MONTEFANI CAPRARA, Lodovico Maria
MONTEFANI CAPRARA, Lodovico Maria. – Nacque a Bologna il 13 ottobre 1709, da Marc’Antonio, esponente della nobiltà anconetana che aveva trasferito a Bologna la famiglia, e da Maddalena Guicciardini.
Compì studi umanistici presso i gesuiti bolognesi; si laureò in diritto civile e canonico a Bologna il 25 novembre 1732 e nel 1734 fu associato al Collegio dei giudici e avvocati della città. Riordinò l’archivio della Gabella grossa, compito per il quale è attestato un pagamento per l’anno 1736. Nel 1740 ottenne dal Senato felsineo una lettura legale nello Studio che conservò fino alla morte, acquisendo notevole reputazione. Nello stesso anno fu incaricato dal Senato di sostituire alla Biblioteca dell’Istituto delle scienze il bibliotecario Alessandro Branchetti, di cui era già sottobibliotecario; nel 1747, alle dimissioni di Branchetti, assunse formalmente la qualifica di bibliotecario. Dal 1741 insegnò nautica e geografia presso l’Istituto delle scienze. Fin dai primi anni d’insegnamento si affermò quale consulente legale degli organi di governo bolognese, in particolare dell’Assunteria de’ magistrati e dell’Assunteria di camera. Nel tempo ricoprì le cariche di giudice dei Tribuni della plebe, giudice del magistrato degli Anziani, giudice del foro dei mercanti e governatore dell’Opera dei poveri vergognosi.
Parallelamente all’insegnamento e alla pratica legale si dedicò agli studi di storia, storia del diritto e genealogia. Tali ricerche condussero a una mole imponente di schede e manoscritti destinati alla sua morte all’Istituto delle scienze, per confluire poi nella Biblioteca universitaria; redasse inoltre pareri di carattere giuridico per Assunterie del Senato bolognese, testi di diritto a corredo del suo insegnamento e profili politico-istituzionali di figure del governo felsineo. Questa multiforme attività gli guadagnò una reputazione di competenza erudita ‒ fu peraltro arcade con il nome di Frassildo Leucadico ‒ che lo rese corrispondente di Fontenelle e di Ludovico Antonio Muratori. Grazie a queste premesse Benedetto XIV gli affidò l’incarico di ordinare la sua biblioteca personale, che aveva donato, nell’ambito di un ambizioso progetto di ampliamento, all’Istituto delle scienze, e nel 1750 lo sollecitò a dar seguito alla storia dell’università di Bologna, alla quale si era dedicato fino a pochi anni prima Alessandro Formagliari, progetto presto abbandonato.
Ottenute nel 1749 una congrua remunerazione e la facoltà di stabilire come aiutante e successore il figlio Antonio (che gli sarebbe tuttavia premorto nel 1774) avuto da Maria Caterina, figlia del celebre medico Antonio Valsalva, Montefani Caprara fece dell’Istituto la sede della propria attività bibliotecaria e giuridica al di fuori dell’università. Curò l’ingresso di diversi lasciti: al lascito Sbaraglia e alla donazione di Benedetto XIV si unirono i libri del cardinale filippo Monti, di Francesco Zambeccari, del senatore Girolamo Ranuzzi, di Ulisse Aldrovandi e dell’oratoriano urbano Savorgnan e 50 stampe di Albrecht Dürer, donate nel 1756 da Girolamo Legnani Ferri, alle quali presto se ne aggiunsero altre da parte di Benedetto XIV. Nel 1784 ottenne come collaboratore un uomo di sua fiducia, Sebastiano Canterzani, che fu poi autore di una sua biografia (Bologna, Biblioteca universitaria, Mss., 4146, caps. XII, f. 6.: S. Canterzani, Per la vita di L. M.). Rimasto vedovo (1779), passò a seconde nozze (1781) con Rosa Aureli.
Morì a Bologna il 20 febbraio 1785 e fu sepolto nella cappella della famiglia Valsalva nella chiesa di S. Giovanni in Monte.
Impegnato nei suoi compiti istituzionali e appagato dalla reputazione acquisita per le competenze storiche e genealogiche, Montefani Caprara quasi non si dedicò alla pubblicazione di opere. Fu stampato, infatti, solo In dedicatione Bibliothecae Instituti Scientiarum et artium bononiensis (Bologna 1757), con cui aveva accompagnato l’apertura della Biblioteca dell’Istituto delle scienze. La sua Descrizione di Monte Biancano [4 settembre 1750] fu pubblicata postuma da francesco Tognetti (s.l. 1819). È probabilmente di Montefani Caprara la Lettera di un avvocato vecchio, e bolognese scritta dall’altro mondo ad un avvocato non vecchio né bolognese di questo mondo stampata verosimilmente a Bologna senza note tipografiche.
