PARMA, Nicola (Nicolò)
– Figlio di Giovanni Battista, nacque probabilmente intorno al 1550 a Mantova.
Se la data di nascita, in mancanza di documenti probanti, può essere soltanto ipotizzata, la provenienza mantovana del musicista è testimoniata dai frontespizi del secondo libro di Sacrae cantiones a 5-10 voci (Venezia, Vincenti e Amadino, 1586) e del Secondo libro de madrigali a 5-6 voci (Venezia, Amadino, 1592), che specificano «Nicola Parma mantovano», nonché dall’inclusione del madrigale La bella cacciatrice nell’Amorosa caccia, raccolta di madrigali a cinque voci di «musici mantovani nativi», compilata dal compositore dilettante Alfonso Preti (Venezia, Gardano, 1588).
Parma si formò quasi sicuramente a Mantova. Dovette far parte del gruppo di compositori incaricati di scrivere messe per la cappella ducale di S. Barbara, basate su cantus firmi tratti dai canti della liturgia particolare della basilica fondata da Guglielmo Gonzaga: lo attesta la messa-tenor Beatae Mariae Virginis, l’unica sua messa oggi nota, conservata nel fondo S. Barbara del Conservatorio di Milano (ms. S.B. 123). La messa, databile al 1575 circa, è predisposta per l’esecuzione alternatim secondo i dettami della liturgia di S. Barbara.
Nel 1580 divenne maestro della cappella del duomo di Pavia, che era stata fondata nello stesso anno, e diede alle stampe il Primo libro di mottetti a 5-10 voci (perduto, se ne ha notizia da cataloghi librari e bibliografici tedeschi del primo Seicento, tra cui v. Draudius, 1611). A Pavia, Parma non si limitò a scrivere musica sacra legata all’incarico in duomo, ma si rivolse anche all’ambito profano: lo dimostrano l’edizione della canzonetta Gite, felici fiori nel Secondo libro delle canzoni a 3 voci del pavese Ludovico Torti (Venezia, Vincenti e Amadino, 1584) e la dedica del citato secondo libro di madrigali del 1592, indirizzata all’abate Giovanni Angelo Arcimboldi: il libro contiene tra l’altro una sestina di Jacopo Sannazaro, un sonetto encomiastico per il duca Guglielmo Gonzaga e tre madrigali tratti dal recente canzoniere di Livio Celano alias Angelo Grillo. Nulla si sa del Primo libro di madrigali a 5 voci, la cui esistenza è però certificata dal catalogo librario degli editori milanesi Francesco e Simon Tini del 1596 (Mischiati, 1984, p. 109). A Pavia ebbe tra gli allievi Giovanni Battista Magone, che lo menzionò poi con deferenza nel trattato Ghirlanda mosicale (Pavia 1615). Negli anni pavesi mantenne comunque legami con l’ambiente mantovano: lo testimoniano la partecipazione alla citata Amorosa caccia e la presenza di tre madrigali suoi nella raccolta De’ floridi virtuosi d’Italia (Venezia, Vincenzi e Amadino: Mentre ch’in chiuso loco nel libro II, 1585, Cinthia mia dolce e cara e Dolce angioletta mia nel III, 1586; quest’ultimo libro è dedicato al duca Guglielmo).
Parma tenne l’incarico nel duomo pavese forse per un ventennio, di sicuro non oltre il 1603, quando il ruolo risulta ricoperto da Stefano Nascimbeni, anch’egli mantovano. Dal frontespizio dei Motecta a 8-12 voci con basso continuo (Venezia, Amadino, 1606), dedicati al priore del Monasterolo di S. Michele di Brembio, risulta ch’egli era allora maestro di cappella nel santuario di S. Maria dell’Incoronata a Lodi. Questa è peraltro la qualifica che gli attribuì Giuseppe Ottavio Pitoni (1713, 1988), desumendola probabilmente dall’edizione dei Madrigali a 6 voci (Venezia 1606), oggi perduta ma da lui registrata tra le opere di Parma.
Quella del 1606 fu la terza raccolta di mottetti pubblicata da Parma dopo il Primo libro (1580) e le Sacrae cantiones (1586).
