RANCHETTI, Michele
RANCHETTI, Michele. – Nacque a Milano, il 14 ottobre 1925, da Salvatore e da Elisa Cappelli.
Trascorse i primi anni dell’infanzia fra Milano e Torno, sul Lago di Como, recandosi abitualmente a Palermo, insieme con il padre, la cui famiglia (il cognome originario era Ranchetta, poi mutato in Ranchetti) proveniva dalla Sicilia. Il nonno materno, Michele Cappelli, era diventato un imprenditore di successo grazie all’invenzione di un procedimento per lastre fotografiche.
Iscritto alla scuola elementare F. Corridoni a Milano, studiò musica nella scuola di via del Conservatorio. La madre gli fece impartire lezioni di tedesco. La casa era frequentata da esponenti del movimento religioso modernista fra i quali Aiace Antonio Alfieri, direttore di Rinnovamento.
Nel 1939 si iscrisse al liceo G. Berchet frequentando, negli stessi anni, quella scuola anche Lorenzo Milani. Suoi compagni di classe furono inoltre Renato Solmi e Luciano Amodio, ma fece conoscenza anche con Oreste Del Buono e Alfonso Gatto. Trasferitosi con la famiglia, a causa della guerra, nella casa sul Lago di Como, Ranchetti si presentò come privatista ottenendo il diploma liceale. Dai 13 ai 17 anni di età subì alcuni disagi fisici con conseguenze psicologiche che lui stesso considerò rilevanti nel personale e precoce rapportarsi all’arte e alla poesia.
Durante la guerra frequentò la scuola di pittura di Alfredo Colombo, presso Caslino al Piano (Milano). Fra le letture più significative di questo periodo vi furono La persuasione e la rettorica di Carlo Michelstaedter e I quaderni di Faustus di Thomas Mann, le riviste Il frontespizio, Primato, Corrente, e le poesie di Alfonso Gatto, Eugenio Montale e Umberto Saba.
A Torno la famiglia Ranchetti ospitò alcuni ebrei, aiutandoli a raggiungere via lago i sentieri montani per la Svizzera, e ai pericolosi traghettamenti prese parte anche il giovane Michele.
Iscrittosi nel 1946 all’Università Statale di Milano presso la facoltà di architettura, l’abbandonò l’anno successivo preferendo lettere e filosofia dove studiò storia, compiendo letture importanti (Eretici italiani del Cinquecento di Delio Cantimori, Per la storia religiosa di Milano di Federico Chabod e la rivista Studi filosofici di Antonio Banfi) e discutendo una tesi nel 1949, con relatore Alessandro Cutolo ma assegnatagli da Chabod, intitolata Contributo alla storia del pensiero politico: la Vita civile di Matteo Palmieri. Collaborò inoltre a diverse riviste fra cui L’uomo: pagine di vita morale (della quale erano responsabili Mario Apollonio, padre David Maria Turoldo, Camillo De Piaz e Angelo Romanò), dove pubblicò i suoi primi articoli nel 1946: Seconda arcadia e Moderazione di Erasmo.
Frequentò le attività della Corsia dei Servi a Milano e organizzò una scuola privata serale in via dei Cinquecento all’Albergo degli sfrattati dove si preparavano bambini e adulti per l’esame di quinta elementare e si formavano educatori.
Assistente di Giuseppe Martini alla cattedra di storia medievale, nel 1950 divenne segretario di Adriano Olivetti e responsabile della biblioteca di fabbrica a Ivrea: lavorando con Franco Momigliano, direttore delle relazioni interne della Olivetti, poté conoscere Delfino Insolera, Geno Pampaloni e Franco Fortini al quale diede in lettura alcune poesie. Insieme a Pampaloni pubblicò un’inchiesta sulla comunità di Nomadelfia di don Zeno Saltini (cfr. Comunità, VI (1952), n. 14, pp. 20-33). Nel 1952 perse il padre e, interrotto il rapporto di lavoro alla Olivetti nel 1953, fu chiamato a collaborare al nuovo quotidiano milanese Il Giorno in qualità di disegnatore, accettando poi, nel 1956, un incarico di responsabile della rete delle librerie Feltrinelli e consulente editoriale per la stessa casa editrice milanese.
