BARBARIGO, Niccolò
Nacque a Venezia il 21 marzo 1534 da Giovanni Battista e da Istriana (non Giustina) Gritti, figlia di Vincenzo del fu Pietro e di Paola Moro (Mauro) di ser Cristoforo. Nella prima giovinezza studiò a Venezia con Marco Pasqualigo e poi con Iacopo Foscarini (cfr. Orationes duae Marci Pasqualici philosophiae et theologiae doctoris,Ferrariae 1548: nella lettera dedicatoria ad Antonio Da Mula, più tardi cardinale, il Pasqualigo ricorda che il B. si distinse nella sua scuola per "assiduità dello studio", come pure per "l'ardore ch'ei nutre per le lettere").
Studiosi rinomati elogiarono il suo zelo per gli studi e le sue non comuni attitudini. Agostino Valier (Quibus in artibus adolescens venetus debeat excellere,Verona 1577, pp. 72 S.) scriveva di lui: "Transfert ille adolescens ~cioè il B.) e graecís et latinis scriptoribus in nostram linguam quasdam sententias ita venuste, iisque tanto iudicio pro suis utitur, ut omnes in sui admirationem trahat: qui cuni aetate processerit et studium operainque in rebus praeclaris tractandis colocabit, Deus bone!, quam magnus est futurus orator".
A Venezia fu anche discepolo di Iacopo Foscarini, ma presto si trasferì a Padova, e all'università ebbe, fra gli altri, come maestro, Bernardino Tomitano (cfr. Pietro Buccio, Le coronazioni di Francia e di Polonia del cristianissimo Enrico III, Padova 1576, p. 135). A Padova fu suo compagno di studi e amico il già menzionato Agostino Valier, che in un suo scritto (De cautione adhibonda in edendis libris,Patavii 1719, pp.3 s., 32) ricorda con entusiasmo gli anni dei comuni studi. "Pareva nato - così scriveva del B. - all'eloquenza.,. Scriveva egregiamente nel latino idioma così in verso come in prosa". Le discipline di cui preferiva occuparsi a Padova erano filosofia e retorica e in esse divenne un vero maestro.
Dopo il suo ritorno da Padova a Venezia fu presentato per la barbarella il 21 nov. 1554. Dai registri del segretario alle Voci (elezioni avvenute in Senato) si rileva che il B. fu eletto il 6 sett. 1556 "per totum martium 1557" e il 28 dic. 1559 (cinque savi agli Ordini) "per tutto zugno 1560". Dalle elezioni in Maggior Consiglio risulta quanto segue: "Consiliarii Caneae remansit 1560, 9 aprile ser Niccolò Barbarigo de ser Zuan Battista. Intravit primo octubris 1558, complevit ultimo marzo 1561" (nello stesso tomo di tempo suo padre era rettore di Rettimo a Creta). Dal 10 febbraio al 15 luglio 1561 sembra aver fatto parte, per la prima volta, della cosiddetta Quarantia nella quale fu introdotto un'altra volta dal 10 giugno 1568. In questa carica appare anche il 10 giugno 1558 un Niccolò Barbarigo del quale non è precisato il patronimico. A improbabile che sia il B., ancora troppo giovane. Il 13 nov. 1571 e poi ancora di nuovo il 10 febbr. 1579 fu nominato avogador di Comun per sedici mesi. Gli fu così concessa una carica di particolare fiducia, della quale dovette mostrarsi degno come lascia intendere la sua rielezione.
Nel frattempo egli aveva coperto, a partire dal 17 genn. 1573, l'importante carica di podestà di Verona. La benefica attività svoltavi dal B. risulta da parecchi documenti. Cesare Nichesola (Raccolta delli componimenti scritti in lode del clarissimo signor Nicolò Barbarigo podestà di Verona,Verona 1576) si occupa ampiamente delle benemerenze del podestà, e il bresciano Girolamo Donzellini (Lettere de' cdpi delle Repubbliche,Venezia 1576) si prodiga nelle lodi del B. come risulta dalla dedica della sua opera.
Nella chiesa di S. Proculo posta vicino alla basilica di S. Zeno a Verona si leggeva una iscrizione latina che i Veronesi grati dedicarono al loro podestà, e il cui testo, oggi perduto, è tramandato da F. Sweert (Selecta christiani orbis delicia, Colonia 1608, p. 165; cfr. G. M. Mazzuchelli , Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 245). Bartolomeo Giuliari in un'operetta stampata a Verona nel 1818 (cfr. E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, II, Venezia 1827, p. 245), consistente in una relazione sugli scavi eseguiti in quell'anno nell'anfiteatro di Verona, menziona anche un'iscrizione che ricordava il capitano Alvise Contarini ed il podestà Niccolò Barbarigo (1575).
Rientrato a Venezia nel 1576, il B. ricoprì ancora varie cariche onorifiche: fu savio di Terraferma e ancora una volta avogador di Comun (11 nov. 1576). Il 10 marzo 1577 fu nominato bailo a Costantinopoli, dove sostituì Giovanni Correr; in questa carica restò fino alla morte, avvenuta a Costantinopoli l'8 novembre 1579.