Fra le opere rimaste manoscritte e conservate presso la Biblioteca universitaria di Bologna, si segnalano come particolarmente interessanti per la ricerca storiografica locale alcuni repertori e raccolte, come la cosiddetta Bibliografia bolognese, suddivisa in 24 classi tematiche e contenente uno spoglio di libri e manoscritti relativi a Bologna (Mss., senza segnatura), e l’opera Delle famiglie bolognesi, repertorio genealogico di famiglie nobili bolognesi in 84 volumi (Mss., 4207). Di argomento più generale, a carattere storico-geografico o enciclopedico, sono le schede raccolte nelle 56 buste del Mss. 1093. Molto numerosi sono naturalmente i cataloghi relativi alle opere, sia a stampa sia manoscritte, possedute dalla Biblioteca dell’Istituto delle scienze. Per quanto riguarda i volumi a stampa, si ricordano il catalogo alfabetico per autori (Mss., 4108) e quello per soggetti (Mss., 4109, che contiene però anche una sezione dedicata ai Codices manuscripti; una copia di questo catalogo è conservata anche presso l’Archivio di Stato di Bologna, Assunteria d’Istituto, Atti, cart. X), entrambi compilati intorno al 1745-46; un altro catalogo per materie, successivo e suddiviso in 42 buste, mostra un’organizzazione semantica particolarmente articolata, soprattutto per quanto riguarda le opere di argomento religioso e teologico (Mss., senza segnatura). Un indice alfabetico a fogli volanti raccolti in 13 buste di cartone (Mss., senza segnatura) contiene invece il catalogo dei fondi manoscritti; le descrizioni, oltre all’identificazione di autore e titolo, contengono anche la datazione e la provenienza dei codici, e hanno costituito la base per tutte le successive operazioni di catalogazione e ordinamento di questo materiale. Importanti per la storia delle acquisizioni e delle donazioni librarie settecentesche alcuni cataloghi di fondi particolari, come quello dei libri del conte Francesco Zambeccari (Mss., 4110, I), di Marc’Antonio Collina Sbaraglia, (Mss., 4110, II), del medico e chimico Jacopo Bartolomeo Beccari (Mss., 3962), dello scienziato Ulisse Aldrovandi (Mss., 4110, III), dello speziale e collezionista Ubaldo Zanetti (Mss., 1129, III, 17).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Bologna, Assunteria d’Istituto, Diversorum, bb. 15, f. 23; 19, f. 5; 21, f. 5; 22; 26; 23; Atti, reg. 6, c. 55r, 60v; Assunteria di Studio, Lettori - Requisiti e altre notizie, b. 48, vol. 19, f. 13; Gabella grossa, Articoli per materie, b. 42, f. Archivio della Congregazione della Gabella; b. 101, f. Relazioni riguardanti l’archivio del collegio de’ dottori; Atti, reg. I/37 (1734- 37): per il 1736, cc. 149, 172-173, 186-187; per il 1737, c. 292; Assunteria d’archivio, Recapiti, b. per l’anno 1752; Fondo Malvezzi Campeggi, serie corrispondenza II, bb. 357, 358, 359 (corrispondenza tra Benedetto XIV e Camillo Malvezzi Campeggi); Bologna, Biblioteca universitaria, Mss., 72, vol. VII (lettere del M. a F. Scarselli); 407 (2 lettere del M. a G. Casali); 1129, b. I, f. 25 (lettera di G. Giampedi al M.); b. III, f. 9: Memorie della stamperia dell’Istituto; 433, vol. V, lettera 6 (lettere di Benedetto XIV a F.M. Mazzi); 902: B. Carrati, Matrimoni, III, c. 288; 904, V, c. 116; 4128: Manoscritti che L.M. M. C. ha comprato da vari; Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Mss. Hercolani, col. 395; Mss., B.1346 (Libro dei benefattori); B.3704: Memorie per la vita di Benedetto XIV; Fondo Malvezzi, cart. 97, 6a (lettera a destinatario non identificato riguardante i doni di Benedetto XIV all’Istituto delle scienze, 1750); Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, Coll. Martini, 3.347 (lettera del M. a P.B. Balbi); Biblioteca apost. Vaticana, Vat. lat., 9265: G.M. Mazzuchelli, Scrittori d’Italia, c. 309; [G. Angelelli], Notizie dell’origine, e progressi dell’Instituto delle Scienze di Bologna…, Bologna 1780, pp. 161-164; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna 1788, VI, pp. 74-76; F. Belvisi, Elogi d’illustri Bolognesi…, Parma 1791, pp. 141-167; S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni…, Bologna 1848, p. 216; [Iosephi Venturoli], De vita L. M. commentarius, Bologna 1794; G. 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Bacchi, I fondi manoscritti e le raccolte di incunaboli e cinquecentine della Biblioteca Universitaria come fonti per la storia della cultura rinascimentale, in Schede umanistiche, III (1989), pp. 11-16, 25-28, 32 s., 35, 39- 41; C. Sproccati, Il lascito bibliotecario di Benedetto XIV…, in Biblioteche oggi, VIII (1990), pp. 77- 91; R. De Tata, «Per Instituti aedes migraverit»: la collocazione dei manoscritti della Biblioteca universitaria di Bologna dalle origini ai nostri giorni, in L’Archiginnasio, LXXXVIII (1993), pp. 324, 328, 344, 346, 350-352, 354 s., 362-370, 372 s.,382- 386, 393 s., 399, 402, 407, 410; 416 (alle app. I e II elenco delle opere del M.); C. Di Carlo, Il libro in Benedetto XIV. Dalla «domestica libraria» alla biblioteca universale, Bologna 2000, ad ind.; R. De Tata, All’insegna della Fenice. Vita di Ubaldo Zanetti speziale e antiquario bolognese (1698-1769), Bologna 2007, pp. VII, 20, 120, 145, 158, 180 s., 193, 201, 259, 267-270, 275, 278; L. M.C. 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Pezzarossa, La storiografia a Bologna nell’età senatoria, ibid., pp. 273, 278; Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, XV, p. 74; XVII, p. 113 (ma s’intenda b. II invece di b. III); XXIII, p. 31; XXVII, pp. 121, 124, 129; XXXIII, p. 145; LXXIX, pp. 16-54.