MERCURI, Paolo.
– Figlio di Vincenzo e di Barbara Battaglia, nacque a Roma il 20 apr. 1804.
Dopo aver trascorso l’infanzia a Marino, svolse la sua formazione a Roma a contatto con la temperie culturale neoclassica. Entrò alla scuola di incisione della Calcografia camerale, istituita nel 1738 presso l’ospizio di S. Michele: qui studiò dal 1816 al 1825 sotto la direzione di A. Ricciani e D. Marchetti; fondamentale fu per il M. lo studio degli affreschi vaticani di Raffaello, da lui riprodotti graficamente per l’insegnamento impartitogli da F. Giangiacomo. Contemporaneamente frequentò la libera scuola di disegno dell’Accademia di S. Luca, dove fu allievo di T. Minardi. Suo compagno di studi fu L. Calamatta, con il quale instaurò un duraturo rapporto di amicizia e collaborazione.
Durante gli anni di formazione realizzò le incisioni raffiguranti S. Eligio, L’Addolorata, L’Assunta, S. Firmina e S. Giuseppe. Nel 1824 incise dal vero il ritratto di Giovanni da Capestrano, eletto generale dell’Ordine francescano; nel 1874 lo stesso M. rielaborò la lastra del ritratto, come testimonia l’iscrizione autografa in calce al rame.
Della prima attività del M. vengono inoltre ricordate alcune opere pittoriche: Gesù che dona le chiavi a s. Pietro, la Madonna in gloria con s. Benedetto e s. Scolastica, il Sacro Cuore di Gesù, S. Mauro Abate e S. Scolastica per la chiesa di S. Germano in Terra di Lavoro e un S. Filippo Neri, un S. Luigi Gonzaga e un Cristo morto (1822) per la chiesa dell’ospizio di S. Michele (Ciampi; Aversano).
Terminati gli studi, il M. fu introdotto da Calamatta, trasferitosi a Parigi, alle prime commissioni. F. Feuillet, in viaggio a Roma, gli affidò la realizzazione di tre disegni (Il sogno, Democrito e gli Abderitani e L’aquila e lo scarafaggio) per una nuova edizione delle Fable di J. de La Fontaine e di un ritratto a penna di Niccolò Machiavelli, destinato a far parte di una raccolta di ritratti di uomini illustri (Ciampi).
Nel 1829 C. Bonnard lo incaricò di realizzare le tavole per il volume Costumes historiques des XIIe, XIIIe, XIVe siècles…; dopo aver svolto ricerche iconografiche viaggiando in Italia al seguito di Bonnard, il M. si trasferì nel 1830 a Parigi per concludere l’incisione delle tavole.
Realizzò 200 illustrazioni all’acquaforte, di impostazione neoclassica, ispirate alla pittura rinascimentale, in particolare ai dipinti di Gentile Bellini e di Vittore Carpaccio.
Dal 1830 al 1848 il M. visse e lavorò a Parigi, condividendo lo studio tra rue de Londres e rue d’Amsterdam con Calamatta. La produzione parigina del M. comprende un numero limitato di incisioni a bulino, soprattutto di piccolo formato; predilesse, infatti, una tecnica raffinata e laboriosa, che prevedeva numerose prove di stato.
