CHIERICATI, Niccolò (Chierigati, Nicola de Chericatis)
Primogenito di Valerio Gregorio - che era stato condottiero di Gian Galeazzo Visconti e poi notaio - e di Lucia di Zambon Ovetari, nacque a Vicenza probabilmente nel 1415. Ricevette la sua prima istruzione a Vicenza; nel gennaio 1434 appare nei ruoli degli studenti di diritto civile dell'università di Padova. Poco più di quattro anni dopo si licenziò in diritto civile nel medesimo Studio, avendo come promotori Prosdocimo Conti, Paolo Dotti, Angelo degli Ubaldi il Giovane, Francesco Porcellini e Francesco Capodilista. L'8 giugno 1438 conseguì il dottorato in diritto civile e venne assunto nel Collegio padovano dei dottori giuristi. In precedenza, probabilmente nel 1437, era stato fatto cavaliere dall'imperatore Sigismondo; nel gennaio del 1443 fu armato cavaliere da Leonello d'Este, signore di Ferrara e di Modena.
Il C. fu podestà a Modena sotto Leonello nel 1439 e poi nuovamente nello stesso 1443. Durante il 1444 fu podestà di Firenze per due periodi di sei mesi; nel 1445 podestà di Perugia e l'anno successivo di Siena. Fu anche podestà di Bologna. Il 28 ott. 1446 Eugenio IV lo nominò senatore di Roma, come successore di Giovanni Filangieri; e in tale carica il C. venne confermato da Niccolò V con lettere del 9 apr. 1447. Sembra che egli tenne la carica di senatore per sei mesi, dal 1º giugno al 1º dic. 1447. L'anno successivo tornò a Vicenza, dove tenne un'orazione in occasione della partenza del podestà Aurio Pasqualigo.
È possibile che, tornato da Roma, il C. continuasse ad avere incarichi podestarili; sembra, comunque, che egli passasse a Vicenza la maggior parte dei suoi ultimi anni, ricoprendovi la carica di giudice. Qui sposò Caterina, figlia del famoso umanista vicentino Antonio Loschi, forse nel 1437, e qui egli funse da testimone del testamento del suocero nel 1440. Dal matrimonio nacquero sei figli, cinque maschi e una femmina. La figlia, di nome Lucia, sposò il nobile vicentino Angelo Niero; dei figli, Pietro, il maggiore, fu insignito del titolo di conte palatino da Federico III il 7 giugno 1474; Leonello divenne vescovo di Arbe, Traù e Concordia e fu nunzio papale di Innocenzo VIII e Alessandro VI; Giovanni, Niccolò e Valerio furono funzionari veneziani di Terraferma. Nel 1488 il C. divise la sua sostanza, comprendente proprietà a Chiampo, Bertesina e Soela nel Vicentino e alcuni terreni ricevuti dalla famiglia Niero, tra questi tre ultimi figli, promettendo di provvedere a Leonello nel testamento. Alla fine del 1492 fece testamento, disponendo la costruzione di un altare e di una cappella di famiglia nella chiesa di S. Corona, da intitolare a S. Niccolò da Tolentino.
Il C. morì a Vicenza nel dicembre 1492; l'orazione funebre in suo onore fu pronunciata dall'umanista perugino Francesco Maturanzio.
Del C. sono giunte a noi soltanto alcune orazioni pronunciate quando era podestà a Bologna, Modena e Firenze. Per la maggior parte si tratta di discorsi tenuti a Firenze per accogliere i nuovi Priori che venivano eletti ogni due mesi. Sempre in questa città egli pronunciò Orazioni quando assunse la carica di podestà, per l'elezione dei sedici gonfalonieri e per la nomina dei rettori che governavano le città del contado. Scritte sia in latino sia in volgare, esse mostrano più di una superficiale familiarità con gli autori classici come Aristotile, Cicerone e Sallustio: il C. cita anche dalla Divina Commedia e dal Dittamondo di Fazio degli Uberti. I temi ricorrenti sono quello della grandezza di Firenze quale erede della Repubblica romana e quello della necessità che i Priori frenassero le discordie interne, si opponessero ai nemici esterni e provvedessero alla sicurezza e alla giustizia per tutti i cittadini. Enfatizzando la grandezza culturale di Firenze e l'importanza dell'amor di patria, le orazioni del C. mostrano strette affinità con la tradizione dell'umanesimo civile fiorentino.