Da Costantinopoli mandò un gruppo di interessanti dispacci che si conservano nell'Archivio di Stato di Venezia (Archivio proprio, di Costantinopoli, 5, filza i i: dispacci dal 30 sett. 1577 al 27 febbr. 1578; filza 12: dispacci dal 7 marzo 1578 al 20 febbr. 1579, dispacci 1-83; filza 13: dispacci dal 7 marzo 1579 al 2 nov. 1579). il dispaccio n. 57 contiene la relazione della morte, stesa dal suo segretario Gabriele Cavazza (cfr. Dispacci degli ambasciatori al Senato, Indice, Roma 1959, P. s). Il suo corpo fu trasferito da Costantinopoli a Venezia, dove fu seppellito nella chiesa di S. Maria della Carità.
Sulla sua attività ricca di risultati come bailo veneziano presso la Porta esistono testimonianze contemporanee lusinghiere. Elogiarono particolarmente la sua ospitalità vari viaggiatori europei come Hans Jacob Breuning von und zu Buchenbach (1579, cfr. il suo Orientalische Reyss, Strassburg 1612), e Jean Carlier, seigneur de Pinon (1579, cfr. la sua Relation du voyage en Orient,apparsa in Revue de l'Orient latin, XII[1909-1911], p. 330).
Il B., valente oratore, dovette comporre parecchie orazioni (di cui soltanto poche conservate) che ai suoi tempi furono considerate modelli di perfezione formale e contenutistica. Erano famose in particolare quelle sul doge Andrea Gritti e su Gasparo Contarini. Scrisse anche probabilmente, come ricordano Apostolo Zeno e Agostino Valerio (nel suo Memoriale a Luigi Contarini), una Sinopsi a' giovani sull'amministrazione della repubblica, ma pare che l'opera non sia stata mai completata sebbene, già prima di entrare in carica a Costantinopoli, fosse vivo in lui il desiderio di condurla a termine (cfr. A. Valerio, Ricordi per scrivere le istorie della Repubblica di Venezia di questi tempi, dati a M. Luigi Contarini cav., pubblicato da F. Giov. Batt. Contarini O. P., in Anecdota veneta, I, Venezia 1757, Parigi, e Marco Foscarini, Della letteratura veneziana, Venezia 1854, pp. 273, 319). Di tutti i suoi scritti, non ancora sufficientemente identificati, è stato pubblicato solo un discorso sul doge A. Gritti, che Iacopo Morelli pubblicò in latino (Venezia 1793) e lo stesso anno in traduzione italiana, con una biografia del Barbarigo.
Bibl.: Il primo profilo biografico del B. è dovuto a Francesco Cortes, Elogium N. Barbarici et M. A. Trevisani, Venetiis 1625. Più ampie notizie dà tuttavia l'abate D. Iacovo Morelli, prefetto della Biblioteca Marciana in Venezia. Una medaglia del B. si trova in Numismata virorum illustrium ex Barbadica gente, Patavii 1732, p. 99. Oltre alle fonti citate nel testo, cfr. A. Valier, Dell'utilità che si Può ritrarre dalle cose operate dai Veneziani, Libri XIV, Padova 1787, pp. 382 ss. (vi si riporta un intervento del B. in Senato, in qualità di avogador 115721, allorché per le difficoltà crescenti a sostenere la guerra contro i Turchi, si propose la vendita degli uffici esercitati dai segretari e dai notai nelle magistrature); Epistolario manuziano. Inventario cronologico-analitico: 1483-1599, a cura di E. Pastorello, Firenze 1957, v. Indice, p. 2A (lettere di Paolo Manuzio al B.); P. Manuzio, Tre libri di lettere volgari,Venezia 1556, cc. 108-110; Id., Lettere volgari divise in quattro libri, Venezia 1560, cc. 105-107 (Epistolario....D. 57, n. 610), cc. 44 s., 154 S. (Epistolario..., pp. 59, n. 633, 81, n. 954); G. Degli Agostini, Notizie istorico-critiche intorno la vita e le opere degli scrittori viniziani,Venezia 1752, p. LIV, dove si apprende che il B. aveva intrapreso un'opera sugli scrittori veneziani. La notizia viene riferita da un memoriale ms. di A. Valier, dedicato a Luigi Contarini, ed alla stessa p. LIV si precisa che il memoriale del Valier è contenuto in un codice ms. cart. in folio, Presso i nobili Vendramini Carmeni; G. Cozzi, Un documento sulla crisi della "Sacra Lega": le confidenze del padre Francisco Toledo all'avvogadore di comun N. B.(Ottobre 1572), in Arch. veneto, LXVII (1960), pp. 76-96. Il testo dell'epitaffio del B. si legge in G. Tassini, Iscrizioni dell'ex chiesa, convento e confraternita di S. Maria della Carità in Venezia, in Arch. veneto, XI (1876), pp. 379 s., iscrizione n. 28. Le correzioni apportate ai dati forniti dal Morelli sulla carriera del Barbarigo sono fondate sulle informazioni archivistiche forniteci dal direttore dell'Archivio di Stato di Venezia, R. Morozzo della Rocca.