MANFREDI, Muzio
Letterato cesenate, vissuto nella seconda metà del sec. XVI. Fu alla corte di Ferrante II Gonzaga, signore di Guastalla; nel 1591 era a Nancy, segretario di Dorotea di Lorena, duchessa di Brunswick. Oltre a madrigali, secondo la nuova moda cinquecentesca, e a lettere d'argomento letterario, specialmente drammatico (Lettere brevissime, Venezia 1605), scrisse nel 1583, e pubblicò nel 1593, una tragedia, La Semiramide, che gli diede fama e fu anche ristampata dal Maffei nel Teatro italiano (1723). Seguace dello Speroni e quindi imitatore di Seneca, il M. si compiace dell'atroce, del tenebroso, dell'inumano e impernia la sua tragedia sulla storia di due incesti, l'uno consumato, l'altro meditato, diluendo la rappresentazione delle ardenti passioni in lunghi ragionamenti.
Bibl.: A. Saviotti, M. M. e B. Guarini, in Guariniana, Pesaro 1888; A. Bertolotto, M. M. e Giuseppe Passi letterati in relaz. col duca di Mantova, in Il Buonarroti, s. 3ª, III (1888), fasc. 4-6; E. Briard, Le poète M. M. et Dorothée de Lorraine, in Journal de la Société d'archéologie de Lorraine, XXXVIII, fasc. 2; E. Bertana, La tragedia, Milano [1906], p. 85, e per la tragedia, B. Croce, in La critica, XXVIII (1930), pp. 180-81.