OYAMA Ivao
Maresciallo giapponese, nato a Satsuma nel 1842, morto a Tōkyō nel dicembre 1916. Dopo avere preso parte attiva al rinnovamento politico-sociale iniziato dal Mikado (1868), fu inviato per studî militari in Europa. Trovandosi in Francia allo scoppio della guerra del 1870, ne colse occasione per osservare sul posto le operazioni della campagna. Assimilati i procedimenti della moderna arte militare si adoperò per introdurli nel Giappone, che ebbe in breve volgere di anni un esercito armato e addestrato alla maniera europea o, più esattamente, tedesca. Dopo aver contribuito a domare nel 1877 l'insurrezione reazionaria del suo clan di Satsuma, fu sottosegretario di stato agl'Interni, poi capo della polizia dell'impero (1879). L'anno seguente fu nominato ministro della Guerra e nel 1882 capo di Stato maggiore dell'esercito. Nel 1884 ritornò in Europa in missione a scopo di studî militari. Scoppiata la guerra cino-giapponese (1894) l'O. ebbe il comando di un corpo d'armata e fu suo merito la vittoria di Port Arthur. Conclusa la campagna, ebbe il grado di maresciallo dell'impero. Allo scoppio della guerra contro la Russia (1904) all'O. fu affidato il comando in capo dell'esercito operante. Alternando, secondo suggerivano le circostanze, l'offensiva e la difensiva strategica, riportò le vittorie di Liao-Yang e dello Sciaò, ebbe ragione nella battaglia di Sandepù della vigorosa controffensiva russa durante l'inverno, e batté infine il nemico attorno a Mukden, riducendo i Russi a dover chiedere la pace di lì a poco. Dalle forme diplomatiche cortesi, ma di estrema riservatezza, l'O. poté essere giudicato di temperamento apatico; ma la sua azione di capo in guerra prova che, in lui, lo spirito riflessivo non era di remora alle decisioni audaci. Dopo la guerra, accolto a Tōkyō con feste trionfali, tenne ancora per quattro anni la carica di capo di Stato maggiore dell'esercito, dalla quale si ritirò per volontarie dimissioni, giudicando di avere compiuto la propria missione.