MILIANI
. Famiglia d'industriali di Fabriano. Pietro, nato a Fabriano il 27 maggio 1744, morto ivi il 24 febbraio 1817, fu il fondatore delle celebri fabbriche di carta a mano che portano il suo nome. Dedicatosi fin dalla prima giovinezza all'arte della carta, vi si fece notare per intelligenza e spirito organizzativo. Col conte A. Vallemani costituì nel 1780 una società per la gestione della cartiera detta della Madonna della Querceta, e ne iniziò due anni dopo l'esercizio. Fatta costruire una grande vasca di decantazione per avere acqua pura e introdotta la prima pila olandese per meglio preparare la pasta, che fino allora era prodotta con pile a maglio, egli riuscì a fabbricare carte a mano di ottima qualità. Aggiunte nel 1788 e nel 1791 due nuove cartiere alla prima, di cui una, la cartiera Mariotti, di sua esclusiva proprietà, e riscattata nel 1805 la quota sociale del Vallemani, egli sviluppò grandemente il lavoro e andò soprattutto specializzandosi nella fabbricazione di carta da disegno e da stampa, particolarmente di quella destinata a impressioni in rame, riuscendo ad attirare l'attenzione di molti insigni editori e incisori del tempo sulla sua produzione. Per suo merito e per merito dei figli Niccolò, Tommaso e Rinaldo, che continuarono l'azienda, l'industria fabrianese, che era stata fra le prime e, fino al sec. XV, tra le più fiorenti industrie italiane della carta, tornò ad acquistare rinomanza per bellezza e perfezione di prodotti.
Pietro M. fu anche presidente dell'amministrazione comunale e durante il periodo francese membro del collegio elettorale dei commercianti per il dipartimento del Musone.
Giuseppe, figlio di Rinaldo, nato a Fabriano il 19 marzo 1816, morto ivi il 5 dicembre1890, diede nuovo grande sviluppo tecnico all'azienda dell'avo. Assuntane fin da giovane la direzione tecnica e dal 1862 l'amministrazione, egli migliorò il sistema di fabbricazione delle carte satinate, introdusse macchine per raffilare la carta, per tagliare stracci, per stampare su rami, ecc. Studiò particolarmente il problema delle filigrane, avvalendosi della collaborazione dei più bravi specialisti del tempo, e riuscì a ottenere l'esclusività di fornitura per la R. Officina carte valori di Torino e per altri istituti.
Giambattista, figlio di Giuseppe, nato a Fabriano il 28 giugno 1856, assumeva nel 1884 la direzione tecnica dell'impresa, e la portava a nuovi sviluppi, non solo con l'ampliamento dell'azienda, ma con l'introduzione di metodi e impianti nuovi. Egli creava successivamente un impianto per la fabbricazione di colla animale, un impianto idroelettrico, un laboratorio tecnologico, uno speciale stabilimento per la fabbricazione di biglietti di banca, altri per la fabbricazione di carte commerciali, per la confezione della pasta, ecc. Nel 1903 trasformava la ditta in società in accomandita e nel 1912 in anonima, aumentandone il capitale. Acquistate molte altre cartiere, estendeva il lavoro alla fabbricazione delle carte mano-macchina, e introduceva anche macchine a foglio continuo.
Giambattista M. ha anche partecipato attivamente alla vita politica. Eletto deputato per il collegio di Fabriano nel 1904 (XX legislatura) e rieletto ininterrottamente fino alla XXVII legislatura, ha avuto modo di distinguersi alla Camera per la vasta conoscenza di problemi economici. Dal 29 ottobre 1917 al 17 gennaio 1919 tenne la carica di ministro dell'Agricoltura, industria e commercio nel gabinetto Orlando. Dimissionario, gli successe all'indomani V. Riccio. Nel 1929 è stato nominato senatore.