ORLEANS
ORLÉANS (lat. Genabum, Cenabum)
Città della Francia centrale, capoluogo del dip. Loiret. O., oppidum dei Carnuti posto sulla sponda nord della Loira, nella pianta attuale rivela l'esistenza di uno schema a scacchiera piuttosto regolare che sembra risalire all'epoca della conquista romana (sec. 1° a.C.). Agli inizi del sec. 4°, il centro, che aveva assunto il nome di civitas Aurelianorum, divenne il capoluogo di una circoscrizione amministrativa i cui confini si perpetuarono, attraverso quelli della diocesi, fino alla Rivoluzione francese; il nucleo urbano era dotato di una cinta muraria dal tracciato quadrangolare, che venne rialzata in epoca carolingia per volontà del vescovo Gualtiero.Il primo vescovo di O., Diclopedus, è attestato intorno al 346. Un quartiere ecclesiastico si formò nel corso dell'Alto Medioevo nella parte nord-est della città, con le chiese di Sainte-Croix - che svolgeva le funzioni di cattedrale già prima del sec. 8° -, Notre-Dame-de-Bonne-Nouvelle, Saint-Pierre-Lentin, Saint-Etienne, talora considerata come la prima ecclesia episcopalis, e forse Saint-Jean-Baptiste, la cui ubicazione resta incerta; ancora all'interno della cinta le fonti segnalano le chiese di Saint-Pierre-en-Pont e di Saint-Pierre-le-Puellier.Nell'Alto Medioevo è attestata l'esistenza di due basiliche costruite all'interno di necropoli, situate al di fuori della cinta urbana, a E della città: la chiesa, citata in diversi testi del sec. 6°, dedicata a s. Aniano - il vescovo che, nel sec. 5°, aveva resistito agli Unni - e la chiesa di Saint-Euverte, che ospitava le spoglie del suo predecessore s. Evurzio (m. nel 388), leggendario fondatore di Sainte-Croix, non menzionata prima del 9° secolo. Questi due edifici dovettero ricoprire un ruolo decisivo nell'evoluzione urbana, determinando l'insediarsi nei loro pressi di nuclei importanti di popolazione.Verso O, sulla strada che conduceva a Châteaudun e a Tours, si sviluppò un borgo commerciale, detto bourg dunois, che nel sec. 11° venne dotato di una chiesa dedicata a s. Paolo. A N della città, ove si formò presso la strada che conduceva a Parigi l'assai attivo quartiere di Martroi, si trovavano anche Saint-Avit, citato nel sec. 6° da Gregorio di Tours (Hist. Fr., IX, 18; MGH. SS, I, 1, 1951, p. 432), e Saint-Michel, edificato all'interno di una piccola necropoli. All'angolo sudoccidentale della cinta muraria sembra essere esistito già nell'Alto Medioevo il ridotto destinato a proteggere il ponte sulla Loira.A seguito dell'incendio del 989, che devastò non solamente la civitas, ma anche i sobborghi posti a E di quest'ultima, si aprì una fase di rinnovamento e di ampliamento di O., sotto un duplice patronato regio ed episcopale. Con l'elezione di Ugo Capeto (m. nel 996 ca.) a re dei Franchi nel 987, O., luogo di origine della nuova dinastia, assunse il ruolo di 'capitale' regale fino a tutto l'11° secolo. In questo periodo il vescovo Arnolfo (970-1003) avviò la ricostruzione della cattedrale di Sainte-Croix; qualche anno dopo re Roberto il Pio (996-1031), oltre a molte nuove fondazioni, intraprese la riedificazione della collegiata di Saint-Aignan - di cui il sovrano era l'abate laico -, dell'antica abbaziale di Saint-Avit, trasformata in collegiata, e delle chiese di Saint-Pierre-en-Pont e di Saint-Pierre-le-Puellier.In seguito la città non subì modificazioni rilevanti, a parte l'ampliamento della cinta urbica, operato tra il 1300 e il 1330, che comportò l'inglobamento del bourg dunois, ma che lasciò all'esterno il borgo di Saint-Aignan.La prima cattedrale di Sainte-Croix è nota attraverso due versioni della Vita sancti Evurtii (BHL, II, 1901, pp. 312-319), la più tarda delle quali risale alla metà del 9° secolo. Vi è descritto un edificio a navata unica (lunghezza m 78 ca.; larghezza