NICEFORO Gregora (Νικηϕόρος ὁ Γρηγορᾶς)
Umanista bizantino, nato a Eraclea nel Ponto nel 1296, morto nel 1360. Rimasto orfano, fu educato dallo zio Giovanni metropolita di quella città, che lo mandò a Costantinopoli, dove compì la sua istruzione. N. si guadagnò l'amicizia di Andronico II, che gli affidò un'ambasceria presso lo zar Stefano Urosc III nel 1326. Con l'abdicazione di Andronico II e la caduta del suo protettore Teodoro Metochita nel 1328, subì la perdita dei beni e del pubblico insegnamento, e fu costretto a vita ritirata. Entrato in lizza contro il pugnace Barlaam Calabro, in premio della vittoria riebbe gli averi e l'insegnamento, che consisteva specialmente nel quadrivio scientifico. Ma la sua lotta contro l'esicasmo distrusse la sua fortuna. Passati Anna di Savoia e Giovanni Cantacuzeno al partito del Palama e dei monaci Atoniti, N. G. fu condannato nel sinodo del 1351: prigioniero nel suo monastero di Chora, resistette a tutte le preghiere e minacce. Né gli giovò l'elezione di Giovanni V Paleologo, che non poté né domare i Palamiti né difendere N. G., vittima di atroci calunnie.
Uomo di profonda e vasta cultura, N. G. ha lasciato una svariatissima produzione letteraria, ancora in gran parte inedita. L'opera meglio conosciuta è la ‛Ρωμαϊκὴ ‛Ιστορία (Storia bizantina) in 37 libri, che comincia con la conquista latina di Costantinopoli e finisce col 1359. I primi sette libri espongono brevemente gli anni 1304-1320 sulla scorta di G. Pachimere, mentre sono ampiamente narrati gli anni 1320-1359, dando parte larghissima alle dispute teologiche, di cui l'autore fu protagonista. Il racconto partigiano di N. G. va controllato con quello del suo rivale Cantacuzeno. È importante l'Epistolario di circa 160 lettere, dove figurano come corrispondenti i principali personaggi del tempo. N. G. compose inoltre opuscoli grammaticali, declamazioni retoriche, elogi d'imperatori e orazioni funebri, dialoghi filosofici (il Φιλομαϑής, critica dei sofisti, Φλωρέντιος contro Barlaam e Aristotele), trattati polemici contro l'esicasmo, sermoni sacri e vite di santi, moduli attuariali e persino poesie. Notevole è l'opera seientifica di N. G., che annota Nicomaco Geraseno, completa i capitoli mancanti dell'Armonia di Tolomeo e ne commenta la Grande Sintassi, scrive sull'Astrolabio, sul Computo pasquale, e sul Metodo di fissare la Pasqua, proponendo una riforma che non fu adottata per considerazioni politiche e religiose.
Ediz.: La Storia, libri I-XXIII, a cura di Schopen, Bonn 1829-30; libri XXIV-XXXVII, a cura di Bekker, ivi 1855, riprodotta in Migne, Patrol. Gr., CXLVIII-CXLIX, coll.1-502, con altri opuscoli. L'Epistolario, a cura di St. Bezdeki, Ephemeris Dacoromana, II (1924), pp. 239-377; a cura di R. Guilland, Correspondance de N.G., Parigi 1927.
Bibl.: R. Guilland, Essai sur N. G., arigi 1926; V. Laurent, in Dictionnaire de théol. cathol., XI, ivi 1931, coll. 454-467.