SCHINER, Matthäus
Cardinale di Sion o Sedunense. Nacque intorno al 1465 a Mühlebach (Alto Vallese) da famiglia di campagnoli; attese a studî teologici e classici prima a Sion, poi a Como. Ordinato prete a Roma (1489), fu segretario e uomo di fiducia di Giorgio di Soprasasso (Jorg auf der Flüe), potente demagogo del Vallese, lo appoggiò nell'aspra lotta per l'impero e per il ducato di Milano contro il vescovo di Sion, Jost von Silenen, e i partigiani di Francia (1494-96) e, quando succedette a quello Nicolao Schiner, divenne parroco di Ernen, canonico (1496) e decano (1498) del capitolo di Sion, e infine, per la rinunzia dello zio, vescovo di questa città (20 settembre 1499) e signore del Vallese. Nemico della Francia, dalla quale temeva danno alla Chiesa e per sé una vicinanza pericolosa, aiutò Ludovico il Moro alla riconquista di Milano, poi fu mediatore della pace fra il re e gli Svizzeri, ottenendo a questi Bellinzona e la valle del Blenio (1503).
Soprattutto si adoperò a stringere l'alleanza fra Giulio II e gli Svizzeri; fu a Roma nel dicembre 1509 e nunzio papale alle diete svizzere (1509-10) e riuscì alla fine alla conclusione della lega (14 marzo 1510). Ma una prima impresa svizzera in Lombardia (spedizione di Chiasso, agosto-settembre 1510) ebbe esito infelice; e nello stesso Vallese lo Sch. dovette lottare contro l'antico suo patrono Giorgio di Soprasasso. Poté vincere l'avversario, ottenne dal papa di sottrarre prima sé, poi la diocesi in perpetuo (1510, 1513) all'autorità metropolitana dell'arcivescovo di Tarantasia per annullare nel Vallese ogni ingerenza di Francia; creato forse cardinale in segreto dal settembre 1508, fu pubblicato il 10 marzo 1511 e, conchiusa, anche per opera sua, la Lega santa, fu nominato legato papale presso l'imperatore e gli Svizzeri (9 gennaio 1512) e amministratore della diocesi di Novara (6 febbraio). A Verona si pose a capo degli Svizzeri, entrò in Cremona e in Pavia, accolse la sottomissione di Milano (giugno 1512) e assicurò il ducato a Massimiliano Sforza. Ma per gli Svizzeri volle Lugano, Locarno, la valle dell'Ossola, per sé ebbe il marchesato di Vigevano. Fu tra i reggenti accanto al debolissimo duca e si comportò da padrone, spremendo i sudditi a vantaggio dei suoi. Guastatosi con Giulio II per la questione di Parma, ebbe parte all'elezione di Leone X e parve dapprima "domine fac totum". Ma si raffreddò con lui, che inutilmente voleva trarre ad aperta ostilità alla Francia, e ritornò in Lombardia (luglio 1513) e poi (dicembre) nel Vallese, dove perseguitò aspramente gli avversarî. Passò i mesi seguenti ora nel Vallese, ora a Vigevano; e, strettasi la nuova alleanza tra il papa e gli Svizzeri, fu ancora legato papale (13 agosto 1515), combatté a Melegnano (13-14 settembre) nelle prime file. Perduta la battaglia, fatta la pace fra Leone X e la Francia, lo S. fu privato della legazione e del vescovado di Novara (30 settembre) e fallita anche l'impresa di Massimiliano in Lombardia, a cui aveva partecipato (primavera del 1516), sembrò avere "perso la reputation"; né tuttavia si stancò d'intrigrare contro la Francia, presso l'imperatore, il re di Spagna, gli Svizzeri, fin nell'Inghilterra (ottobre-novembre 1516). Ma il Soprasasso gli sollevò contro il Vallese ed occupò il vescovado, riducendolo a vivere d'una pensione papale, finché non ebbe (1520) il vescovado di Catania. Appoggiò l'elezione di Carlo V, condusse un esercito di Svizzeri alla conquista ispano-pontificia di Milano (novembre 1521). Fu nel conclave del 1521-22 tra i candidati di parte imperiale e medicea e, eletto Adriano VI, fu per alcun tempo fra i tre presidenti al governo della Chiesa. Ma poco appresso morì, agli ultimi di settembre del 1522, e fu sepolto in S. Maria dell'Anima.
Fiero e impulsivo spirito di partigiano, di politico, di guerriero, "tribulador del mondo", e tuttavia ecclesiastico di grande rigidezza, di zelo ardente, di rara eloquenza, campione della cultura tedesca e dell'impero e pure devoto alla Chiesa di Roma, fu tra i maggiori uomini della terra sua, tra i più singolari della sua età.
A. Büchi, Kardinal M. S., I, Zurigo 1923; id., Korrespondenzen und Akten zur Geschichte des Kardinals M. S., voll. 2, Basilea 1920-25; L. von Pastor, Storia dei papi, trad. it., III, Roma 1932; IV, ivi 1912; per le relazioni di lui con Giulio II, cfr. anche A. Luzio, Isabella d'Este di fronte a Giulio II, in Arch. stor. lomb., XXXIX (1912).