NASALLI ROCCA di Corneliano, Giuseppe
NASALLI ROCCA di Corneliano, Giuseppe. – Nacque a Piacenza il 14 ottobre 1823, primogenito di Giambattista (1794-1859, amministratore degli Ospedali civili) e di Anna Rocca di Corneliano (1800-1887, benefattrice e ultima discendente di una nobile famiglia di origine genovese).
Ebbe due fratelli e una sorella: Pietro (1825-1881, padre di quattro figli tra cui il futuro arcivescovo di Bologna, Giovanni Battista); Gaetano (1825-1912) e Luigia (1829-1845). Sposò il 12 settembre 1849 Alix de Foras (1826-1859, savoiarda discendente dei Saint Réal e dei de Maistre), da cui ebbe cinque figli: Stanislao (ufficiale dei bersaglieri nato nel 1850 e scomparso nel 1909), Saverio (1856-1933, ufficiale durante la prima guerra mondiale e dal marzo 1923 al settembre 1924 prefetto di Milano), Amedeo (1852-1926, prefetto dal 1901 al 1913 di varie città italiane tra cui Reggio Calabria e Venezia), Laura (sposata con il conte Antonio Milesi Ferretti e autrice di una breve biografia del padre dal titolo La cara e buona immagine paterna, edita nel 1913 a Senigallia), e Maria (moglie del marchese Riccardo Trionfi).
Frequentò dapprima il collegio gesuita di S. Pietro in Piacenza e poi, nel 1845, proseguì gli studi presso la facoltà di legge dell’Università la Sapienza di Roma. Le preoccupazioni per la situazione politica creatasi all’inizio del pontificato di Pio IX spinsero tuttavia la famiglia a richiamare a Piacenza il giovane, favorevole alla corrente risorgimentale neoguelfa.
Oltre a ricoprire il ruolo di assessore e consigliere comunale e provinciale, Nasalli si distinse per la sua attività di erudizione e di scavo storiografico locale a partire dalla partecipazione alla Società editrice degli statuti, dei diplomi, delle cronache riguardanti la storia delle province di Parma e Piacenza, incaricata dei Monumenta historica ad provincias Parmensem et Placentinam pertinentia, promossi nel 1855 per decreto di Maria Luisa di Borbone. Fu poi membro attivo della Deputazione di storia patria delle province parmensi dal 1862 fino al 1905, quando ne divenne membro emerito.
Fu autore di numerosi saggi a carattere storico, politico e religioso: la sua opera principale è Per le vie di Piacenza. Ricordi di storia patria e pensieri (1909; ristampa Piacenza 1973, con Introduzione di G. Valentini), che ricostruisce sulla base di fonti bibliografiche e archivistiche la storia della città secondo un criterio topografico (ciascun capitolo infatti reca come titolo riferimenti specifici a vie e piazze), utilizzando gli spazi urbani come area da cui attingere informazioni e giudizi su eventi, personalità, atmosfere legate ai cambiamenti politici e sociali dal Medioevo all’annessione allo Stato unitario. Dall’opera emergono, da un lato, la fiera esaltazione dei tratti autonomistici, indipendentistici e di primazia economica della città lungo i secoli contro lo straniero austriaco ma anche contro signorie non locali come quella lombarda dei Visconti, dall’altro, la critica allo spirito di decadenza penetrato nella popolazione nel momento in cui ha iniziato ad abbandonare la tradizione guelfa e condividere idee, comportamenti e istituzioni legati ad altri Stati e ambienti. In questo senso risultano significativi soprattutto due passi: il primo incentrato sulla sterilità intrinseca all'ideologia progressista rispetto alla forza della tradizione; il secondo sull’annessione al Regno italiano che ha posto fine all’esperienza risorgimentale e allo stesso tempo all’ipotesi guelfa che l’aveva percorsa. Nel primo caso lo storico definisce «nuvole di utopie» le tendenze a disfarsi del passato istituzionale della città per appoggiare le novità del presente a ogni costo: «E pure le condizioni sociali mutano nelle apparenze, e pochissimo nella sostanza. Intanto per cotali baie, la società, invece di giovarsi di progressivi miglioramenti, cammina a sbalzi condannata al lavoro di Penelope, disfacendo e rifacendo il disfatto. Quando l’albero è veramente morto non è uopo di scure, cade e infracidisce da se stesso. Colla violenza della bipenne le piante che serbano vive le radici, ripullulano dal tronco e, proprio all’opposto della intenzione di chi opera, acquistano dalla potatura nuovo vigore» (p. 215). Nel secondo ancora più forte spicca l’anima di cattolico deluso dagli eventi italiani rispecchiatisi nella vita piacentina: «Certamente i piacentini si addimostrarono più spesso guelfi e ciò era un vanto nel '48, quando gridavasi insieme viva Pio IX e viva il Re. Nel passato d’Italia non vedevasi allora che guelfismo, mentre ora non vi si riscontra se non ghibellismo. Povera storia, ridotta non di rado ad un attaccapanni a cui appiccare livree d’ogni colore!» (p. 415).
