PANCIATICHI
Famiglia pistoiese, trasferitasi nel sec. XVII a Firenze, dove nel 1816, divenuta erede dei beni e del nome degli Ximenes d'Aragona, inquartò la propria arme con quella di essi. I P., già potenti nel sec. XI, furono dal Duecento in poi una delle grandi casate magnatizie di Pistoia, la cui storia, nei secoli XIV, XV e XVI, è una triste sequela di lotte feroci con la famiglia rivale dei Cancellieri. I P. esercitarono con fortuna la mercatura, specialmente in Francia, dove accumularono immense ricchezze. Un Vinciguerra P., creato cavaliere da Filippo il Bello (1301), combatté per Uguccione a Montecatini (29 agosto 1315), e costruì in Pistoia quel magnifico palazzo P., che ebbe l'onore di ospitare papa Alessandro V (1409), Lorenzo il Magnifico (1478), il duca Alessandro (1533) e il granduca Francesco I (1579). Un Ridolfo P. fu capo della fazione avversa a Castruccio e ai Tedici e favorì la pace del 1329, che segnò la fine della libertà di Pistoia, e per la quale ottenne da Firenze di essere armato cavaliere a spron d'oro; un Martino P. recò da Popiglio la testa del traditore Filippo Tedici, e la gettò in Pistoia alla moltitudine, che ne fece scempio (1331). Palamidesse, Achille e Gualtieri P. si schierarono dalla parte di Carlo V e di Clemente VII, determinando la sconfitta di F. Ferrucci a Gavinana (3 agosto 1530).
Attestano la ricchezza dei P. le belle ville della Màgia, di Castelnuovo (Casale), di Quarrata, di Montebuono, della Smilea (Montale), di Cafaggio (val di Bure) e di Castel Martini; tutte nel territorio pistoiese.