MIXOMA (dal gr. μύξα "muco")
Tumore costituito da tessuto mucoso, ossia da una struttura largamente diffusa nell'embrione, residuata alla nascita nel cordone ombelicale, rappresentata nell'adulto dall'umore vitreo; da alcuni autori viene compreso fra i sarcomi quale neoplasma a elementi connettivi sdifferenziati, capaci talvolta di decorso maligno. Esso, però, va considerato a parte perché nella vita extrauterina si origina da elementi a evoluzione già completa: è quindi eterologo.
Più frequente in tipi misti di blastoma, il mixoma si presenta di rado nella forma pura (che taluno riferisce insieme col glioma, neuroma, osteoma a iperplasia da stimolazione cronica), molle, trasparente, giallognolo-biancastro, filante. Macroscopicamente appare ben circoscritto, a nodi rotondeggianti o lobulato; può assumere aspetto polipoide o fungoso. All'esame microscopico si rivela costituito da sostanza omogenea, gelatinosa, sparsa di cellule stellate o fusiformi, percorsa da numerosi piccoli vasi sanguigni. A seconda del prevalere di alcuni componenti si distinguono il mixoma duro, lipomatoso, telangectasico, cistico. Può essere congenito, soprattutto nella cute, nel cuore, nel mesentere; oppure sorgere in diverse sedi: lungo i nervi, all'ombelico, dalle guaine muscolari e dalle fasce, dal periostio, dal tessuto sottosieroso e sottomucoso, dal midollo osseo, dal rene, dal testicolo, come pure dalla mammella dove, per i rapporti con l'elemento ghiandolare adenomatoso, prende il nome di mixoma intracanalicolare. Ha sviluppo espansivo; circondato da capsula, raramente diviene infiltrante; di regola, pertanto, non dà metastasi e asportato non recidiva, ciò che rappresenta la norma in caso di mixoma puro.