Realizzò incisioni di traduzione di dipinti contemporanei. Nel 1831, su commissione degli editori Rittner e Goupil, eseguì l’incisione I mietitori nelle maremme pontine da un dipinto di L. Robert, pubblicata ne L’Artiste, e S. Amelia d’Ungheria da un dipinto di P. Delaroche: entrambe le incisioni, di piccolo formato, evidenziano la particolare perizia tecnica del M. e la finezza del tratteggio, che conferisce alle stampe un effetto pittorico. La S. Amelia, della quale sono note 32 prove di stato, ricevette la medaglia d’oro di prima classe al Salon di Parigi del 1838. Nel 1835 lo stesso A. Goupil commissionò al M. l’incisione dell’Esecuzione di lady Jane Gray, nuovamente da un dipinto di Delaroche, terminata soltanto nel 1858. Realizzò, inoltre, una serie di ritratti, destinati a essere pubblicati in volumi. Nel 1841 incise il Ritratto di Torquato Tasso su commissione dell’editore romano F. Salviucci per una nuova edizione della Gerusalemme liberata; nel 1843 realizzò il Ritratto di Cristoforo Colombo e nel 1845 di Madame de Maintenon da un dipinto di J. Petitot, su commissione di Paul de Noailles, autore di una biografia della nobildonna; nel 1846 incise il Ritratto del marchese di Condorcet per un’edizione dell’opera completa del filosofo, pubblicata dall’editore Didot l’anno seguente. Durante gli anni parigini il M. diresse in collaborazione con Calamatta, per incarico del sovrano Luigi Filippo d’Orléans, la collezione dei disegni e delle incisioni della Galleria di Versailles, realizzando anche alcuni disegni di statue antiche (Beraldi; Chiarini). Vengono inoltre ricordate le litografie La preghiera (1830) e Contadinella che difende un agnello (1830) e opere pittoriche, come Pia de’ Tolomei (1839), S. Margherita (1843), la Fedeltà e alcuni ritratti (Ciampi; Beraldi; Aversano).
Nel 1847 il M. fu nominato dal pontefice Pio IX, per intercessione di Minardi, direttore della Calcografia camerale e maestro di incisione presso la scuola dell’ospizio di S. Michele. Rientrato a Roma l’anno seguente, fu direttore della Calcografia dal 1848 al 1872, e codirettore con Tommaso Aloysio Juvarra dal 1872 al 1875, anno nel quale venne appositamente istituita per il M. la carica di presidente, con mansioni esclusivamente onorarie. Nel 1850 sposò Anna Maria Cenci.
Durante la sua lunga e operosa direzione della Calcografia, il M. ne incrementò il patrimonio di rami, soprattutto attraverso la promozione dell’attività interna, indirizzando le proprie scelte verso quegli autori e quei soggetti privilegiati dalla poetica purista: i quattrocentisti umbri, il primo Raffaello e il Raffaello delle Stanze Vaticane. Il più noto progetto formulato e realizzato dal M. riguarda, infatti, l’esecuzione di nuovi rami dedicati agli affreschi delle celebri stanze, in sostituzione di quelli di R. Morghen e G. Volpato, consunti dalle numerose tirature: le lastre calcografiche, realizzate secondo le indicazioni del M. in un formato maggiore, rispondono a un attento studio filologico. Il M., che si occupò anche della distribuzione degli incarichi per la realizzazione dei disegni, riservò per sé la realizzazione di quelli preparatori della Scuola di Atene e della Disputa del sacramento, poi non più delineati a causa dell’apoplessia che lo colpì nel 1859. Numerose altre opere monografiche furono realizzate, progettate e condotte a termine durante la direzione del Mercuri. Tra le altre, il Messale romano, relativo alle maggiori festività liturgiche dell’anno, i cui disegni furono tratti da opere di Raffaello o della sua scuola, la Cappella Niccolina da Beato Angelico, gli Ornati greci, romani e del secolo XV, gli Ornati della cappella Sistina. Furono realizzati i disegni e le relative incisioni tratte dagli affreschi minori delle Stanze Vaticane, gli Affreschi delle pareti della cappella Sistina, le Pitture della Galleria Vaticana, pubblicate in fascicoli a uso degli stranieri e infine l’edizione, nel 1861, del volume I cinque ordini di architettura civile di Iacopo Barozzi da Vignola. Il M. fu particolarmente sensibile anche ai problemi della conservazione e del restauro. Risalgono infatti alla sua direzione i primi esperimenti di acciaiatura, intervento finalizzato a restituire spessore alle lastre ormai logore, nonché le norme di conservazione delle lastre stesse. Intervenne inoltre sulla questione del restauro dei rami consunti o poveri di segno, ordinando la reincisione lungo i solchi originali dei rami ritenuti inutilizzabili.
