NISA PARTHICA (Παρϑαυνίσα, Nisa)
Capoluogo della regione parthica, appartenente al regno fondato da Arsace attorno al 250 a. C. Le rovine della città antica si trovano ai piedi del versante meridionale del Kopetdag, 18 km, a N-O di Ašchabad, sui terreni del kolkos Kommunizm. A partire dal 1946 la spedizione archeologica mista del Turkmenistan meridionale dell'Accademia delle Scienze della RSS Turkmena svolge ricerche sistematiche nella zona, non lungi dall'odierno abitato di Novaja Nisa.
Sul luogo, già occupato da una Comunità fin dal II millennio a. C., si costituì, nello stato degli Arsacidi, N. una città progredita che si componeva di tre parti: l'acropoli, la città propriamente detta e i sobborghi, circondati da mura. Il nucleo urbano copriva un territorio collinoso di perimetro irregolare su una superficie di circa 18 ettari. La cittadella, in posizione più elevata, si estendeva nella parte meridionale su un'area di forma pentagonale, e aveva una sola porta. All'interno si trovava il castello del governatore, edifici amministrativi, le caserme, il tempio, i santuari locali e i palazzi dei nobili. La parte più bassa era circondata, come la cittadella, da poderose mura con torri di grossi mattoni quadrati. Le due porte erano situate a N-O e a N-E. Fra le porte dell'acropoli e della città correvano le vie principali, attorno alle quali si raggruppava l'abitato, di pianta irregolare. Nella parte settentrionale si trovava anche la necropoli della nobiltà parthica. L'arredamento funebre delle tombe a camera, dipinte in rosso, è caratterizzato da lamine placcate in oro, perline e fili d'oro. Sempre nella necropoli è stato rinvenuto, lungo le mura della città, un originale edificio cultuale con portico a colonne e capitelli di tipo protoionico. I sobborghi erano di carattere prevalentemente rurale e, a loro volta, erano circondati da una muraglia esterna d'argilla battuta, il cui perimetro è di oltre 7 km.
A S-E, non lontano dalla città, sorgeva un luogo fortificato, noto oggi con il nome di Staraja Nisa (Vecchia N.), situato su una collina, cui venne data la forma di un pentagono irregolare di circa 14 ettari di superficie. Si trovavano qui le "tombe reali" degli antichi Arsacidi, menzionate da Isidoro di Carasse o Characeno (autore di una Periegesi della Pastiria, citata da Athen., iii, 93 d, e menzionato tra le fonti in Plinio). Probabilmente, qui era stata una delle primitive residenze dei re parthi. In un documento rinvenuto durante gli scavi, la località è chiamata Mihrdatkirt, vale a dire Rocca di Mitridate. Le esplorazioni archeologiche hanno indicato che all'epoca di Mitridate I (171-138 a. C.) vennero eseguiti importanti lavori per creare un originale parco (kuruk) destinato alle tombe dei re. Il parco era circondato da potenti mura fortificate (alte più di 20 m) con numerose torri e due porte. L'acqua perveniva alla fortezza per deflusso naturale attraverso tubature sotterranee d'argilla, e andava a riempire capaci cisterne (chauzy).
A Mihrdatkirt le costruzioni non erano fitte come a Nisa. Lungo le mura si trovavano le caserme e altri edifici. Al centro e nella parte S-O era sorto gradualmente un complesso di palazzi e templi. Si trattava di decine di edifici per cerimonie o servizi varî in parte case di abitazione oppure piccoli cortili con porticati a colonne, uniti fra loro da corridoi a vòlta e da lunghe scale. La costruzione più alta era un edificio a torre su una piattaforma di 8 m in mattoni crudi, circondato da corridoi. Un pò più a O sorgeva un tempietto circolare del diametro interno di 17 m, anch'esso circondato da corridoi. All'interno, a una altezza di 7 m dal pavimento, correva una galleria con colonne di tipo corinzio e decorazioni varie (foglie di acanto, dentelli, rilievi in terracotta con figure). Fra le colonne erano collocate grandi statue d'argilla dipinta, la cui intelaiatura era costituita da sbarre di piombo a sezione quadrata. All'interno del tempio circolare le pareti hanno una altezza di 12 m. Il tetto a padiglione costruito con travature reticolate era coperto da grosse tegole. A N-E della "torre" e non lontano da essa si trova una grandiosa sala quadrata (m 20 × 20) per cerimonie, costruita su una piattaforma di 2 m. Ad una determinata epoca i suoi tre ingressi esterni erano fiancheggiati da poderosi pilastri con 5 riseghe ciascuno. L'altezza interna era di almeno 12 m. Il tetto di legno, a cassettoni (darbazi) con apertura centrale per la luce, poggiava su 4 pilastri di mattoni cotti, inizialmente a forma circolare, e sostituiti poi da poderosi poliedri a quattro facce, di sezione sino a 2 m. In origine, la parte inferiore delle pareti interne presentava pilastri di 3 m rivestiti di lastroni di pietra scanalati. I pilastri vennero successivamente sostituiti da semicolonne di mattoni cotti. Al secondo piano si trovavano alte nicchie incorniciate da semicolonne, che contenevano dodici grandi statue d'argilla dipinta, probabilmente le principali divinità parthiche del ciclo olimpico.
