Mujeres al borde de un ataque de nervios
(Spagna 1988, Donne sull'orlo di una crisi di nervi, colore, 95m); regia: Pedro Almodóvar; produzione: Agustín Almodóvar, Antonio Llorens per El Deseo/Laurenfilm; sceneggiatura: Pedro Almodóvar; fotografia: José Luis Alcaine; montaggio: José Salcedo; scenografia: Félix Murcia; costumi: Humberto Cornejo, José M. de Cossío Peris; musica: Bernardo Bonezzi.
Madrid. Pepa, doppiatrice cinematografica, viene abbandonata dal suo amante Iván, doppiatore rubacuori. Ferita, ancora innamorata e perdipiù incinta, decide di non rassegnarsi e di dar la caccia al fedifrago. Seguono due incredibili giornate. Nel suo attico colorato, lussuoso e bizzarro (il terrazzo ospita una dozzina tra papere e galline) arrivano inattesi l'amica Candela, convinta d'essere ricercata dalla polizia per una storia con un terrorista sciita; la squinternata moglie di Iván, pazza per amore e ferma alla moda di trent'anni prima, minigonne e cappellini a tronco di cono; suo figlio Carlos, timido, lievemente balbuziente e con fidanzata oppressiva. Candela tenta il suicidio, ma perde solo una scarpa; Pepa prepara un gazpacho drogato di sonnifero; Marisa, fidanzata di Carlos, s'addormenta e quando si risveglia Carlos e Candela sono innamorati. Pepa cerca l'avvocatessa Paulina per occuparsi del caso di Candela, e non sa che Paulina è la nuova amante di Iván. I due, all'aereoporto, stanno per partire; Pepa li raggiunge, e sarà lei a salvare Iván da un attentato, anche se non lo ama più. Quindi se ne va, ormai libera dai suoi fantasmi d'amore.
Grandissimo successo nazionale (con oltre tre milioni di spettatori) e straniero (il film uscì anche negli Stati Uniti in versione originale sottotitolata), pluripremiato e candidato all'Oscar come miglior film straniero, Mujeres al borde de un ataque de nervios trasformò Pedro Almodóvar in una figura internazionale conosciuta dal grande pubblico, aprendo la strada alla sua futura indipendenza produttiva. Fu anche il primo film di Almodóvar adatto a un pubblico di tutte le età: meno aggressivo e quindi accettabile anche agli spettatori più maturi e tradizionalisti, non eccessivamente 'sessuale' nei temi e nel linguaggio e perciò adatto anche ai più giovani, dotato di un ritmo incalzante e di una grande carica di comicità. Le opere successive del regista hanno forse ridimensionato il film, relegandolo al ruolo di 'opera giovanile'; ma Mujeres al borde de un ataque de nervios doveva comunque avere qualcosa di speciale, se riuscì a trasformare Almodóvar non solo in un autore 'di culto' ma in un personaggio popolare, quasi familiare, in tutto il mondo, e se migliaia di persone di paesi diversi ridevano nei momenti giusti pur trattandosi d'un film di comicità verbale tipicamente spagnola, se non addirittura madrilena. Dopo alcuni film balbuzienti e semiamatoriali, tra cui due o tre successi di nicchia accettati con una certa reticenza dalla critica spagnola, Almodóvar era diventato un fenomeno universale. Benché possano risultare preferibili alcuni dei suoi film precedenti (¿Qué he hecho yo para merecer esto? ‒ Che ho fatto io per meritare questo?, 1984, e La ley del deseo ‒ La legge del desiderio, 1987, o lo sconcertante seppure per molti versi fallito Matador, 1986), con Mujeres al borde de un ataque de nervios Almodóvar raggiunse un grado di comunicazione con il pubblico poco frequente dai tempi della prematura scomparsa del cinema muto. Il nucleo narrativo del film è di carattere melodrammatico ed europeo (una sorta di adattamento libero di La voix humaine di Jean Cocteau), personalissima