SCHIFF, Paolina
SCHIFF, Paolina. – Nacque a Mannheim il 28 luglio 1841. Il padre Sansone, nato nel 1807 da Samuele e Cgnuta Fuld, quinto di otto figli, si specializzò nella lavorazione dell’argento. Nel 1836 sposò Rosine Bernajs, che morì l’anno dopo lasciando un bambino di pochi mesi di nome Guglielmo. Si unì quindi in seconde nozze con Barbara Mayer, figlia di Maurizio e Amalia Friber, di professione cucitrice, con cui ebbe otto figli, tra cui la terzogenita Paolina.
Figura di spicco nel movimento delle donne otto-novecentesco, Paolina crebbe in una famiglia dalle idee laiche e liberali, che offrì ai propri figli una discreta formazione. I fratelli Guglielmo e Federico, rinomati per la produzione di opere in ferro, furono chiamati a lavorare nelle principali città europee. L’ambiente favorevole incoraggiò la giovane a sviluppare gli interessi e le inclinazioni di un carattere forte e deciso. Nel 1850 la serenità familiare fu turbata da problemi finanziari e il padre si trasferì a Trieste dove risiedeva suo fratello Leopoldo, commerciante. Lì Sansone lavorò per le chiese, le sinagoghe e per Ferdinando Massimiliano fratello dell’imperatore austriaco. La famiglia si ricongiunse nel 1852 e visse nel clima aperto e tollerante della città dove, tra l’altro, era insediata una vivace comunità ebraica.
Nel 1860 un nuovo spostamento condusse la famiglia a Milano, dove la giovane entrò in contatto con gli esponenti della democrazia lombarda e iniziò un’attività sociale, politica e culturale che non avrebbe più abbandonato. I temi della pace, del miglioramento della condizione femminile, delle classi popolari e lavoratrici furono tra i più importanti del suo impegno. Condividendo gli obiettivi del disarmo e dell’arbitrato internazionale, nel 1879 Schiff partecipò al secondo comizio della Lega di libertà, fratellanza e pace ed entrò nei suoi organi direttivi. L’incontro con Anna Maria Mozzoni, la pioniera del movimento di emancipazione femminile, era già avvenuto e nell’autunno del 1880, dopo la scomparsa di Salvatore Morelli, Schiff diede vita a un comitato per un monumento in ricordo del deputato. La raccolta di fondi partì con una sua conferenza sulla condizione giuridica delle donne, ma per l’opposizione del sindaco di Napoli, dove Morelli aveva vissuto, il busto non riuscì a trovare una collocazione.
Nel dicembre del 1880, insieme a Mozzoni e Cristina Lazzati, fondò la Lega per la promozione degli interessi femminili, il primo gruppo organizzato per chiedere il suffragio e la parità dei diritti. Pur essendo vicino ai democratici, il sodalizio criticò le riserve di alcuni esponenti dell’area verso le richieste delle donne e scelse l’autonomia. Schiff attraverso la Lega seguì l’azione delle operaie contribuendo a fondare il sindacato delle orlatrici e partecipò a vari incontri in Italia e in Europa, come quello di Londra del 1899, che prefiguravano l’avvento di un movimento transnazionale delle donne. Due conferenze sui temi della pace, dell’arbitrato e dell’antimilitarismo, svolte a Milano nel 1888 e nel 1890, fecero di lei l’antesignana del femminismo pacifista. Strinse legami di amicizia con Angelo Mazzoleni, con cui militò nella Lega di libertà, fratellanza e pace, e con Felice Cavallotti, al quale chiese consigli e appoggio in più occasioni.
Non risulta che come studentessa Schiff abbia conseguito una laurea presso l’Università di Pavia, ma dall’anno accademico 1886-87 tenne un ciclo di conferenze linguistico-letterarie presso la facoltà di lettere e filosofia dell’ateneo e, nel marzo del 1889, chiese la libera docenza in lingua e letteratura tedesca. La richiesta, nonostante l’intervento dell’onorevole Mazzoleni e del ministro Paolo Boselli, non fu accolta e iniziò una lunga vertenza che mostrò le resistenze del corpo accademico di Pavia, di Torino e Milano alle sue istanze. Pur di ottenere quanto chiesto, ricorse al Consiglio superiore dell’istruzione pubblica affermando di essere disposta a sostenere gli esami del caso. L’offerta venne rifiutata dalla facoltà pavese adducendo la mancanza di personale in grado di valutare la sua competenza scientifica. In una lettera del 5 maggio 1890 a Boselli, denunciò il trattamento che in quanto donna stava subendo e venne allora formata una commissione presso l’ateneo di Torino. Gli esaminatori, tra cui Arturo Graf, il 10 dicembre rilasciarono un giudizio impietoso sul suo profilo scientifico e la candidata si rivolse ancora al Consiglio superiore. Tra cavilli giuridici e burocratici, la libera docenza in lingua e letteratura tedesca le venne rifiutata, ma l’Università di Pavia le confermò l’insegnamento limitato alle regole grammaticali e a elementi di storia della letteratura. Dal 1893 insegnò anche presso l’Accademia scientifico-letteraria di Milano senza abbandonare il proposito di migliorare la propria posizione professionale. La vertenza si chiuse nell’agosto del 1901, quando il Consiglio superiore negò parere favorevole alle sue richieste. Salvo qualche interruzione, Schiff insegnò grammatica tedesca fino all’anno accademico 1924-25, collocandosi a lungo tra le prime cinque docenti universitarie della storia italiana.
