NICOLA da Guardiagrele
Orafo e scultore abruzzese, nato probabilmente nell'ultimo decennio del 1300, morto poco prima del 1462. È controverso il suo nome Gallucci. Sembra infatti che in Guardiagrele esistesse alla fine del '400 un altro N. Gallucci, la cui notizia di morte è fissata nel 1523 dall'Obituario di S. Nicola in Guardiagrele, nel quale si dà al defunto anche l'attributo di pittore: sicché si dubita che di questo secondo artista siano i quadri della Galleria Nazionale di Firenze e della collezione Fabrizi a Roma. L'attività più rilevante di N. fu quella di orafoi con la quale continuò la tradizione abruzzese tanto viva nel Medioevo. Piuttosto che alla scuola di Sulmona, sembra abbia appreso l'arte in seno alla sua medesima famiglia, se è vero che anche il padre Andrea fu orafo e scultore, come sembra assodato da una iscrizione, ora scomparsa, sotto l'Incoronazione della Vergine in una lunetta di S. Maria Maggiore in Guardiagrele.
Le sue prime opere (ostensorio di Francavilla a Mare, 1413; ostensorio di Atessa, 1418; croce di Lanciano, 1422) rivelano uno spiccato accostamento al gotico fiorito, quale poteva esser diffuso allora in Abruzzo. Ma ben presto N. si rivolse all'arte toscana e in particolare al fiorentino, più affine al suo spirito gotico: al Ghiberti. La dipendenza dal Ghiberti comincia ad apparire nella croce di Guardiagrele (1431), ma ancor più si palesa nel paliotto di Teramo (1433-48) rappresentante la vita di Cristo, di cui alcuni riquadri sono addirittura copie di quelli della Porta del Ghiberti. Non sappiamo però quando N. si recò a Firenze; ma è certo che non collaborò direttamente alle porte, dato che il suo nome non compare né nei Commentari né nei registri di pagamento. Lo spirito gotico del Ghiberti anima la ricchezza di tutte le altre sue opere: le croci di Aquila (1434), di Monticchio (1436), di S. Giovanni Laterano (1451), la statua di S. Massimo in Aquila (della quale resta originale soltanto la testa e una mano), il busto di S. Giustino a Chieti (1455). Gli vengono anche attribuiti: sei bassorilievi ritrovati in Castel di Sangro e un gruppo con l'Annunciazione nella Galleria Nazionale di Firenze. Le croci astili di N. hanno spesso la medesima forma e l'orafo predilige rappresentarvi oltre al Crocifisso anche Maria, gli evangelisti e scene della passione di Cristo.
V. tavv. CXXI e CXXII.
Bibl.: F. Ferrari, N. Gallucci di G., Chieti 1903; G. Iezzi, Vita ed opere di Nicola F. Bonaventura Ranieri di G., Guardiagrele 1911; Sidney I. A. Churchill, in Monatsh. f. Kunstw., VII (1914), pp. 81-93; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931.