Numerosi mottetti suoi apparvero poi in antologie italiane e tedesche, a riprova della notorietà goduta dal musicista, anche fuori d’Italia (cfr. Gargiulo, 2004). De profundis clamavi comparve nella Sacra omnium solemnitatum psalmodia vespertina di Giovanni Matteo Asola (Venezia, Amadino, 1592), mentre Veni Sancte Spiritu, dai mottetti a 8 voci del 1606, fu ripreso, in una versione a 4 voci, nei Symbolae diversorum musicorum del pavese Lorenzo Calvi (Venezia, Vincenti, 1620). Due mottetti dalle Sacrae cantiones del 1586, Tulerunt dominum meum e Suscipiens Iesum in ulnas, furono accolti nella Continuatio cantionum sacrarum compilata da Friedrich Lindner (Norimberga, Gerlach, 1588). Nove mottetti, di cui sei già usciti a stampa nel 1606, furono inclusi nel Promptuarium di Abraham Schadaeus e Caspar Vincentius: Homo quidam fecit coenam magnam ed Exultavit cor meum (1606) nella Pars altera (Strasburgo, Kieffer e Ledertz, 1612), Angelus Domini nunciavit e Quae est ista (1606) nella Pars tertia (1613), Quam bonus Israel deus e Ave virgo gratiosa (1606), oltre a Misericordias domini in aeternum, In convertendo domino e Ingrediemini omnes et gratulamini, nella Pars quarta (1617). Due di questi mottetti, Angelus Domini nunciavit ed Exultavit cor meum, ricomparvero nella Pars altera del Florilegium portense, compilato da Erhard Bodenschatz (Lipsia, Lamberg, 1621). Infine, due intonazioni di un mottetto «In dedicatione Ecclesiae Nicolai Parmae» entrarono a far parte dell’intavolatura organistica di Pelplino (1620-1630; cfr. The Pelplin Tablature. Facsimile Part 1, a cura di A. Sutkowski - A. Osostowicz-Sutkowska, Graz-Warsaw 1965, pp. 258-261). Di pari passo con la sua presenza nelle antologie, in area tedesca il nome di Parma fu recepito in sede teorica: un mottetto è citato nelle Exercitationes musicae duae (Lipsia 1600) di Sethus Calvisius e un altro nei Musicae rudimenta (1619) di Johannes Magirus, mentre Michael Praetorius cita il musicista nel Syntagma musicum (1619).
Il 10 giugno 1610 Parma divenne maestro di cappella nella cattedrale di S. Maria a Novara, succedendo al canonico Giovanni Franceco Ramella: vi rimase fino al giugno 1613 (Berto, 1986-87, p. 87). Un paio d’anni prima, il 7 aprile 1611, aveva inviato a Mantova, da Novara, una richiesta per ricoprire un canonicato vacante in S. Barbara «per la morte del [...] Titoni canonico della Cattedrale di Novara» (Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, b. 1735, s.n.c.; cit. in Bertolotti, 1890, p. 93): la richiesta andò forse a buon fine, come sembrerebbe confermare la presenza del nome di Parma nella Lettera cronologica di Cagnani (1612), ma non si hanno, in proposito, informazioni circostanziate. Ignoti sono anche la data e il luogo in cui Parma morì.
Fonti e Bibl.: E. Cagnani, Raccolta di alcune rime di scrittori mantovani fatta per Eugenio Cagnani. Con una lettera cronologica et altre prose et rime dello stesso, Mantova 1612, p. 10 (ed. moderna in Mantova. Le lettere, II, L’esperienza umanistica…, a cura di E. Faccioli, Mantova 1962, p. 622); G.B. Magone, Ghirlanda mosicale, Pavia 1615, pp. 73 s.; M. Praetorius, Syntagma musicum, III, Wolfenbüttel 1619, p. 8; G. Draudius, Biblioteca classica, sive catalogus officinalis, Frankfurt a.M. 1611, p. 1211; G.O. Pitoni, Notitia de’ Contrapuntisti e Compositori di Musica (1713), a cura di C. Ruini, Firenze 1988, p. 156; G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, II, Roma 1828, p. 237; F.-J. Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique, VI, Paris 1864, p. 457; A. Bertolotti, Musici alla corte dei Gonzaga in Mantova dal secolo XV al secolo XVIII, Milano 1890, pp. 60, 93; A. Göhler, Verzeichnis der in den Frankfurter und Leipziger Messkatalogen der Jahre 1564 bis 1759 angezeigten Musikalien, II, Leipzig 1902, p. 58; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, VII, Graz 1959, pp. 320-321; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, X, Kassel-Basel-London-New York 1962, coll. 814 s.; Musiche della Cappella di Santa Barbara in Mantova, a cura di G. Barblan, Firenze 1972, pp. 301 s.; O. Mischiati, Indici, cataloghi e avvisi degli editori e librai musicali italiani dal 1591 al 1798, Firenze 1984, pp. 109, 140, 169, 193, 221; U. Berto, Contributo alla biografia e alle opere di Giovanni Ghizzolo da Brescia (1580 ca. - 1624), in Rassegna veneta di studi musicali, II-III (1986-87), p. 87; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, V, Torino 1988, p. 581; E. Durante - A. Martellotti, Don Angelo Grillo O.S.B. alias Livio Celiano, Firenze 1989, p. 472; E. Bellotti, Un musicista pavese tra Cinquecento e Seicento: Giovanni Battista Magone, in Bollettino della Società pavese di storia patria, XCI, n.s. XLIII (1991), p. 191; I. Fenlon, Musicisti e mecenati a Mantova nel ’500, Bologna 1992, p. 151; The new Grove dictionary of music and musicians, XIX, Oxford 20012, p. 143; P. Gargiulo, I mottetti di N. P. in area tedesca (1600-1621): nuove testimonianze dai trattati e dalle edizioni collettive, in Barocco padano 3. Atti dell'XI Convegno internazionale sulla musica italiana nei secoli XVII-XVIII, a cura di A. Colzani - A. Luppi - M. Padoan, Como 2004, pp. 375-402; D. Torelli, Benedetto Binago e il mottetto a Milano tra Cinque e Seicento, Lucca 2004, pp. 61-63, 118; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, Kassel-Stuttgart 2005, coll. 129 s.