Nel 1956 si unì in matrimonio con Hazel Fordes Davidson, dall’unione con la quale ebbe Caterina (1956), seguita da Matteo (1959) e Sebastiano (1961).
Dopo aver tradotto e curato per Einaudi le Ultime lettere da Stalingrado (Torino 1958) e aver illustrato per Feltrinelli le Poesie di François Villon (Milano 1959), nel 1962 interruppe il rapporto con Feltrinelli stabilendosi a Firenze nella villa al Giromontino dove rimase per il resto della sua vita. Nel 1963 dette alle stampe per Einaudi la sua monografia più importante: Cultura e riforma religiosa nella storia del modernismo (Torino), insignita del premio Soverato.
Collaborò, inoltre, con Franco Rodano e Claudio Napoleoni alla Rivista trimestrale in cui (nel numero 2 del 1963) pubblicò le sue prime poesie.
Prima dell’incarico universitario a Firenze – dove era stato chiamato come assistente da Cantimori, alla morte del quale nel 1966 succedette sebbene non sulla cattedra di storia moderna bensì su quella di storia della Chiesa – Ranchetti aveva stretto amicizia con Paolo Boringhieri che gli propose di organizzare l’edizione italiana delle Opere di Sigmund Freud, sotto la direzione di Cesare Musatti. Sempre per Boringhieri, nel 1966 curò l’edizione delle Opere di Felice Balbo e diresse la collana filosofico-scientifica Lectio.
Fu tra i primi collaboratori dell’Adelphi, per la quale realizzò la copertina della collana Biblioteca Adelphi e nella quale pubblicò la traduzione delle Lezioni e conversazioni sull’etica la psicologia e l’esperienza religiosa di Ludwig Wittgenstein (Milano 1967). Subito dopo, nel 1970, avviò il progetto di un’edizione delle opere dello stesso Wittgenstein, che tuttavia si arenò per problemi sorti con gli eredi, e compilò le voci Modernismo, Scolastica e Knosi per l’Enciclopedia delle religioni, pubblicata da Vallecchi nel 1972.
Unico italiano presente ai lavori della conferenza, scrisse la Premessa ai Documenti del Tribunale internazionale per i crimini di guerra (in Il Ponte, XXIII (1967), 7-8, pp. 860-862). Tradusse e curò il libro di Ved Mehta Teologi senza Dio (Torino 1969) mentre gli anni Settanta lo videro molto impegnato nella traduzione di Freud.
Nel contempo svolse alcuni seminari a Bologna presso l’Istituto per gli studi religiosi in cui affrontò anche le Tesi sul concetto di storia di Walter Benjamin (la cui edizione critica e traduzione, in collaborazione con Gianfranco Bonola, apparve per Einaudi solo nel 1997), e frequentò assiduamente Ernesto Balducci che lo ospitò più volte presso la Badia di Fiesole.
La prima versione della sua raccolta di poesie La mente musicale (la quale comprende anche la silloge Dentro le mura spagnole di Aimone Balbo) uscì a Milano nel 1981 per Lampugnani Nigri, seguita nel 1988 dalla versione ampliata della raccolta per Garzanti.
Ai Pensieri diversi di Wittgenstein, usciti ancora per Adelphi (Milano 1983), tenne dietro – in collaborazione con Michael Nedo – una biografia del filosofo per immagini e documenti: Ludwig Wittgenstein. Sein Leben in Bildern und Texten (Frankfurt a.M. 1983; trad. it. Roma 2014, solo a firma di Nedo). In questo periodo, inoltre, Ranchetti dette alle stampe alcuni contributi storico-filologici fra i più rilevanti: Un testo inedito di Schelling: animadversiones ad quaedam loca epistolae ad Romanos (1791) (in Studi e ricerche, I (1985), pp. 356-404); L’interrogazione esegetica in Lutero (in Annali di storia dell’esegesi, IV (1987), pp. 197-237).