Più a N un altro complesso architettonico comprendeva edifici di varia destinazione. Nella parte orientale si trovava una grande cantina (madustan) con alcune celle vinarie (chumchana), i cui grandi pìthoi d'argilla avevano una capacità complessiva di circa 200.000 litri. Accanto si trovavano varî locali adibiti ad attività produttive o ad uffici. Sull'area del madustan sono stati rinvenuti circa 3.000 documenti parthici scritti con inchiostro su grossi cocci di pìthos. La stragrande maggioranza di questi òstraka (v.) si riferisce alle partite annue di vino provenienti da varî vigneti e possedimenti delle regioni parthiche settentrionali, sino a Merv inclusa. Si tratta di formulari contabili che recano le date del calendario parthico, abbracciando un periodo che va dalla metà del Il alla fine del I sec. a. C. La più importante costruzione del complesso settentrionale era un edificio quadrato della superficie di oltre 3.500 mq, con un solo passaggio che immetteva in un cortile interno con portico e dodici vasti magazzini ai lati.
Nuove costruzioni vennero poi aggiunte in epoca più tarda. Nel cortile si sono rinvenuti un altare e un corpo di guardia. Tutti gli altri locali fungevano da depositi, le cui porte normalmente erano sbarrate e sigillate (si sono conservate le impronte di oltre cinquanta diversi sigilli). L'edificio quadrato era una specie di "tesoro" del parco reale e già nell'antichità venne saccheggiato attraverso aperture praticate nei tetti. Una parte degli oggetti del tesoro si è tuttavia conservata. Si tratta di monete (le più antiche sono dracme di Alessandro il Macedone) e di varî oggetti di pietra, vetro, mastice, legno, osso, metallo, ecc. Fra le armi i pezzi più interessanti sono un'artistica mazza orientale da parata, d'argento dorato (del tipo detto tabarzagnul), e uno scudo ovale con lamine di ferro a forma di palmette, figure di aquila e un tridente. Fra i vasi vi erano oggetti di pietra egiziana di Assuan e di nichel. La piccola scultura in metallo è rappresentata, tra l'altro, da artistiche figurine di aquila, di sfinge alata rampante, di Eros e di Atena. Queste ultime ornavano i coperchi dei recipienti circolari in cui si custodivano i volumi. Fra le statue marmoree si distinguono una testa di Afrodite (replica dell'Afrodite di Cnido), un gruppo con satiro, una statua in marmi policromi che raffigura una donna seminuda atteggiata come l'Afrodite Anadiomene, ecc. Numerosi sono gli oggetti di avorio, fra i quali singoli elementi di mobili lavorati al tornio e, in particolare, di un trono parthico, e oltre quaranta artistici rhytà intagliati e ricavati da zanne di elefante intere, con varie figure scultoree e in bassorilievo.
L'arte di N. rappresenta nel suo complesso una sintesi organica di tradizioni parthiche locali ed ellenistiche. In particolare, l'architettura è caratterizzata dall'originalità dei procedimenti tecnico-costruttivi, della composizione spaziale e volumetrica e delle forme architettoniche, nelle quali sono frammisti elementi di chiara derivazione ellenistica.
L'antica N., abbandonata dopo la caduta del regno parthico, venne ricostruita nella seconda metà del sec. V, diventando poi una città feudale.
Bibl.: M. E. Masson, Gorodišča Nisy v selenii Bagir i ich izučenie, Trudy JUTAKE (Le rovine di N. nella zona rurale di Bagir e il loro studio, Lavori della Spedizione Archeologica Mista del Turkmenistan meridionale), vol. I, Aschabad 1949; Al'bom (Album), Mosca 1956; G. A. Pugancekova, Parfjanskoe zodčestvo, Trudy JUTAKE (Architettura parthica, Lavori della Spediz. Archeol. Mista del Turkmenistan meridionale), vol. VI, Mosca 1956; M. E. Masson-G. A. Pugačenkova, Parfianskie ritony Nisy, Trudy JUTAKE (I rhytà parthici di N., Lavori della Spediz. Archeol. Mista del Turkmenistan meridionale), vol. IV, Ašchabad 1959.