PAPUA NUOVA GUINEA
(v. nuova guinea, XXV, p. 56; App. II, II, p. 426; III, II, p. 289)
Già Territorio amministrato dalla Federazione australiana e costituito dall'unione della Papuasia e della Nuova Guinea, nel 1975 ha ottenuto l'indipendenza nell'ambito del Commonwealth. Si estende sulla sezione orientale dell'isola di Nuova Guinea (la cui sezione occidentale appartiene all'Indonesia) e comprende circa 600 piccole isole, tra cui l'arcipelago di Bismarck (con le isole principali di Nuova Britannia, Nuova Irlanda e Manus), la parte settentrionale delle isole Salomone (tra cui le isole di Bougainville e Buka), gli arcipelaghi Louisiade, d'Entrecasteaux e Trobiand. Il territorio è prevalentemente montuoso e coperto da fitte foreste di tipo tropicale. Il clima è caldo e umido per tutto l'anno, con elevate temperature e abbondanti precipitazioni.
Gli abitanti, che a una stima del 1991 risultavano 3.772.000, si distinguono in due ceppi etnici: quello melanesiano, per lo più insediato nelle aree costiere settentrionali, e quello papuasico, stanziato nelle aree montane dell'interno o nel Sud. Lingue ufficiali sono l'inglese, una varietà di pidgin-english e lo hiri-motu, ma si parlano molti idiomi. Circa il 90% della popolazione è cristiana (58% protestante, 34% cattolica). I centri urbani accolgono solo il 15,8% della popolazione; capitale è Port Moresby (193.242 ab. nel 1990).
L'economia è caratterizzata da una rilevante presenza del settore primario, che contribuisce per il 26% alla formazione del prodotto nazionale lordo e occupa circa il 66% della popolazione attiva (1991). Stime della Banca mondiale attribuivano al paese un reddito pro capite di poco superiore agli 800 dollari USA nel 1991. Principali colture commerciali sono caffè (che copre circa l'8,6% delle esportazioni), cacao, tè, arachidi e caucciù, mentre tra le colture destinate all'alimentazione hanno un certo rilievo patate dolci, manioca e riso; abbondante è la produzione di frutta tropicale.
Discrete sono le risorse del sottosuolo: in particolare rame, oro e argento sono i principali minerali esportati, ma non mancano riserve di gas naturale e petrolio, depositi di cromite, cobalto, nichel e quarzo. Assai debole è il settore industriale, che contribuisce solo per il 9,9% alla formazione del PNL, impiegando l'1,9% della popolazione attiva. Un certo incremento ha registrato, negli ultimi anni, il turismo (40.742 visitatori nel 1990), che tuttavia subisce gli effetti negativi dell'instabilità politica in cui si dibatte il paese.
Storia. - La scena politica di P.N.G., stato indipendente dal 16 settembre 1975, è stata in questo ventennio fortemente condizionata dal peso degli interessi particolari di clientele localistiche o etnico-tribali. Alla sostanziale debolezza dei governi e a un endemico tasso di corruzione della classe dirigente, si è accompagnata una situazione sociale caratterizzata da un altissimo grado di analfabetismo (48% di analfabeti fra gli adulti nel 1990, di cui 35,1% uomini e 64,9% donne) e da una crescente criminalità urbana.
Le prime elezioni politiche, tenutesi nel luglio 1977, videro l'affermazione di tre partiti principali (il Partito Pangu, Pangu Pati, che ottenne 39 seggi su 110; il Partito unito, 38 seggi; il Partito progressista del popolo, 18 seggi) e di alcuni raggruppamenti minori, legati alle diverse realtà etniche o regionali (melanesiana, papuana e dell'isola di Bougainville). I risultati portarono alla formazione di un governo di coalizione tra il Partito Pangu (il cui leader, M. Somare, aveva già guidato il governo ad interim dal 1972), il Partito progressista del popolo, guidato da J. Chan, l'Associazione Mataungan e il Gruppo di pressione Bougainville.
Sotto la guida di Somare fu realizzato un sistema di decentramento amministrativo che, a differenza del centralismo ereditato dall'amministrazione australiana, sembrava meglio corrispondere alle esigenze di un paese caratterizzato da un'estrema difficoltà nelle comunicazioni e nei trasporti, nonché da un bassissimo livello di coscienza nazionale dei molteplici gruppi locali (per quanto essi siano molto spesso culturalmente ed etnicamente vicini fra loro). In seguito alla minaccia di secessione dell'isola di Bougainville, economicamente importante per le sue ricche miniere di rame (settembre 1975), e alla conquista da parte di quest'ultima dell'autogoverno (luglio 1976), nel 1978 tutte le 20 province di P.N.G. furono dotate di governi provinciali, al cui interno operavano 160 consigli locali dotati di poteri fiscali e legislativi. Tale sistema tuttavia mostrò negli anni una certa debolezza, soprattutto nei consigli minori o più poveri, tanto che molti di essi furono costretti a ricorrere al sostegno del governo centrale, quando non furono definitivamente soppressi. La questione dell'isola di Bougainville si riproponeva a partire dal 1988. La forza del movimento separatista di guerriglia, e soprattutto il consenso di cui questo gode fra la popolazione dell'isola, ha infatti reso inefficace lo stesso intervento militare del governo (1990), e i numerosi successivi fallimenti dei negoziati di pace sono stati accompagnati da una crisi nei rapporti con le isole Solomon, accusate dal governo di P.N.G. di appoggiare il movimento separatista (aprile 1993).