rivisitazione delle forme torrenziali di Minnelli, Cukor e Sirk; il suo ritmo folle lo avvicina invece alle screwball comedies dell'epoca d'oro di Hollywood, a loro volta debitrici nei confronti dello slapstick del muto; mentre certi colori e stridori ricordano piuttosto le commedie degli anni Cinquanta e Sessanta, da quelle più convenzionali con Doris Day a quelle surreali di Frank Tashlin e Jerry Lewis. Forse è proprio questo variegato involucro ciò che rende il film così immediatamente accessibile. I primi film di Almodóvar avevano un andamento più dispersivo, seguivano un numero eccessivo di personaggi e raccontavano troppe storie: in questo, invece, il regista cerca di sfrondare il racconto, privilegiando una narrazione centrale da cui si dipartono trame-satelliti, e trova il coraggio di amplificare tutti gli elementi (sentimentali, drammatici, decorativi, musicali, stilistici e interpretativi) fino a raggiungere una sorta di stilizzazione antinaturalista e per questo universale. I temi cessano di essere 'locali' e di aspirare alla verosimiglianza sociologica; la vicenda potrebbe svolgersi in qualsiasi parte del mondo, o in una nowhere land universalmente riconoscibile.
In un certo senso, quindi, sono un certo 'impoverimento', un relativo sradicamento e una maggiore astrazione che hanno contribuito al successo del film. Non mancano coloro che accusarono Almodóvar di essersi 'americanizzato', realizzando un film light e digeribile, in cui gli elementi drammatici vengono costantemente minimizzati. Certamente si tratta di un'opera meno provocatoria, temeraria e tragica delle precedenti, ma bisogna riconoscere che proprio a partire da qui, grazie alla posizione di forza e di prestigio conquistata, Almodóvar si è fatto più personale, feroce e audace, recuperando le proprie radici iberiche senza per questo risultare incomprensibile al resto del mondo. Non bisogna poi dimenticare la più singolare delle doti del regista, cioè la sua abilità nell'autopromuoversi, il suo genio pubblicitario, apparentemente al margine dei suoi film sebbene li accompagni dall'ideazione alla distribuzione; in Mujeres al borde de un ataque de nervios, forse per la prima e unica volta, la strategia autopromozionale era insita nel film stesso e aveva come obiettivo il lancio di Almodóvar superstar.
Interpreti e personaggi: Carmen Maura (Pepa), Julieta Serrano (Lucía), Antonio Banderas (Carlos), María Barranco (Candela), Rossy De Palma (Marisa), Kiti Manver (Paulina), Guillermo Montesinos (tassista), Chus Lampreave (portinaia), Loles León (centralinista), Ángel de Andrés-López (poliziotto), Fernando Guillén (Iván), Ana Leza (Ana), Ambite (Ambite), Francisca Caballero (speaker televisivo).
V. Russo, Man of La Mania, in "Film comment", n. 6, November-December 1988.
G. De Marinis, Donne sull'orlo di una crisi di nervi, in "Cineforum", n. 280, novembre-dicembre 1988.
P.-L. Thirard, Amants et maîtresses, histoires de fous et de folles, in "Positif", n. 335, janvier 1989.
E.H. Kissin, Women on the Verge of a Nervous Breakdown, in "Films in review", n. 2, February 1989.
Th. Jousse, Pastiche et mélange, in "Cahiers du cinéma", n. 416, février 1989.
J. Forbes, Ivan the Terrible, in "Sight & Sound", n. 2, Spring 1989.
C. Murcia, Femmes au bord de la crise de nerves: étude critique, Paris 1995.
P.W. Evans, Women on Verge of a Nervous Breakdown, London 1996.
L.M. Willem, Almodóvar on the Verge of Cocteau's 'La voix humaine', in "Literature/Film quarterly", n. 2, April 1998.
Sceneggiatura: in "L'avant-scène du cinéma", n. 445, octobre 1995.