METALLOGRAFIA
. Arti grafiche. - Procedimento di riproduzione identico al litografico, ma che utilizza il metallo al posto della pietra. Venne in uso per la necessità, riconosciuta fin dai primordî della litografia, di sostituire mezzi più leggieri alla pietra, troppo pesante e poco maneggevole, specialmente per lavori sui grandi formati.
I metalli adoperati, in metallografia, sono lo zinco e l'alluminio in lastre o fogli sottili. Poiché però questi metalli hanno minore porosità della pietra e maggiore difficoltà a trattenere l'umidità, è necessario, per la riuscita del procedimento metallografico, eliminare questi inconvenienti. Si ricorre perciò alla granitura e alla cosiddetta preparazione, diversa quest'ultima da quella in uso per la pietra litografica. La prima operazione ha per scopo sia di accrescere la porosità, sia di rendere possibile il mantenimento delle condizioni d'umidità sul metallo. La preparazione ha per fine di costituire alla superficie dei metalli, nelle parti corrispondenti ai bianchi dell'immagine, uno strato poroso e igroscopico di sali che vi aderiscano e che possano immagazzinare la gomma arabica e i suoi prodotti di decomposizione sotto l'azione degli acidi.
La granitura si esegue, sia per lo zinco, sia per l'alluminio, mediante la cosiddetta macchina per granire, specie di vasca di grandi dimensioni, profonda circa 12 cm., a cui viene comunicato un movimento di vibrazione circolare di circa 150-200 vibrazioni al minuto. I fogli di metallo da granire vengono fissati mediante grappe al fondo della vasca, e sono ricoperti di una poltiglia di smeriglio, di pomice o di sabbia, nella quale è immerso un gran numero di palline di bossolo, di porcellana o di vetro (qualche volta anche d'acciaio), a seconda che si desideri una grana più o meno grossa: l'operazione deve essere condotta con molta cura. Graniti che siano, i fogli vengono ritirati con precauzione dalla vasca per impedire che si graffino e curando d'evitare il contatto con le dita della parte utile, quindi sono lavati abbondantemente sulle due facce, per togliere le impurità alla superficie, e rapidamente asciugati per impedire la formazione dell'ossido, causa di molti insuccessi. I fogli accidentalmente ricoperti da ossido, devono essere trattati con acqua acidulata al 3% di acido nitrico, se si tratti di fogli di zinco, o al 3% di acido cloridrico, se di alluminio.
Eseguita la granitura si passa alla preparazione. La lastra di metallo granita viene sgrassata con acqua e bianco di Spagna e quindi lavata a grande acqua e asciugata rapidamente. Se essa deve servire per disegnarvi sopra, si adotterà il medesimo procedimento che per la pietra litografica; se invece deve servire a farvi dei trasporti, vi si applicano sopra le copie di trasporto ottenute con i sistemi in uso nella litografia, procedendo come in questa. Eseguito e pulito il trasporto, vi si passa sopra pece greca e saponaria, e si usa, nel caso dello zinco, una preparazione a base di noce di galla, lasciata finché la lastra non abbia acquistata una colorazione bruna uniforme; nel caso dell'alluminio, una soluzione di gomma arabica e acido fosforico sciropposo. Così la lastra è pronta per le grandi tirature tanto in macchina piana quanto in rotativa. Quando sono necessarie aggiunte o correzioni all'immagine primitiva, occorre preparare le lastre, cioè eliminare i prodotti igroscopici insolubili, ciò che si ottiene con una soluzione di acido acetico cristallizzato al 10% nel caso dello zinco, con una soluzione molto diluita di acido ossalico e acido nitrico nel caso dell'alluminio.
Dei due procedimenti metallografici su zinco e su alluminio, non è dubbio che il secondo, noto sotto il nome di algrafia, dia i migliori risultati: l'alluminio infatti per il suo basso peso specifico, la sua flessibilità e quindi la sua facile adattabilità aì cilindri delle macchine, la sua pochissima ossidabilità e il prezzo relativamente mite, si presenta come ottimo supporto sostitutivo della pietra nelle macchine piane e rotative. Però l'algrafia richiede molta pratica e moltissime precauzioni: basta che una goccia d'acqua cada sopra la lastra e vi secchi, perché si produca una macchia impossibile a cancellare; basta un prolungato arresto della macchina senza che sulla lastra si passi la gomma e la si faccia subito seccare, perché il disegno o il trasporto si danneggino.
Come la pietra litografica può essere direttamente impressionata, da un negativo a tratti o punteggiato, col procedimento fotografico, stendendovi sopra cioè delle speciali preparazioni sensibili, quali quelle con bitume, oppure di albumina, colla o gomma bicromate, per poi procedere, dopo apposite manipolazioni, alla stampa litografica (procedimento fotolitografico), ugualmente e coi medesimi sistemi si possono ottenere, su fogli di zinco, o anche di alluminio, matrici atte alla stampa litografica (procedimento fotometallografico).
Si dovranno utilizzare più particolarmente lastre granite, e le operazioni di stendimento delle preparazioni sensibili si dovranno fare in ambienti privi di polvere e illuminati da luce gialla. Affinché lo spessore dello strato sia quanto più possibile omogeneo, si dovrà, per ogni lastra di metallo, adoperare la medesima quantità di liquido sensibilizzatore, e il suo stendimento si farà entro appositi apparecchi a rotazione muniti di riscaldamento, funzionanti col medesimo principio di quelli in uso per la zincografia. Sulla lastra così preparata si applicheranno i negativi da riprodursi, per farne l'impressione (entro il torchio pneumatico) o alla luce del giorno, o meglio dinnanzi a potenti lampade ad arco voltaico. La lastra così esposta viene tolta dal torchio pneumatico e trasportata su una tavola ben piana, per inchiostrarla con inchiostro da fototrasporto, che viene disteso con rulli di cuoio o di caucciù, fino a dare un fondo omogeneo grigio. Lasciata seccare per qualche minuto, per dare tempo ai solventi dell'inchiostro di volatilizzarsi, essa verrà portata entro una vasca d'acqua, nella quale dopo poco principierà naturalmente il suo spogliamento, che successivamente verrà aiutato con un debole getto d'acqua e con lieve sfregamento con cotone o flanella, finché l'immagine non appaia completamente pulita. La lastra, sgocciolata e seccata rapidamente al ventilatore, non avrà bisogno che di essere preparata per potere iniziare la stampa litografica. Questo sistema ha oggi assunto grandissima importanza, specie nella stampa con macchine Offset (v. offset), per la quale i più moderni procedimenti utilizzano: 1. diapositivi anziché negativi; 2. l'inversione dell'immagine sul metallo; 3. una leggiera morsura di questo, allo scopo di poter raggiungere fortissime tirature e immagini più vivaci e durature.