Odessa
Città dell’Ucraina. Colonizzato dai greci, il cui insediamento decadde nel 3°-4° sec. d.C., il territorio di O. rimase disabitato fino ai secc. 12° e 13°, ai quali risalgono, sembra, resti di un villaggio slavo di cultura kieviana. Nel sec. 14° vi sorsero un forte e un villaggio tataro, poi la zona di O. fu annessa da Algirdas al granducato lituano, di cui seguì le sorti fin quando, a metà del Cinquecento, fu ceduta ai tatari; con l’assorbimento dell’Orda d’oro essa fu incorporata nell’impero ottomano; più tardi (1764) i turchi vi costruirono una fortezza contro i cosacchi di Zaporož′e. Conquistata dai russi (1789), conobbe un decisivo incremento economico e demografico dopo che Caterina II costruì il porto (1795), cambiando il nome turco di Chadžibej in quello di O., tratto dal nome dell’antica colonia greca Odesso; al nuovo sviluppo della città parteciparono greci e italiani. La città nel 1803 fu posta a capo del governatorato e si venne sviluppando urbanisticamente come centro commerciale e culturale vivace e animato. Bombardata nel 1854 dalla flotta anglo-francese durante la guerra di Crimea, riprese poco dopo la sua ascesa industriale; nel 1866 fu collegata per ferrovia alla rete del S-E. Dal 1881 O. occupò il primo posto fra le città russe per il movimento commerciale e l’attività industriale. Durante la Rivoluzione del 1905 gli operai s’impadronirono del porto e grazie all’appoggio della corazzata Potëmkin, che aprì il fuoco sulla città, resistettero per più giorni. Passò, fra l’ottobre 1917 e il maggio 1920, dagli ucraini di S. Petljura a reparti tedeschi e austro-ungarici, alla flotta francese, alle «armate bianche» di A.I. Denikin e infine ai sovietici. Nel periodo fra le due guerre O. si sviluppò come grande città industriale, soprattutto nel settore metallurgico e meccanico. Occupata nel 1941 da truppe tedesche e romene, fu liberata il 10 aprile 1944.