Il corpus delle orazioni ci è giunto attraverso le Orationes domini Nicole de Chericatis clarissimi equitis vicentini, della Bibl. nazionale di Firenze, codice II, IV 556 (Magl. VI, 154), di ff. 17, sec. XV (cfr. G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d'Italia, XI, p. 89). Il manoscritto contiene le orazioni seguenti: 1) ff. 1r-2v: Per ingresso dei nuovi signori di Bologna; 2) ff. 3r-4r: Sermo quando intrant domini Florentie; 3) ff. 4r-7r: Sermo quando intrant domini; 4) ff. 7r-9r: altro Sermo quando intrant domini; 5) ff. 9r-10v: Sermo alius quando intrant domini; 6) ff. 10v-11v: Sermo alius quando intrant domini;7) f. 12rv: Sermo in introitu dominorum domini Nicole de Chericatis,clarissimi equitis Vicentini eximiique legum doctoris potestatis civitatis Florentie; 8) f. 13rv: Sermo in introitu dominorum eiusdem domini Nicole de Chericatis; 9) f. 14r: Sermo eiusdem domini Nicole de Chericatis electi in potestatem Florentie in ecclesia Sante Marie del Fiore pro novo ingressu et iuramento,die 25 Iulii 1444; 10) f. 14r: Responsum eiusdem de Nicole de universitatem Studii florentini,in principio studii; 11) f.14v: Eiusdem de Nicole in introitu Gonfaloneriis societatum die viii Ianuarii 1444; 12) ff. 14v-15r: Eiusdem de Nicole Ferrarie in kalendis Ianuarii 1443,dum miles creatus esset et potestas Mutino electus ab ill. March. Estensi; 13) f. 15rv: Eiusdem domini Nicole die v Ianuarii 1443; 14) f. 15v: Eiusdem de Nicole in kalendis lanuarii 1444,dum sceptrum potestarie Mutine consignaret successori suo; 15) f. 16r: Responsio que fit dominis quando fit protestatio rectoribus [Florentie]; 16) f. 16v: Responsio que fit dominis quando fit protestatio rectoribus; 17) f. 17r: Circa idem; 18) f. 17v: Exordium ad eligendos rectores et officiales constituti fuerunt ad custodiam regionis. Un altro codice del sec. XV, conservato presso la Biblioteca naz. Marciana di Venezia (XI, 100 [=3938]), contiene, ai ff. 232v-234v, l'orazione che nel ms. fiorentino citato sopra si trova ai ff. 12r-12v (cfr. P. O. Kristeller, Iter Italicum, II, p. 255).
Fonti e Bibl.: Vicenza, Bibl. com. Bertoliana, G. da Schio, Memorabili, C, ff. 220-221, e tav. XII; G. Marzari, La historia di Vicenza, Vicenza 1604, pp. 144, 335; F. Tomasini, Theatro geneal. delle famiglie..., Chieregata, Venezia 1677, p. 2; Angiolgabriello di Santa Maria [P. Calvi], Bibl. e storia di quei scrittori così della città come del territorio di Vicenza..., Vicenza 1722, I, p. CCXXIX; II, pp. LXXX-LXXXIV; F. A. Vitale, Storia diplom. de' senatori di Roma dalla decad. dell'Impero romano fino a nostri tempi, II, Roma 1791, p. 417; G. da Schio, Sulla vita e sugli scritti di A. Loschi,uomo di lettere e di Stato,commentarii, Padova 1858, pp. 206, 208, 211;A. Salimeni, Serie cronol. dei senatori di Roma, in Arch. d. R. Soc. romana di storia patria, LIII-LV (1930-1932), pp. 136, 173, 175; Id., Senatori e statuti di Roma del Medioevo, I, Senatori cronologia e bibliografia dal 1144 al 1447, Roma 1935, p. 192; C. Manaresi, Genealogia della fam. Chiericati, Vicenza 1960, pp. 22 s., 27 s.; G. Zonta-C. Brotto, Acta graduum academ. Gymnasii Patavini ab anno 1406 ad annum 1450, Padova 1970, I, p. 312 n. 973; II, pp. 61 n. 1263, 62 n. 1267, 122 n. 1532; L. Gualdo Rosa, Un doc. inedito sull'ambiente culturale padovano della seconda metà del sec. XV: il "Dialogus" di Leonello Chieregati, in Quaderni per la st. dell'univ. di Padova, IV (1971), pp. 5 s., 32-34.