Studioso dei dialetti italiani e in particolare di quello piacentino, Nasalli fu promotore nel 1906 della nascita del Bollettino storico piacentino. L'attività di epigrafista trovò parziale accoglienza nel volume Epigrafi (edito nel 1904 per volontà dei figli in omaggio al padre) e incentrato su vari momenti e personaggi: da Pietro Giordani a Dante, da Urbano II ai caduti italiani in terra d’Africa nel 1887, dalla Lega di Legnano a Cesare Cantù; filo rosso del lavoro la sottolineatura in chiave guelfa del legame insolvibile fra l’Italia, la sua storia e il cattolicesimo.
Nasalli fu membro a Piacenza della Commissione dei monumenti, della Commissione provinciale per la conservazione dei documenti, dell’Istituto Gazzola, degli Asili infantili, della congregazione della Torricella, dell’Ospizio marino, del Monte di pietà, dell’amministrazione della Biblioteca comunale di Piacenza e vicepresidente della Commissione araldica parmense.
Colpito da trombosi nel settembre 1908, morì a Piacenza il 26 aprile 1909.
Altre opere: Legazione a Londra del conte Gian Angelo Gazzola dal 1713 al 1716, in Atti e Memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie modenese e parmensi, 1874; Ambascieria a Vienna del conte Ferrante Anguissola (1703), ibid., 1875; Industrie e commercio in Piacenza ai tempi del Du Tillot, in Strenna piacentina, 1897-98; Lettere di Giulio Alberoni a Ignazio Rocca, ibid., 1900; La chiesa di S. Matteo, in Indicatore ecclesiastico piacentino, 1896.
Fonti e Bibl.: Piacenza, Arch. storico comunale, Onoranze a consiglieri comunali o a persone illustri di Piacenza, b. 9: Conte G. N. R., 26 aprile 1909; Arch. di Stato di Ancona, Archivio Milesi Ferretti, Corrispondenza Laura Nasalli Rocca Milesi Ferretti, b. 1: (1874-1932), dal padre Giuseppe 1878-1907; Piacenza, Biblioteca comunale «Passerini-Landi», Manoscritti di G. N. R. (documenti non inventariati); Schedario Rapetti, s. v.; I padri della patria. Bozzetti e ritratti, in Il Piccolo, 4 febbraio 1885; Il conte G. N. R., in La Libertà, 27 aprile 1909; F. Picco, Cronache letterarie. Ricordi e rimpianti, ibid., 1° ottobre 1909; G. Tononi, Il conte G. N. R. (1823-1909). Cenni biografici, in Bollettino storico piacentino, gennaio-febbraio 1909, pp. 154-166; E. Nasalli Rocca, Nel centenario del conte G. N. R., ibid., ottobre-dicembre 1923, pp. 145-150 con bibliografia degli scritti editi di Nasalli; S. Fermi, Il centenario d’uno storico piacentino. Il conte G. N. R., in La Libertà, 14 ottobre 1923; In memoria del conte G. N. R. 1823-1923, in Nuovo Giornale, 23 ottobre 1923; E. Nasalli Rocca, I tempi, gli uomini, le idee, in Centenario della Deputazione di storia patria per le province parmensi. 1860-1960, Parma 1962, p. 17; Id., Un convegno storico regionale a Parma nel 1860, in Aurea Parma, gennaio-agosto 1966, pp. 52-56; Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano, arcivescovo di Bologna (1872-1952), a cura di F. Molinari, Roma s.d., pp. 29-30; E.F. Fiorentini, Personaggi piacentini dell’ultimo secolo (1870-1970), Piacenza 1972, pp. 78-80; F. Da Mareto, Bibliografia generale delle antiche province parmensi, I, Autori, Parma 1973, pp. 404-406; II, Soggetti, Parma 1974, p. 743; E.F. Fiorentini - B. Ferrari, Piacentini benemeriti degli ultimi cento anni, Piacenza 1977, pp. 148 s.; G. Fiori et al., Le antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi, Piacenza 1979, pp. 303 s.; C.E. Manfredi, in Dizionario biografico piacentino (1860-1980), Piacenza 2000, pp. 243 s.