FUSCO, Paolo
Nacque a Ravello agli inizi del sec. XVI da Alberto, di famiglia patrizia, e Luisa Setaro. Si indirizzò per tempo allo stato ecclesiastico e conseguì il dottorato in utroque iure. Per diversi anni fu vicario generale della chiesa metropolitana di Salerno e quindi esercitò la professione legale presso i tribunali di Roma.
Nel 1568 Pio V nominò il F. coadiutore di Ercole Tambosi, vescovo di Ravello, e alla morte di questo suo successore, il 25 sett. 1570. Il F. fu consacrato il 6 novembre successivo. Nel 1571 condusse la visita pastorale della diocesi e nel 1572 celebrò il sinodo diocesano.
Morto il vescovo di Sarno Vincenzo da Caperano, maestro del Sacro Palazzo, il 17 febbr. 1578 Gregorio XIII trasferì il F. a questo episcopato. Tra il 1581 e il 1582 il F. visitò la diocesi e vi celebrò il sinodo. Nella visita lo accompagnarono il domenicano Benedetto Cherubini da Norcia, teologo ordinario, Paolo Armagno, protonotario apostolico, e Domenico Bianco di Fano, in funzione di cancelliere. La visita esaminò i problemi suscitati dall'attrito tra il clero e l'università di Sarno circa il pagamento delle decime parrocchiali.
Il clero di Sarno non andava esente dalle insufficienze del tempo: cattiva formazione, scarsa istruzione, litigiosità e riottosità a sottomettersi alle direttive del vescovo. Le manchevolezze più gravi vennero riscontrate nei confronti della professione di fede e dell'amministrazione dei sacramenti, soprattutto quello della penitenza, sul quale i visitatori insistettero particolarmente.
Il modo di procedere del vescovo, mirante soprattutto ad accertare lo stato patrimoniale delle singole entità ecclesiastiche, sembra avesse lo scopo di definire con sufficiente chiarezza la situazione materiale della diocesi, a lungo sottoposta ad amministrazione commendataria. Come conseguenza, si giunse alla sconsacrazione di undici chiese irreparabilmente rovinate e all'accorpamento dei beni e degli oneri di diverse chiese periferiche in favore di altre più centrali o più importanti. Sotto il profilo pastorale, il F. insistette sulla preparazione dottrinale del clero, sulla sua efficienza e sulla corretta professione di fede.
Lo stato di salute precario impose al F. di farsi sostituire più volte, finché nell'ottobre del 1582 si ammalò gravemente e si recò a Ravello a curarsi presso la sua famiglia. Morì a Napoli il 27 apr. 1583 e fu sepolto nella chiesa di S. Severo.
Nel 1569 pubblicò a Venezia presso J.A. De Maria il Tractatus de praesentatione instrumentorum secundum formam ritus magnae curiae vicariae, opera del ravellese Marino Freccia, che egli ampliò con Additiones e dedicò ai patrizi napoletani Scipione e Cesare Freccia.
Nel 1571 curò la stampa, sempre a Venezia presso lo stesso De Maria associato a G. Comencini, di due opere di Sparano da Bari, pure corredate da sue aggiunte. La prima, Liber rosarii virtutum, et vitiorum, dedicata al cardinal G.A. Santori, prende in esame diverse virtù, quali la giustizia, la carità, l'obbedienza, l'amore e l'amicizia, la libertà, descrivendole nelle loro implicazioni personali e sociali e riprovandone i vizi contrari. L'argomentazione è condotta con taglio allo stesso tempo morale e giuridico. La seconda opera è intitolata Corpus legum et consuetudinum civitatis Barii.
Nel 1574, sempre a Venezia, il F. diede alle stampe presso A. Salicato Singularia in iure pontificio atque caesareo, un manuale di diritto, strutturato secondo voci disposte in ordine alfabetico per facilitarne la rapida consultazione e corredato in fine di un elenco degli autori citati.
Coronamento dell'opera di scrittore del F. e frutto della sua esperienza pastorale sono i due libri De visitatione, et regimine ecclesiarum, pubblicati a Roma da V. Bolani degli Accolti nel 1581. Ciascuno di essi è suddiviso in 33 capitoli, che affrontano tutti i problemi relativi non solo alla visita pastorale, ma anche al governo quotidiano della diocesi, prendendo in esame i diversi aspetti dell'attività del vescovo e le varie manifestazioni dell'organizzazione religiosa. Vi si tratta degli edifici sacri e delle loro suppellettili, dei capitoli, dei seminari, della predicazione e delle funzioni religiose, della residenza dei parroci e dell'amministrazione delle chiese non curate, della collazione dei benefici, degli istituti religiosi maschili e femminili, dei laici, delle biblioteche e delle tipografie.
Il disegno originario dell'opera era comunque più vasto. Nelle intenzioni dell'autore avrebbe dovuto presentarsi come una Summa dell'azione del vescovo, ispirata al dettato del concilio Tridentino. Alla fine del proemio del primo libro il F. offre il progetto dettagliato della materia che avrebbe dovuto essere organizzata in sei parti: le intenzioni che devono animare il visitatore; il governo delle chiese; la tecnica della visita; il rapporto fra i vescovi metropolitani e i loro suffraganei; la predicazione della fede; la predicazione della morale e i novissimi. L'opera rappresenta un tentativo di concretizzare le indicazioni generali teoriche date dal concilio di Trento con il fine di superare la letteratura moralistica ed edificante e giungere a proposte pastorali operativamente valide. In definitiva, come altri strumenti analoghi, assume l'aspetto di un manuale di giurisprudenza, che il vescovo possa consultare nella sua azione quotidiana di governo.
Forse il F., a causa della sua malferma salute, temette di non poter portare a compimento il progetto originario e volle pubblicare almeno la parte trattante la visita delle chiese. L'opera ebbe tre edizioni, due delle quali postume.
Fonti e Bibl.: L. Giustiniani, Mem. histor. degli scrittori legali del Regno di Napoli, II, Napoli 1787, pp. 57 s.; M. Camera, Mem. storico-diplomatiche dell'antica città e ducato di Amalfi, II, Salerno 1881, pp. 397 s.; A. Guerritore, Ravello e il suo patriziato. Notizie stor. e nobiliari, Napoli 1908, p. 92; S. Ruocco, Storia di Sarno e dintorni, I, Sarno 1946, pp. 335 s.; N. Cilento, Italia meridionale longobarda, Milano-Napoli 1966, pp. 74 s.; P. Caiazza, La trattatistica pastorale tra riforma cattolica e controriforma: il "De visitatione et regimine ecclesiarum" di P. F. (1581), in Campania sacra, X (1979), pp. 131-175; Id., Stato del clero nella diocesi di Sarno durante la visita pastorale del vescovo P. F. (1581), in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XXXIII (1979), pp. 80-94; G. van Gulik - C. Eubel, Hierarchia catholica…, III, Monasterii 1923, pp. 283, 293.