Nel 1989 morì la madre, che Ranchetti aveva accudito nei suoi ultimi anni di vita. Anche all’esperienza dell’assistenza alla madre sono legate diverse sue poesie, pubblicate sotto il titolo Ultima linea rerum (in Poesia, V (1991), 37, pp. 11-13; e ancora in Bailamme. Rivista di spiritualità e politica, VI (1992), 11-12, pp. 294-304).
Oltre ad altri significativi interventi sulla psicoanalisi e Freud devono essere segnalate la Prefazione a Ray Monk, Wittgenstein. Il dovere del genio, Milano 1991, pp. I-V; Wittgenstein. Il pensiero come necessità, in EnnErre. Le nostre ragioni, II (1995), 3, pp. 16-20; La formazione pastorale, in Dietrich Bonhoeffer, punta di diamante della Resistenza, a cura di A. Monti, Parma 1995, pp. 65-91; Il taccuino di Martin Heidegger, in il Manifesto, 26-27 agosto 1995; Prefazione in Comunità dell’Isolotto, Oltre i confini. Trent’anni di ricerca comunitaria, Firenze 1995, pp. 7-12; nonché la cura e l’Introduzione a Blaise Pascal, Compendio della vita di Gesù Cristo, Macerata 1995, pp. VII-XIX.
Nel 1992 si congedò dall’Università e, al compimento dei settanta anni, alcuni allievi raccolsero gli scritti in suo onore, che vennero pubblicati per Quodlibet con il titolo Anima e paura. Studi in onore di Michele Ranchetti (Macerata 1998). Nel 1996 Ranchetti redasse il capitolo Teologia per La cultura italiana del Novecento, curata da Corrado Stajano per Laterza (Roma-Bari 1996, pp. 773-810).
Riunì i propri scritti sulle istituzioni cattoliche in Italia nel volume Gli ‘ultimi preti’. Figure del cattolicesimo contemporaneo (San Domenico di Fiesole 1997) e scrisse la Prefazione all’edizione italiana dell’Escatologia occidentale di Jacob Taubes (Milano 1997, pp. 7-15). Nel 1998 curò l’edizione italiana del LTI. La lingua del Terzo Reich. Taccuino di un filologo (Firenze), di Victor Klemperer (Introduzione, pp. 7-10) e scrisse la Prefazione a Paul Roazen, Freud e i suoi seguaci (Torino 1998). Con Conseguito silenzio (per Einaudi, Torino 1998) avviò il sodalizio con Jutta Leskien per la traduzione delle poesie postume di Paul Celan, sodalizio che culminò con la pubblicazione del volume Sotto il tiro di presagi (Torino 2001, premio Monselice per la traduzione nel 2002). Con Jutta Leskien Ranchetti tradusse anche le Elegie duinesi di Rainer Maria Rilke (Milano 2006) e curò la versione italiana di Ilana Shmueli, Di’ che Gerusalemme è. Su Paul Celan: ottobre 1969-aprile 1970 (Macerata 2002, ma 2003). Nel 1998 avviò, infine, una collaborazione con il Centro studi Franco Fortini, per il quale partecipò ad alcuni numeri dell’Ospite ingrato. Annuario del centro studi Franco Fortini con suoi scritti e curò il numero del 2006 Il disagio della civiltà cristiana.
Nello stesso anno Ranchetti tradusse per Quodlibet, insieme con Francesca Tognina, Movimenti del pensiero. Diari 1930-1932/ 1936-1937 di Wittgenstein (Macerata 1999, firmando anche l’Introduzione: pp. 7-14). Curò con Milka Ventura Avanzinelli La sacra Bibbia di Giovanni Diodati pubblicata da Mondadori; con Maurizio Bertani, per Einaudi, raccolse una silloge di scritti su Psicoanalisi e antisemitismo; partecipò al volume Il secolo della psicoanalisi (Torino 1999), pubblicato da Bollati Boringhieri, con il saggio Osservazioni sulla ricezione di Freud in Italia (pp. 205-214).
