Tesi secondo cui il tutto è più della somma delle parti di cui è composto. Questo principio generale è stato variamente articolato in diverse discipline. Nel campo delle scienze umane si parla di o. a proposito di quelle concezioni secondo cui oggetto delle scienze sociali sarebbero non gli individui e le loro azioni e preferenze, ma le strutture di cui gli individui farebbero parte e alle cui azioni esse non sarebbero riducibili. Tali concezioni sono criticate, nel campo delle scienze umane, dall’individualismo metodologico (➔ individuo).
In epistemologia s’intende con o. la tesi secondo la quale un’ipotesi scientifica non ha un proprio circoscritto ambito di conseguenze empiriche tramite cui possa essere sottoposta a controllo, essendo ogni ipotesi connessa direttamente o indirettamente a porzioni più o meno vaste della teoria cui appartiene, se non addirittura ad altre teorie, dal che segue che il controllo empirico riguarda la teoria nella sua globalità. Questa tesi (nota anche come tesi di Duhem-Quine) doveva minare le basi del neopositivismo e dare nuovo impulso, entro la filosofia analitica, al dibattito sul significato: in filosofia del linguaggio si parla infatti di o. a proposito di quelle teorie secondo le quali non è possibile determinare il significato di un enunciato isolatamente considerato, dipendendo esso dalle connessioni che l’enunciato intrattiene con il resto del linguaggio.