CONVERTI, Niccolò
Nato a Roseto Capospulico (Cosenza) il 18 marzo 1855 da Leonardo e da Elisabetta Aletta, entrambi di famiglia benestante, compì gli studi, prima a Corigliano e a Cosenza e poi a Napoli, dove finì il liceo ed iniziò i corsi universitari di medicina, senza arrivare alla laurea. La stessa, infatti, come si desume da una lettera inedita indirizzata dal C. ad A. Costa, col quale, noncstante la diversa concezione politica sul socialismo, intrattenne cordiali rapporti di amicizia, fu conseguita soltanto nel 1909, nel corso dei primo viaggio che fece in Calabria dopo ventiquattro anni di permanenza in terra tunisina.
Negli anni in cui il C. frequentava l'università, Napoli, il maggior centro politico ed intellettuale del Meridione, nonché sede dell'unica università del Mezzogiorno continentale, attraversava un momento particolare della sua vita politica.
I contrasti, sempre più tesi, che erano sorti all'interno della corrente democratico-mazziniana, in seguito alla propaganda del Bakunin, avevano portato alla formazione della prima sezione italiana dell'Internazionale e, anche se le posizioni dei primi internazionalisti ondeggiavano tra le concezioni mazziniane e quelle bakuniane, senza contare l'influenza che ancora esercitavano le idee del Pisacane, Napoli rimaneva nel Meridione l'unico centro importante dell'organizzazione socialista, che si presentava, d'altra parte, con un carattere piccolo borghese e a forte tendenza insurrezionale. E fu in questo ambiente che il C. affinò la sua formazione culturale e politica, avvicinandosi, convinto in questo da E. Covelli, al socialismo libertario.
Dopo aver fondato, nel 1878, primo di una lunga serie, un suo giornale, IlMasaniello, ed aver diretto IlPiccone, un giornale compilato quasi esclusivamente da studenti e che godette di buona fama nell'ambiente intemazionalista dell'epoca, sviluppò un'intengh attività giornalistica, collaborando alla Rivista internazionale del socialismo di Milano, al settimanale In Marcia di Pesaro e ad altri periodici del filone anarchico.
Attivo anche sul piano politico, firmò, nel 1878, un manifesto per le terre irredente e un altro per i carcerati della banda del Matese, preparato dalla federazione napoletana dell'Internazionale, e, oltre a mantenere contatti coi più noti esponenti dell'anarchismo italiano, si fece anche propagatore della dottrina socialista nel suo paese di origine.
Dopo alcuni processi di minore importanza, nel 1885 fu condannato a ventidue mesi di carcere per aver collaborato alla pubblicazione dei periodico La Questione sociale di Firenze, diretto dall'anarchico Malatesta. All'arresto preferì la fuga, prima in Corsica e poi nella Francia meridionale. Stabilitosi, in un primo momento, a Nizza, dove modificò in anarchico il programma politico del giornale Lo Schiavo, e a Marsiglia, dove fondò un giornale bilingue, L'Internationale anarchiste, il C. si trasferì, nel 1887. in Tunisia, nella cui capitale, polo di attrazione dei perseguitati italiani durante la reazione crispina e sede, già, di una fiorente colonia italiana, livornese e siciliana in particolare, visse, tranne brevi soggiorni nella natia Calabria, fino alla morte.
A Tunisi il C. "non aveva amicizie. Jules Montales (ex colonnello comunardo) lo protesse nei confronti della polizia francese che voleva arrestarlo per ordine dei Consolato italiano, e i Cappuccini della missione lo introdussero fra gli ammalati della città" (Riggio, p. 70).
Accanto ad una fattiva opera di sanitario negli ospedali locali (le fonti di polizia ci informano del conseguimento della laurea a Tunisi, ma il C. nelle sue memorie fa capire di aver esercitato la. professione senza titolo), svolse una feconda opera giornalistica collaborando al tempo stesso a periodici tunisini e italiani, entrando in lizza nelle competizioni politiche, sia locali che italiane.
"Nel campo giornalistico era solidamente già introdetta L'Unione sorta per difendere gli interessi economici dei livomesi, inseriti abilmente nella politica antifrancese di taluni circoli nazionali. Non occorreva grande acume per vedere che la grande massa degli emigrati di Sicilia, laboriosa e docile, era preda dei vari "entrapreneurs" spregiudicati, disorganizzata e divisa sul mercato del lavoro. Con un certo Grassi il Converti volle agitare le acque paludose del patriarchismo locale e fondava l'Operaio, settimanale dal sottotitolo pomposo di organo degli anarchici di Tunisia e di Sicilia" (Riggio, p. 71).
II C. non disdegnava, anche, di collaborare a giornali democratici della borghesia di sinistra, per diffondere la sua dottrina libertaria, svolta in uno stile senza enfasi e retorica e in una prosa facile e sciolta, e molti giornali, sia di lingua francese che italiani, accolsero i suoi scritti. Fra gli altri si ricordano: La Petite Tunisie di Tunisi, L'Avenir social e Le Courier, entrambi di Tunisi, L'Emancipateur di Algeri, Il Progresso di Palermo, Il Picconiere di Marsiglia, Il Secolo e La Gazzetta di Milano, Il Momento di Parigi, L'Avvenire sociale di Messina e financo la stessa Unione di Tunisi, portavoce del nazionalismo ebraico italiano.
