocce e di minerali anche fra i più rari. Sottopose i reperti ad analisi di laboratorio e dei suoi studi e conclusioni rese puntualmente conto completando così il panorama conoscitivo della zona vulcanica.
I suoi lavori minero-petrografici riguardano principalmente la fonolite, roccia vulcanica effusiva, le cui lastre presentano forte sonorità (da cui il nome); l'idrocràsia o idrocràsio, che in seguito ebbe il nome di vesuvianite o vesuviana; la mizzonite, l'ortoclasio e la leucite; il piperno, roccia trachitica utilizzata come pietrisco nella costruzione di strade e di ferrovie; la aftalosa, raro minerale vesuviano; il tufo vulcanico, roccia piroclastica che costituisce, in frammenti di dimensioni medie, i ben noti lapilli; l'anfibolo, termine comune dei membri della famiglia degli inosilicati; la sodalite (Fonolite trasportata dalla lava del Vesuvio nell'eruzione del 1872, in ibid., IV [1890], pp. 25-28; Studi sull'idocràsia del Vesuvio, in Boll. della Soc. geologica ital., XII [1893]; Sull'aftalosa del Vesuvio, Milano 1894; Sulle costanti geometriche dell'ortoclasia del Vesuvio e sulle costanti ottiche della mizzonite, ibid. 1895; Note mineralogiche: anfibolo e sodalite della trachite di Montesanto, augite, ecc., in Rend. dell'Accad. delle scienze fis. e matem., s. 3, I [1895], pp. 124-132; Sulla struttura lamellare della leucite, Napoli 1896; La lava vesuviana di luglio 1895, in Boll. della Soc. dei naturalisti, XI [1897], pp. 82-100; Il piperno, ibid., XIV [1900], pp. 34-52, tavv. 2; Il tufo della Campania, ibid., pp. 19-33).
Altri scritti del F. riguardanti aree diverse e di carattere vario sono: Di un trilobite rinvenuto negli scisti di Pazzano e dell'età di questi, Napoli 1881; Di alcuni fossili che occorrono nel calcare giurese di Visciano (prov. Caserta), in Rend. dell'Accad. delle scienze fis. e matem., XXIV (1885), pp. 30-34 e, in collaborazione con F. Guiscardi, Il terremoto d'Ischia del 1883, Napoli 1885.
Fonti e Bibl.: E. Scacchi, P. F., in Boll. della Soc. geologica ital., XXVI (1907), pp. CXXIII-CXXVI; Società ital. delle scienze naturali, Pubblicazione commemorativa del centenario, Milano 1957, p. 61; Bibliografia geologica d'Italia, G. D'Erasmo - M.L. Scadari, Campania, III, Napoli 1958, pp. 218 s.; M.L. Nicosia, Bibliogr. del Paleozoico italiano, Roma 1968, p. 48.