LOERKE, Oskar
Scrittore e poeta tedesco, nato a Jüngen nella Prussia occidentale il 13 marzo 1884, morto a Berlino nel febbraio del 1941.
Della sua produzione in prosa ricordiamo i racconti: Vineta, 1907, e Der Prinz und der Tiger, 1922, ed i romanzi: Der Turmbau, 1920, e Der Oger, 1921, caratterizzati da un senso di sofferenza di fronte alla realtà della vita che andrà sempre più accentuandosi nella sua poesia, specialmente dopo il 1933. Di un misticismo chiuso e melanconico, essa non sdegna l'incanto del ritmo e l'abbandono alle forze paniche della natura: una estrema chiarezza di pensiero affinata dalla sofferenza, lo porta in un secondo tempo a sdegnare l'evasione fantastica per aderire sempre più alla realtà e trarne motivo di lotta contro "l'epidemia nazista".
Uguale è il ritmo con cui si susseguono le sue raccolte: Wanderschaft, 1911; Gedichte, 1916; Die heimliche Stadt, 1921; Der längste Tag, 1926; Atem der Erde, 1930; Silberdistelwald, 1934. Ricordiamo inoltre il saggio: Das unsichtbare Reich, 1935, legato al precedente Zeitgenossen aus vielen Zeiten, 1925, dalla figura di Sebastian Bach. Valore umano più che poetico hanno il suo diario scritto, In der Hölle, e il suo testamento spirituale Letzwillige Bitten für den Fall meines Todes, 1940.
Bibl.: H. Karack, Gedenkblatt für O. L. (Neue Rundschau, 1948).