Nel suo primo ritorno in Calabria, avvenuto nel 1909, il C. si fece trascinare da un vasto movimento popolare iniziato nell'alto Ionio cosentino per reclamare l'attuazione di alcune infrastrutture, il che lo spinse ad accarezzare l'idea di spingere le masse ad applicare l'azione diretta nel campo politico e nel 1913, in occasione dei suo secondo viaggio in Italia, destando enorme sensazione nell'ambiente anarchico italiano ed europeo, si presentò candidato con programma comunista anarchico nel collegio di Cassano Ionio.
Alle critiche degli anarchici segui il plauso di alcuni socialisti legalitari. De Felice Giuffrida gli scrisse per mettersi a sua conipleta disposizione, ma il suo tentativo, naturalmente fallito, nonostante l'attiva campagna elettorale, rimase come una protesta verbale contro lo Stato accentratore della borghesia capitalistica.
Dopo la breve parentesi, il C., convinto che non era possibile ad un anarchico conciliarsi, in qualche modo, con la prassi elettoralistica e parlamentare, rientrò a Tunisi e si dedicò al lavoro e alla famiglia. Durante gli anni del fascismo, pur attenuando la sua propaganda, mantenne continui contatti con gli ambienti anarchici ed antifascisti.
Il C. morì a Tunisi il 14 sett. 1939, e al suo funerale parteciparono tutti gli antifascisti residenti in Tunisia.
Fra le opere del C. si ricorda: Repubblica e Anarchia, Tunisi 1889, certamente il suo scritto più importante; Socialismo o repubblica, s.l. 1900; Che cos'è il socialismo, Messina 1900.
Fonti e Bibl.: Roma Arch. centrale d. Stato, Casell. politico centrale, fasc. personale; Ministero Interno, Gabinetto Prefettura, Rapporti semestrali, Cosenza, B.7 fasc. 21; Imola, Biblioteca comunale, Fondo Costa, lettere del C.; A. Riggio, Un libertario calabrese in runisia: N. C., in Arch. stor. per la Calabria e la Lucania, XVI (1947), 1-4, pp. 65-88; G. Damiani, Attorno a una vita, Newark, N. J., 1940 (la biografia dei C. era stata pubbl. a puntate dal Damiani sull'Adunata dei refrattari di Newark dal 9 dic. 1939 in avanti); Confessioni e battaglie, ricordi autobiografici del C. in forma di lettera a N. Napolitano, pubblicati sull'Adunata dei Refrattari, 28 ottobre-2 dic. 1939; Il movimento operaio ital., Diz. biogr., II, pp. 84 s. Altre notizie si trovano in P. C. Masini, Gli Internazionalisti. La Banda dei Matese (1876-1878), Milano-Roma 1958, ad Indicem;Id., La Prima Internaz. in Italia nelle carte dei fratelli Ceretti, in Movimento operaio e socialista, XI (1965), 1-2, pp. 67-68; Id., Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta 1862-1892, Milano 1969, ad Indicem. Si veda inoltre: La Federazione italiana dell'Associazione internazionale dei lavoratori. Atti ufficiali 1871-1880, a cura di P. C. Masini, Milano 1963, ad Indicem; Il movimento operaio e socialista. Bilancio storiogr. e problemi storici..., Milano 1965, ad Indicem;F. Della Peruta, Democrazia e socialismo nel Risorgimento, Roma 1965, ad Indicem;L. Briguglio, Il partito operaio ital. e gli anarchici, Roma 1969, ad Indicem. Altri dati, in G. Cerrito, Il processo di formazione e lo sviluppo dei fasci dei lavoratori nella provincia di Messina, in Movimento operaio, n.s., VI (1954), p. 965; P. Borzomati, La Calabria dal 1882 al 1892nei rapporti dei prefetti, Reggio Calabria 1974, p. 21; R. Paris, L'Italia fuori d'Italia, in Storia d'Italia, a cura di R. Romano-C. Vivanti, IV, 1, Torino 1975, p. 568; E. Esposito, Il movim. operaio in Calabria. L'egemonia borghese (1870-1892), Cosenza 1977, ad Indicem. Per un quadro dell'attività giornalistica del C.: Bibl. del socialismo e del movimento operaio italiano, Periodici, I-II, Roma-Torino 1956, ad Indices;G. Cerrito, I periodici di Messina. Bibliografia e storia, Milano 1961, ad Indicem;L. Bettini, Bibliografia dell'anarchismo, I, Periodici e numeri anarch. in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1970, Firenze 1972, pp. 18, 21, 37, 40, 43, 132. Infine si veda L'Avvenire di Modena, 29 giugno 1878, e per la sua partecipazione elettorale: Statistica delle elezioni generali Polit. alla XXIV legislatura, Roma 1914, ad Indicem.