MILIARENSE
. Moneta d'argento romana, coniata per la prima volta al principio del sec. IV, che dava il nome a una delle casse dello stato: lo scrinium a miliarensibus. Prende questo nome dalla sua equivalenza ad 1/1000 di libbra d'oro.
Dapprincipio non è in un rapporto fisso con l'aureo perché questa moneta sino alla riforma di Costantino non ha un peso costante. Parrebbe anzi che col miliarense si volesse instaurare una moneta d'argento corrispondente a un valore fisso in oro per assicurare all'impero una nuova circolazione d'argento (v. denaro). In ogni caso questo tentativo non riuscì.
Il rapporto di 1:13 8/9 fra il solido di 4 scrupoli e il miliarense si ridusse più tardi a 1:12 quando il miliarense fu equiparato a 2 silique. Il miliarense non fu più 1/1000 di libbra d'oro.
Il ragguaglio del miliarense con la moneta d'argento coniata nell'età bizantina non è agevole. La moneta d'argento del sec. IV è rappresentata da pezzi di 3 scrupoli contrassegnati con XCVI (1/96 di libbra) e nel periodo che va da Costanzo II ad Arcadio da pezzi coniati prevalentemente da zecche galliche, ma ritrovati per lo più in Gran Bretagna, con pesi che vanno ininterrottamente da gr. 2,28 a gr. 1,58.
Molto probabilmente nell'età bizantina il miliarense, che del resto è assai raramente menzionato nei testi, è una moneta di conto eguale a due silique. Si nota anche che nell'impero bizantino la moneta d'argento, rappresentata da monete piccolissime, è quanto mai rara. La moneta d'argento è invece d'uso corrente presso gli Arabi coi loro dirham e presso i Franchi coi loro denari. Ma anche presso i popoli a circolazione d'argento non troviamo una moneta identificabile col miliarense.
Bibl.: A. Segré, Metrologia e circolazione monetaria degli antichi, Bologna 1928; id., Circolazione monetaria del regno dei Franchi, in Rivista storica, fasc. V, 1931, pp. 1-24.