Dopo una nuova raccolta poetica (Verbale, Milano 2001), a seguito di una mostra personale allestita a Firenze, Ranchetti pubblicò una raccolta di riproduzioni di suoi disegni e dipinti intitolata Scritti in figure (Roma 2002). A questa mostra si deve aggiungere anche quella postuma tenutasi nel 2013, dal titolo: Il prologo di un tempo nuovo: Ernesto Balducci, Lorenzo Milani, Michele Ranchetti tra arte, poesia e fede (1940 -1943). In precedenza Ranchetti aveva organizzato mostre della sua opera grafica e pittorica a Ivrea e poi a Milano presso la Galleria del Fiore nel 1955 (sul pieghevole di questa mostra si poteva leggere uno scritto di Giovanni Testori, I disegni di Michele Ranchetti). Nel 2003 raccolse per Garzanti altri scritti sulla religione e l’istituzione cattolica: Non c’è più religione. Istituzione e verità nel cattolicesimo italiano del Novecento.
Su proposta di Ranchetti venne avviata da Bollati Boringhieri una nuova edizione di alcune opere di Freud corredate da documenti e scritti di altri esponenti del movimento psicoanalitico. L’iniziativa editoriale, Sigmund Freud. Testi e Contesti, prevedeva la pubblicazione di dieci volumi. Rispettivamente, nel 2005 e nel 2006, uscirono il n. 5: Sulla storia della psicoanalisi, a cura di Martin Dehli e il n. 3: Scritti di metapsicologia, a cura di Ranchetti. Tuttavia, in seguito ad alcune critiche avanzate da Renata Colorni, contraria al nuovo progetto, la casa editrice interruppe l’iniziativa ritirando i volumi pubblicati. L’episodio fu fonte di grande amarezza per Ranchetti, che in varie sedi cercò di difendere il progetto.
In seguito al lascito testamentario di Peter Yankl Conzen, Ranchetti dette vita alla fondazione editoriale Verbarium - i libri di Michele Ranchetti, facente capo all’Associazione culturale Michele Ranchetti.
Verbarium dette alle stampe, per cura di Sebastiano Ranchetti, Le mura di carta (Firenze), catalogo della mostra tenutasi nel 2005 delle opere dei ricoverati dell’ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio nell’Emilia (1895-1985). Altri volumi del progetto Verbarium, a parte l’edizione fuori commercio della fotostatica di Sigmund Freud, Unveröffentlichte Darstellung der Psychoanalyse (a cura di Roberto Righi, 2006), sono stati poi pubblicati presso Verbarium-Quodlibet. Tra questi, anche il libro postumo delle poesie di Ranchetti, Poesie ultime e prime (Macerata 2008). Postuma e dello stesso anno è anche l’antologia Poesie scelte, edite e inedite allestita per il conferimento del premio Anterem (con un saggio di M. Pacioni, Verona 2008).
Morì, in seguito a leucemia fulminante, il 2 febbraio 2008 a Firenze, presso l’ospedale di Careggi, dov’era stato trasportato d’urgenza dalle isole Canarie, dove si trovava in vacanza.
Fonti e Bibl.: Fabio Milana ha intrapreso la cura degli scritti di Ranchetti apparsi in riviste e quotidiani, o come introduzioni, note e saggi, pubblicando inizialmente i primi due volumi (Scritti diversi, I, Etica del testo; II, Chiesa cattolica ed esperienza religiosa, Roma 1999), seguiti da Scritti diversi, III, Lo spettro della psicoanalisi, Roma 2000. Nel 2005 Ranchetti rilasciò un’importante videointervista intitolata Rifiuto d’ordine a profitto del contesto: M. R. si racconta (25 ottobre 2005). Il dvd di questa intervista è stato pubblicato in allegato al volume, che completa la serie curata da Milana, degli Scritti diversi, IV, Ulteriori e ultimi (2000-2008), Roma 2010, che comprende anche un’accurata bibliografia degli scritti di Ranchetti inclusi quelli non presenti nei quattro volumi curati da Milana.
Per testi, documenti e corrispondenza con Cantimori, Pampaloni, Giulio Bollati, Fortini e altri, si rimanda a M. Ranchetti, Fedele a sé stesso, per cura di A. Cecconi (Fondazione Ernesto Balducci), Firenze 2015.