Čiaureli, Michail Edišerovič
Regista e attore georgiano, nato a Tbilisi il 6 febbraio 1894 e morto ivi il 31 ottobre 1974. Dopo aver partecipato in gioventù al momento di fervore creativo che accompagnò la nascita del cinema georgiano, dalla fine degli anni Trenta divenne il cantore ufficiale di Stalin e uno dei maggiori rappresentanti del realismo socialista. Dal 1950 al 1960 insegnò al VGIK di Mosca e alla scuola di recitazione degli studi cinematografici di Tbilisi.
Cresciuto in una famiglia di artigiani, nel 1909 si diplomò in un istituto professionale e per qualche tempo lavorò come meccanico. Dopo aver frequentato una scuola di scultura e pittura (in cui si diplomò nel 1916), lavorò come scultore, realizzando diverse opere di grandi dimensioni, e fra il 1922 e il 1924 soggiornò varie volte in Germania per studiare questa arte. Dal 1916 al 1928 fu attivo anche in teatro, come scenografo, decoratore, regista, direttore artistico e attore. Esordì nel cinema come attore, recitando tra il 1921 e il 1926 in film di registi operanti in Georgia, fra cui i russi Ivan N. Perestiani (Arsen Džordžiašvili, 1921; Suramskaja krepost′, 1923, La fortezza di Suram) e Vladimir Barskij (Košmary prošlogo, 1925, Gli incubi del passato), l'armeno Chambardžum (detto Amo) I. BekNazarov (Natella, 1926) e il georgiano Aleksandr R. Cucunava (Chanuma, 1926). Debuttò come regista nel 1928, a fianco di Efim L. Dzigan, con Pervyj kornet Strešnëv (Il primo trombettiere Strešnëv), ambientato durante la Rivoluzione d'ottobre, a cui seguirono Saba (1929), sull'alcolismo, Chabarda (1931), sugli intellettuali, e Poslednij maskarad (1933, L'ultima mascherata), sulla vita quotidiana alla vigilia della Rivoluzione. Questa prima fase della sua produzione è contraddistinta da un forte tono grottesco e insieme ideologico, attraverso l'uso della satira a scopo politico, ma anche dall'amore per la terra d'origine, per i suoi paesaggi, scenario di molti suoi film, e per la pittura che li raffigura.La svolta nella carriera di Č. fu segnata dalle grandi epopee storiche ‒ iniziate con Arsen (1937, remake del film di Perestiani del 1921), sulle rivolte contadine in Georgia ‒ che lo avrebbero portato a diventare nel dopoguerra il più tipico rappresentante della cinematografia ufficiale, trionfalistica e magniloquente. Velikoe zarevo (1938, La grande aurora), sulla rivoluzione del febbraio 1917, fu il primo di una serie di suoi film incentrati sulla figura di Stalin (sempre impersonato dall'attore georgiano Michail G. Gelovani), che riscrivevano i diversi avvenimenti storici allo scopo di esaltare il ruolo del dittatore, presentato come deus ex machina di tutta l'azione. Nel 1945 Č. si trasferì a Mosca, e girò (in russo, e non più in georgiano come per i film precedenti) la sua celebre trilogia: Kljatva (1946; Il giuramento), che dal giuramento di Stalin sulla tomba di Lenin fa derivare i successivi vent'anni di storia sovietica; Padenie Berlina (1950; La caduta di Berlino, in due parti), sulla conclusione della Seconda guerra mondiale; e infine Nezabyvaemyj 1919j god (1952, L'indimenticabile anno 1919), sulla guerra civile, in cui la storia del prode marinaio Sibaev fa da sfondo al decisivo intervento di Stalin che salva la città di Pietrogrado dagli intrighi di spie straniere e controrivoluzionari. Sono film nei quali i personaggi diventano pure figure retoriche per storie prive di ogni articolazione drammatica o sviluppo narrativo, al solo scopo di trasmettere in patria e all'estero l'immagine e le parole d'ordine del regime. Dopo l'inizio della destalinizzazione (1956) le opere di Č. vennero criticate aspramente, e rimosse sia dagli schermi (Padenie Berlina non è stata più proiettata), sia dalle coscienze (la sua biografia fu espunta dalle enciclopedie coeve). Allontanato da Mosca, Č. tornò in Georgia, dove cercò di seguire il nuovo corso con storie più intimiste, apolitiche (e di nuovo parlate in georgiano), come Otarova vdova (1958, La vedova di Otar), Povest′ ob odnoj devuške (1960, Storia di una ragazza), Inye nynče vremena (1965, Ora i tempi sono cambiati); ritornò però talvolta al cinema di propaganda, come in General i margaritki (1963, Il generale e le margherite). Negli ultimi anni si dedicò al cinema di animazione (Kak myši kota choronili, 1969, Come i topi seppellirono il gatto; Petuch chirurg, 1971, Il gallo chirurgo; Blocha i muravej, 1972, La pulce e la formica). Presero parte ad alcuni film di Č. sia la moglie Vera (detta Veriko) Andžaparidze (19001987) sia la figlia Sof′ja (detta Sofiko, nata nel 1937), entrambe attrici, tra le più conosciute del cinema georgiano.
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