Alla vasta produzione su riviste femminili, come La donna, Vita femminile e L’alleanza, Schiff affiancò quella di germanista con articoli su periodici specialistici. Nel 1881 diede alle stampe Il profugo, il suo unico romanzo più volte ristampato, e nel 1888 tradusse La malattia del secolo dello scrittore Max Nordau.
Nel frattempo la Lega per la promozione degli interessi femminili, non riuscendo a radicarsi sul territorio, esaurì l’attività. Tuttavia, per continuare l’azione rivendicativa, nel maggio del 1893 Schiff diede vita alla Lega per la tutela degli interessi femminili. All’iniziativa aderirono, tra le altre, Alessandrina Ravizza, Fanny Zampini Salazar, Ersilia Majno Bronzini e Linda Malnati, ma fecero mancare il loro appoggio Mozzoni e Anna Kuliscioff. La repressione che seguì ai moti del 1898 colpì anche la Lega per la tutela che fu sciolta e ricostituita poco dopo. Schiff ebbe varie occasioni di collaborare con Majno la quale, nel 1899 e sempre a Milano, aveva dato vita all’Unione femminile.
Se gli ultimi due decenni dell’Ottocento furono per Schiff i più impegnativi, ella non fece mancare il suo contributo all’istituzione di una cassa di maternità per le lavoratrici e alla battaglia suffragista che si intensificò in età giolittiana. Sostenne attivamente l’abolizione dell’articolo 189 del codice civile che vietava le indagini sulla paternità naturale, tra le campagne più difficili con cui si misurò il movimento, e partecipò al Comitato di propaganda per la riforma dell’articolo sorto nel 1896. Ricostituito su posizioni più avanzate nel 1907, Schiff fu nominata segretaria del Comitato centrale di propaganda per la ricerca della paternità lavorando accanto a giuristi, medici e riformatori di area liberale e socialista.
Fino allo scoppio della guerra mondiale il suo impegno nel femminismo fu inseparabile da quello per la pace e la vide contraria sia all’impresa coloniale italiana in Libia del 1911 sia al conflitto europeo. Ormai anziana non poté recarsi all’Aja, dove, nell’aprile del 1915, fu organizzato un incontro femminile pacifista, ma inviò un caldo augurio di buon lavoro alle convegniste. È probabile che la durata e gli eventi che caratterizzarono la guerra la indussero a un ripensamento sulla partecipazione italiana di cui però non si ha documentazione.
L’origine ebraica e le idee laiche degli Schiff si fusero insieme tanto che nella famiglia si celebrarono matrimoni misti, come quello tra la sorella Frida e Luigi Aliverti, avvenuto nel 1874. Dalla loro unione, nel 1887, nacque Ottavia che Paolina nominò sua esecutrice testamentaria.
Benché i rapporti di polizia la definissero coniugata, tra l’altro con Luigi Aliverti, marito della sorella, Schiff rimase nubile e non ebbe figli. Morì a Milano il 6 agosto 1926.
Opere. La donna e la legge civile. Conferenza tenuta a beneficio del monumento a Salvatore Morelli, Milano 1880; Il profugo, Milano 1881; L’influenza della donna sulla pace. Conferenza tenuta in Milano il 6 maggio 1888, Milano 1888; La Pace gioverà alla donna? Conferenza tenuta a Milano nel Ridotto della Scala, Milano 1890; Istituzione di una cassa d’assicurazione per la maternità. Conferenza tenuta a Milano nel Teatro Lirico il 9 giugno 1895, Milano 1895; Lo spirito della lingua tedesca, Milano 1896; Relazione sull’abolizione dell’Art. 189 codice civile, che vieta la Ricerca della paternità naturale, Pavia 1908; Intorno alcuni costumi presso gli antichi Germani, Pavia 1909-1910; Per la ricerca della paternità, in Lo Stato civile italiano, 1911.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio storico civico, Fondo Stato civile, Ruolo generale della popolazione 1835, vol. 2, Aliverti Luigi, vol. 53, Schiff Paolina; Archivio di Stato di Milano, Questura di Milano, Gabinetto, b. 108, f. Lega per gli interessi femminili; Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondo Felice Cavallotti, f. Paolina Schif; Pavia, Archivio storico dell’Università di Pavia, f. Schiff Paolina; Roma, Archivio centrale dello Stato, Fondo Crispi, b. 15, f. 332, Schiff Paolina; Ministero Pubblica istruzione, Direzione generale istruzione superiore, Biblioteche e affari generali, Archivio generale 1891-1895, 2a serie, Posizione 11, Liberi docenti, b. 182, Schiff Paolina; Archivio generale 1896-1910, 3a serie, Posizione 11, Liberi docenti, b. 172, Schiff Paolina.
F. Pieroni Bortolotti, Alle origini del movimento femminile 1848-1892, Torino 1963; Ead., Socialismo e questione femminile 1892-1922, Milano 1974; A. Buttafuoco, Questioni di cittadinanza. Donne e diritti sociali nell’Italia liberale, Siena 1995; F. Imprenti, Operaie e socialismo. Milano, le leghe femminili, la Camera del lavoro 1891-1918, Milano 2007; R. Nattermann, Vom Pazifismus zum Interventionismus. Die italienische Frauenrechtlerin Paolina Schiff (1841-1926), in Frauen und Frieden. Zuschreibungen, a cura di F. Dunkel - C. Schneider, Opladen-Toronto 2015, pp. 73-86; S. Bartoloni, Donne di fronte alla guerra. Pace, diritti e democrazia (1878-1918), Roma-Bari 2017, ad indicem.