non-azione
s. f. Mancanza di azione, rinuncia a mettere in atto le decisioni prese.
• Il discorso politico da noi è [...] piegato a un’esigenza di principio (idealità), piuttosto che a un’esigenza pragmatica (rapporto mezzi/fini). Questo ci fa capire l’inconcludenza di molti discorsi politici, che sono vuoti di contenuto proprio perché non argomentano il raccordo tra mezzi e fini. A ciò si connette il problema non disgiungibile dalla nostra tradizione retorica di riempire con le parole il vuoto della non-azione anche quando il rapporto mezzi/fini è proclamato. (Giorgio Fedel, Corriere della sera, 13 ottobre 2010, p. 56, Idee & opinioni) • E sono piovute critiche, pesanti critiche alla «non-azione» del Comune. «La situazione che si è venuta a creare a Gorizia è vergognosa ‒ ha tuonato [Tamara] Lauri, dell’associazione “Insieme con voi” ‒. Questa città deve garantire l’assistenza primaria a persone che scappano dalle guerre, disperate, a cui il Comune non ha mai voluto pensare». (Francesco Fain, Piccolo, 19 dicembre 2015, p. 24, Gorizia-Monfalcone) • Insomma, i sistemi alimentari sostenibili possono essere il punto di partenza di una nuova visione sociale ed economica, dove l’economia circolare e la green economy potrebbero finalmente essere più che semplice retorica, e dove i costi da sostenere per supportare nuove politiche su ambiente, lavoro e società andrebbero certamente a compensare i costi della non-azione. (Carlo Petrini e Olivier De Schutter, Repubblica, 25 marzo 2017, p. 29, Commenti).
- Derivato dal s. f. azione con l’aggiunta del prefisso non-.
- Già attestato nella Stampa del 14 marzo 1930, p. 3 (Giuseppe Piazza).