Tra i suoi ultimi lavori si ricorda una Sacra Famiglia (Aversano) realizzata a Bucarest, dove si trasferì nel 1881 con la figlia Enrica e dove morì il 30 apr. 1884, ricevendo poi sepoltura nel cimitero monumentale del Verano a Roma.
Fonti e Bibl.: F. Gerardi, I mietitori delle maremme romane: incisione in rame del cav. P. M., Roma 1839; Id., S. Amelia: incisione in acciajo del cav. P. M., Roma 1839; O. Gigli, Il ritratto di Torquato Tasso, intaglio in acciaio del cav. P. M., Roma 1842; C. Le Blanc, Manuel de l’amateur d’estampes, III, Paris 1858, p. 12; I. Ciampi, P. M. incisore, Firenze 1871; Id., Vita di P. M. incisore, Roma 1879; Guida per visitare la Galleria e le sale della Insigne Accademia romana di belle arti denominata di S. Luca…, Roma 1882, p. 38; F. Spatafora, P. M.: discorso, Roma 1884; H. Beraldi, Les graveurs du XIXe siècle, Paris 1890, pp. 27-33; G. De Sanctis, Tommaso Minardi e il suo tempo, Roma 1900, pp. 151-154; E. Ovidi, Tommaso Minardi e la sua scuola, Roma 1902, pp. 248 s.; A. Melani, Nell’arte e nella vita, Milano 1904, pp. 274-278, 281, 290, 298; E. Ovidi, La Calcografia romana e l’arte dell’incisione in Italia, Roma 1905, pp. 64-66; G. Tomassetti, P. M., Roma 1909; A. Calabi, L’incisione italiana, Milano 1931, tav. CLXV; C.A. Petrucci, La Regia Calcografia di Roma, in Rassegna dell’istruzione artistica, V (1934), p. 59; Id., Incisione dell’Ottocento, ibid., VI (1935), pp. 12 s.; A. De Witt, La collezione delle stampe…, Roma 1938, p. 236; Id., Incisione italiana, Milano 1941, p. 176; A. Petrucci, L’incisione italiana: l’Ottocento, Roma 1943, pp. 4, 8; E. Pisano, Carte di P. M. donate all’Archivio di Stato di Roma, in Archivi d’Italia, XIV (1952), pp. 229-232; L. Aversano, P. M., Marino 1955; A. Petrucci, Gli incisori dal sec. XV al sec. XIX, Roma 1958, pp. 178-180; G. Sand, Oeuvres autobiographiques, Paris 1971, pp. 276 s.; P. Bellini, Storia dell’incisione moderna, Bergamo 1985, pp. 44, 472; S. Massari - F. Negri Arnoldi, Arte e scienza dell’incisione, Roma 1987, p. 262; L’Archivio storico dell’Istituto nazionale per la grafica. Calcografia, 1826-1945: catalogo, Roma 1994, pp. 11 s., 114 s.; M. Miraglia, I disegni della Calcografia: 1785-1910, I, Roma 1995, pp. 6-9; A. Lucarelli, Memorie marinesi, Marino 1997, pp. 107 s.; S. Bann, Parallel lines. Printmakers, painters and photographers in nineteenth-century France, London 2001, pp. 127-141; M. Chiarini, in I disegni italiani della Biblioteca dell’Accademia di Romania a Bucarest: catalogo generale, Firenze 2004, p. 242; A. Grelle Iusco, La Calcoteca e la sua raccolta di matrici incise, in La calcoteca dell’Istituto nazionale per la grafica con un excursus sulla raccolta di matrici incise, Roma 2004, pp. 68, 70-72; U. Thieme - F. Becker, Künsterlexikon, XXIV, p. 410; A. Pelliccioni, Dizionario degli artisti incisori italiani, Carpi 1949, p. 114; L. Servolini, Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1955, p. 256; G. Milesi, Dizionario degli incisori, Bergamo 1982, p. 226; P. Bellini, Dizionario della stampa d’arte, Milano 1995, p. 358.
E. Capparelli