Nocera Umbra
Città e diocesi dell'Umbria, posta sulla via Flaminia, N. fece parte del ducato di Spoleto e nel 1247 passò stabilmente alla Chiesa.
Città di Parte ghibellina combatté con alterne vicende non solo contro le città limitrofe, in particolare Foligno e Assisi, ma anche contro la stessa Perugia, cui tuttavia fu costretta a fare atto di sottomissione il 12 dicembre 1202 obbligandosi a far guerra o pace contro tutti coloro con i quali Perugia avrà guerra o pace. Le sottomissioni e le alleanze tra le città medievali furono cause di continue guerre e le cronache umbre ci hanno tramandato episodi di scaramucce, di devastazioni, di guerre efferate subite dalla città di N. nel corso dei secoli XIII e XIV.
D., nella descrizione topografica di Assisi, menziona N. che, unitamente a Gualdo, dietro l'alto monte Subasio piange / per grave giogo (Pd XI 48). Il passo è stato diversamente inteso dai commentatori. Moltissimi, e in particolare i più antichi, hanno inteso che le due città piangono per essere poste dietro il monte Subasio tra terre sterili; e Pietro aggiunge: " est ibi grave frigus, de quo plangit, idest interdum dolet gens illarum duarum terrarum Gualdi et Nuceriae ". Altri, tra cui il Tommaseo, hanno interpretato il passo in senso politico: le due città piangono per il grave giogo imposto da Perugia, città dominatrice.
Se storicamente è esatto affermare che la guelfa Perugia nei secoli XIII e XIV sottomise più volte le città di N. e di Gualdo facendo duramente pesare il suo dominio, tale interpretazione introdurrebbe tuttavia nel testo dantesco una nota assolutamente estranea. L'analogia tra la descrizione topografica della patria di s. Francesco e quella di s. Domenico (in Pd XII 46-54) induce a interpretare il passo piuttosto in senso topografico-allegorico. Nella geografia ideale di D., Assisi, che in realtà è a occidente del Subasio, si trasforma in oriente mistico, e le città di N. e di Gualdo, poste geograficamente a oriente di Assisi, sono invece relegate di rietro l'alto monte e piangono il grave giogo, cioè l'asprezza dei luoghi in antitesi alla fertilità della costa del Subasio fecondata dai raggi del sole nascente, e soprattutto lamentano l'impossibilità di veder spuntare il mistico Sole di Assisi.
Bibl. - Sulla città: L. Iacobilli, Di N. nell'Umbria, Foligno 1653; Cronaca della città di Perugia dal 1309 al 1491, nota col nome di Diario del Graziani con supplementi di autori sincroni, a c. di A. Fabretti, in " Arch. Stor. It. " XVI (1850) 71-750. Inoltre: F. Elemosina, Liber historiarum S. Romanae Ecclesiae, Assisi, biblioteca Comunale, cod. 341; Niccolò Tignosi, Ad magnificos dominos priores Fulginei, quod tarde bella suscipienda sint, Foligno, biblioteca Iacobilli, cod. A II 5, ff. 126v-136v; A. Castellucci, Appunti di storia ecclesiastica nocerina, Nocera U. 1912.
Per l'interpretazione di Pd XI: L.C. Amoni, Il profeta del secolo XIV o il beato Tommaso Unzio e il suo tempo, Assisi 1877; G. Finali, L'Umbria nella D.C., Spoleto 1895; M. Morici, Il " greve giogo " di N. Umbra e Gualdo Tadino, in " Giorn. d. " VII (1899) 353-371; M. Apollonio, D. e l'Umbria, in L'Umbria nella storia, nella letteratura, nell'arte, Bologna 1954, 213-231; L. Salvatorelli, D. e s. Francesco, in " Boll. Deputazione St. Patria Umbria " LXII (1965) 235-247; U. Bosco, in D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 316-341.