m 15 ca.), dotato di un transetto assai sporgente, i cui bracci (ciascuno lungo, a sua volta, m 15) erano separati dalla navata longitudinale da una tripla arcatura, secondo una disposizione che ricorda quella di S. Nazaro a Milano. Malgrado le apposite campagne di scavo, non è stato possibile acquisire ulteriori elementi su questa prima fase dell'edificio. In effetti un muro in pietre di piccolo modulo, disposto in direzione N-S, visibile nella 'cripta archeologica' ricavata sotto il coro attuale, sembra caratteristico più di una costruzione altomedievale che non tardoantica; ancora non risolta rimane la questione se sia possibile mettere in rapporto tale muro con una pavimentazione che si conserva più a O, decorata da un mosaico frammentario, con cornice in lettere nere su fondo bianco, inserita in rottura.Gli scavi, in particolare quelli condotti da Chenesseau (1937), hanno permesso di ritrovare una parte importante della cattedrale del vescovo Arnolfo, un monumento ambizioso la cui edificazione venne intrapresa con il sostegno di Ugo Capeto e di Roberto il Pio. Ne risultò evidenziata l'esistenza di due campagne che presentano caratteristiche tecniche e stilistiche distinte. Nel corso della prima campagna, attribuibile alla fine del sec. 10°, vennero costruiti un ampio corpo longitudinale su sette campate - suddiviso probabilmente in cinque navate -, un transetto dotato di navate laterali e un lungo coro disposto su almeno tre campate, anch'esso affiancato da navate laterali. Notevoli per l'epoca i pilastri cruciformi in conci di medie dimensioni, sui quali poggiavano le arcate. È possibile ipotizzare che tutte le diverse parti dell'edificio fossero sormontate da tribune, come si sarebbe verificato pochi anni dopo in Saint-Remi a Reims (dip. Marne); l'intero edificio doveva essere coperto a capriate.Nel corso di una seconda campagna costruttiva, che può essere collocata intorno al secondo quarto del sec. 11°, il coro venne prolungato verso E con un deambulatorio sul quale si aprivano tre profonde cappelle radiali. I pilastri cruciformi in questa zona vennero sostituiti da pilastri compositi di un tipo più complesso con semicolonne addossate; la tessitura muraria, sempre in conci di pietra, era formata da blocchi di dimensioni medie e di forma più regolare; arcature cieche, le cui colonnine recavano capitelli scolpiti, uno dei quali è stato rinvenuto in situ, decoravano all'interno i muri del deambulatorio e quelli delle cappelle; forse anche l'emiciclo presentava pilastri compositi, con una soluzione però rara nei deambulatori di quest'epoca e anche in quelli successivi.Questo monumento - che costituisce uno dei più importanti punti di riferimento per gli inizi del Romanico nella Francia centrale e che sul piano architettonico prefigurava le grandi chiese c.d. di pellegrinaggio della seconda metà del sec. 11° - era ancora parzialmente conservato agli inizi del sec. 17°, come attestano per es. i disegni di Etienne Martellange (Parigi, BN, Cab. Estampes).Il capocroce della cattedrale romanica venne distrutto nel sec. 13° per far posto a un impianto più vasto. Questa ricostruzione, di cui rimane solo il primo livello, fu progettata già dal vescovo Roberto di Courtenay (1258-1279), avviata nel 1287 con il sostegno finanziario del re Filippo III l'Ardito (1270-1285) e portata a termine nel 1329. È tuttavia ancora possibile apprezzare l'ampiezza della pianta duecentesca: questo capocroce gotico, con coro allungato su cinque campate e deambulatorio circondato da nove cappelle contigue, riprendeva l'impianto caratteristico delle grandi cattedrali della Francia settentrionale e si inscriveva, in ragione del suo repertorio formale, nella linea dell'architettura rayonnante più raffinata.La ricostruzione della collegiata di Saint-Aignan