Di fronte al grave problema della corruzione di gran parte del ceto politico del paese, Somare propose nel 1978 una serie di misure che costringessero i politici ad abbandonare ogni attività economica in proprio e a reinvestire i patrimoni in depositi bancari o in un apposito fondo pubblico da costituirsi. Tale proposta provocò la rottura con gli alleati del Partito progressista del popolo (marzo-ottobre 1978) e la costituzione, nel novembre, di un nuovo gabinetto Somare cui aderì anche il Partito unito. Ma i molti casi di corruzione che videro coinvolti membri del governo portarono alla caduta del gabinetto Somare in seguito a un voto di sfiducia parlamentare (marzo 1980), e alla formazione nello stesso mese di un nuovo governo di coalizione, guidato questa volta dal segretario del Partito progressista del popolo, Chan, cui aderirono il Partito nazionalista, il Partito unito e i due gruppi minori del Papua Besena (movimento nazionalista papuano) e dell'Alleanza melanesiana.
Con le elezioni del giugno 1982 si assistette al ritorno al governo del Pangu Pati (33 seggi, contro i 19 del Partito progressista del popolo, i 22 del Partito nazionalista, i 13 del Partito unito, gli 8 del Papua Besena e i 6 dell'Alleanza melanesiana), appoggiato dal Partito unito. Il tentativo del capo del governo Somare d'introdurre la legislazione già proposta nel 1978 contro la corruzione del ceto politico fallì di fronte al voto di sfiducia parlamentare del novembre 1985. Capo del governo fu allora eletto P. Wingti, che nell'aprile aveva capeggiato una scissione del Pangu Pati dando vita a un nuovo partito, il Movimento democratico del popolo. Wingti formò un nuovo governo pentapartito con il Partito nazionalista, il Partito progressista del popolo, il Papua Besena e il Partito unito. I provvedimenti del gabinetto Wingti contro la corruzione, attraverso l'istituzione di speciali commissioni governative, se portarono all'allontanamento dal governo di alcuni esponenti compromessi, non risolsero tuttavia la situazione di fondo; altrettanto inefficaci si dimostrarono le iniziative per ristabilire l'ordine pubblico.
Nel marzo 1987, con le nuove elezioni politiche, il partito d'opposizione, Pangu Pati, ottenne ancora una volta la maggioranza relativa (26 seggi contro i 18 del partito di Wingti). Ma le difficoltà incontrate da Somare nel creare una nuova coalizione portarono successivamente all'elezione a capo del governo di Wingti, il quale ancora una volta formò un gabinetto di coalizione con il nuovo Partito dell'azione del popolo, nato nel 1986, il Partito progressista del popolo, il Partito papua (ex Papua Besena), il Partito unico e il Partito nazionalista.
Nel luglio 1988, in seguito al grave scandalo che coinvolse T. Diro, un importante membro del governo, leader dell'Azione del popolo, il governo cadde per un voto di sfiducia del Parlamento. Ad esso si sostituì, nel luglio, un governo guidato dal nuovo leader del Pangu Pati, R. Namaliu (succeduto a Somare nel maggio), cui aderirono l'Alleanza melanesiana, l'Azione del popolo, il partito Papua, il Partito nazionalista e la nuova Lega per il progresso nazionale. Di fronte al problema dell'ordine pubblico, minacciato da una criminalità sempre più violenta e diffusa, nel 1993 è stata varata una legislazione fortemente repressiva, con misure che riducono le stesse libertà costituzionali di opinione e associazione.
Riguardo alla politica estera, il paese ha goduto fin dal 1975 di relazioni privilegiate con l'Australia, che gli ha fornito (insieme al Giappone) rilevanti aiuti finanziari. Ma la diminuzione, durante l'ultimo decennio, del sostegno economico australiano, lo ha spinto a sviluppare rapporti con altri paesi. Oltre che con l'Europa e gli Stati Uniti, sotto il governo Chan P.N.G. ha stabilito relazioni diplomatiche e accordi di cooperazione con la Cina, la Corea del Sud e l'ASEAN (Association of South-East Asian Nations), e nel 1986 ha avviato relazioni diplomatiche anche con l'URSS. Nel marzo 1987 ha inoltre sottoscritto un accordo sulla definizione delle rispettive acque territoriali con le Isole Solomon, dopo le contestazioni seguite a una serie di violazioni dei confini da parte di pescherecci papuani.
La questione più controversa rimane quella relativa alle aree di confine con l'Indonesia: nella zona indonesiana di Irian Jaya, abitata da comunità papuane, il movimento indipendentista Organisai Papua Merdeka, nato nel 1965, non ha mai cessato la sua attività di guerriglia, rivendicando l'indipendenza dall'Indonesia e l'unione con Papua Nuova Guinea.
Bibl.: S. Reed, The making of modern New Guinea, New York 1983; The status of border crossers from Irian Jaya to Papua New Guinea, Sidney 1985; W. Axline, Decentralisation and development policy: provincial government and the planning process in Papua New Guinea, Boroko 1986; H. Herderschee, Aid, investment, and trade within the Australian, Indonesian, and Papua New Guinean triangle, Nathan 1986; Bougainville: perspectives on a crisis, a cura di P. Polomka, Canberra 1990; M. Turner, Papua New Guinea: the challenge of independence, Ringwood 1990.