a O., per iniziativa di Roberto il Pio, è ricordata dal biografo del re, Helgaud de Fleury (Epitoma vitae Roberti regis; PL, CXLI, coll. 903-936); questi non menziona la data di inizio dei lavori, ma fornisce indicazioni sulla dedicazione avvenuta nel 1029 - la copertura dell'edificio si deve alla regina Costanza (980-1032 ca.) - nonché una descrizione particolarmente precisa per l'epoca, indicando le dimensioni (lunghezza m 80 ca.; larghezza m 18 ca.; altezza m 22), il numero delle finestre (centoventitré) e quello degli altari (diciannove) della nuova chiesa; aggiunge inoltre che la costruzione si sviluppava su due livelli e che il capocroce era esemplato su quello della cattedrale di Notre-Dame a Clermont-Ferrand (dip. Puy-de-Dôme), che costituisce uno dei rari edifici dell'inizio del sec. 11° con deambulatorio a cappelle radiali ed è considerato uno dei primi esempi di questo tipo di impianto.Di Saint-Aignan si conserva solo la cripta, giacché la chiesa andò distrutta agli inizi della guerra dei Cento anni. I sondaggi archeologici effettuati negli anni Cinquanta, seppure puntiformi, hanno permesso di restituire un corpo longitudinale a tre navate e un vasto transetto i cui bracci erano, almeno sul lato orientale, provvisti di navatelle. Un deambulatorio circondava un coro relativamente profondo e serviva cinque piccole cappelle radiali a pianta semicircolare; al pari della cattedrale, anche questo edificio, di cui non si conosce la struttura dell'alzato, doveva essere coperto a capriate. La cripta, che fungeva da base al capocroce della chiesa sovrastante, comprende un vano centrale voltato a crociera e suddiviso in tre navate. Il deambulatorio che la circonda si prolunga, verso O, in lunghi corridoi in pendenza, terminanti nelle navate laterali della chiesa superiore e destinati a facilitare la circolazione dei pellegrini che venivano a visitare le reliquie di s. Aniano e quelle di sei altri santi. Nella cripta di Saint-Aignan la parte meridionale del deambulatorio si articola, al di sotto delle finestre, in arcate che ricadono alternativamente su pilastri con capitelli d'imposta e su colonnette con capitelli scolpiti. Le due semicolonne in muratura addossate al muro della confessione presentano rispettivamente un capitello a palmette e uno figurato, che riunisce in una stessa composizione leoni rizzati sulle zampe posteriori e personaggi nudi; anche le colonne monolitiche del vano centrale erano dotate di capitelli figurati o a decorazione vegetale. Problemi statici, manifestatisi probabilmente poco tempo dopo la conclusione dei lavori, comportarono la necessità di rinforzare i supporti isolati della cripta, foderando le colonne con una muratura, grazie alla cui protezione ha potuto conservarsi la policromia originaria di alcuni capitelli. Questo insieme - in cui capitelli di tipo corinzio imitanti quelli di età romana si affiancano sia a capitelli a palmette che riprendono modelli altomedievali, in particolare quelli dell'oratorio del vescovo di O. Teodulfo (799-818) a Germigny-des-Prés (dip. Loiret), sia ad alcuni capitelli figurati - costituisce uno degli esempi più significativi della nascente scultura romanica.La collegiata di Saint-Avit fu ricostruita intorno all'anno Mille o comunque agli inizi del sec. 11°; ne rimane solo la cripta 'a sala' con due ambienti voltati a crociera, in origine serviti da due corridoi laterali che si aprivano nella chiesa sovrastante. I due sostegni cilindrici della parte occidentale e i quattro ottagonali della parte orientale, con semplici capitelli d'imposta modanati, sono costruiti in conci di pietra per lo più di medie dimensioni accuratamente apparecchiati, al pari dei pilastri a muro che sostengono le ricadute delle volte.
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