BONECHI (Bonecchi), Matteo
Nacque a Firenze nel 1669, secondo il Gaburri, nel 1672, secondo lo Zani. Nella biografia del Gaburri risulta scolaro di F. Botti e operante a Firenze, soprattutto nei palazzi e nelle chiese cittadine dove svolse una feconda attività di frescante tutt'oggi riconoscibile e variamente documentata. Col Botti il B. lavorò nel 1705 al soffitto di S. Domenico a Fiesole, affrescando entro la prospettiva dipinta dal maestro la Gloria di s. Domenico e, sopra l'arco frontale del coro, il Santo che riceve il rosariodalla Madonna (Bandini, 1800, p. 55). Nel 1709 dipinse nella cupola di S. Iacopo la Apoteosi del santo e nei pennacchi i Quattro Evangelisti (Paatz, II, p. 391); dopo il 1715, anno di morte del Marinari, ne continuò la decorazione di palazzo Capponi, affrescando la volta dello scalone d'ingresso e della sala grande al primo piano, con soggetti di carattere mitologico (Fantozzi, p. 394). Dal 1722 al 1732 lavorò attivamente nelle chiese fiorentine e precisamente nella SS. Annunziata (sala del capitolo: I ss. fondatori sulmonte Senario,la Pietà,la Gloria dis. Filippo Benizzi), nella chiesa di S. Egidio (soffitto: L'Apoteosi del santo con l'Assunta), nella chiesa di Ognissanti (cappella di S. Pietro d'Alcantara: Gloria del santo e virtù). Al biennio 1733-35 rimonta la collaborazione con gli arazzieri della corte medicea (Conti, p. 33), per i quali dipinse uno dei quattro elementi e precisamente il Fuoco, tessuto dal Bronconi; ciò non gli impedì di continuare la sua attività di frescante se è vero che nel 1735, per i padri delle Scuole Pie al Pellegrino (Carocci, p. 83), eseguì nella cupola della chiesa una Gloria di santi, a detta del Gaburri, "meritevole di una lode distinta", e nel 1737 successe al Gabbiani nella decorazione della chiesa al Cestello, affrescando i pennacchi nella cupola con immagini della Maddalena penitente e la prima cappella con storie di S. Maria Maddalena de' Pazzi (Elogio di A.D. Gabbiani, in Storie degli uomini illustri, XII, Firenze 1775, p. 59). Fu attivo fino a tarda età se è vero che a 80 anni (Tolomei, p. 31) eseguì su tela un Martirio di s. Bartolomeo ancora oggi visibile nel duomo di Pistoia. Bozzetti preparatori per affreschi sono considerati la tela nella Galleria dell'Accademia di Ravenna (Fama e Regalitàche fan dono alle Arti) e il disegno nel museo di Rijssel (Cristo in gloria tra angeli), relativo ad un affresco nella SS. Annunziata.
Del B. è anche un tondo dipinto su tela nella chiesa di S. Iacopo a Firenze, (Abramo e gli arcangeli, lunetta del transetto destro). Quanto alle opere ad olio citate dal Richa, La Crocefissione e il S.Filippoin gloria nella chiesa di San Firenze, risultano del Sagrestani (Gregori); le altre, a differenza degli affreschi tutti ancora visibili, sono andate perdute e precisamente: la Guarigione degli storpi, la Guarigione dei ciechi e la Sacra famiglia in S. Margherita dei Ricci, nonché una pala d'altare con Sante monache ai SS. Apostoli e la tavola con la Sacra Famiglia in S. Domenico al Maglio. Parimenti smarrite si ritengono due tele menzionate rispettivamente dal Tolomei e dal Brogi, e cioè la Santa Lucia consanti, a San Giovanni Rotondo a Pistoia (chiesa distrutta) e la Madonna con santi nella parrocchia di S. Donato a Ginestreto presso Siena.
Disegni del B. sono negli Uffizi, nel museo Vicar di Lilla e nel museo di Rijssel.
L'arte del B. si inserisce nel panorama della cultura pittorica a Firenze nel primo '700, sprovincializzata dalle esperienze condotte sullo scorcio del secolo da grandi maestri come il Cortona (a palazzo Pitti), il Giordano (a palazzo Medici), S. Ricci (a palazzo Marucelli) e dai contatti frequenti con la scuola romana del Maratta e bolognese del Cignani. Più che al cortonismo improvvisato di Pier Dandini o al classicismo marattesco del Gabbiani, il B. si rifà al giordanismo del Sagrestani filtrato attraverso la maniera smussante del Cignani e intessuto di una levità di colori e luci già quasi rococò. Dell'alunnato presso il Sagrestani testimonia il Lanzi e lo conferma il confronto tra gli arazzi sagrestaneschi e il Fuoco del B. (Firenze, pal. Pitti), che ne riprende il tipico colorismo a larghe campiture di colori cangianti e la stessa eleganza stilistica tipicamente settecentesca. Qualità questa che caratterizza le opere migliori del B., come gli affreschi a palazzo Capponi e a S. Domenico di Fiesole, dove egli attinge "ariosità ed eleganze tiepolesche" (Marangoni).
Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. Nazionale, ms. Pal. E. B. 9,5: F. M. Gaburri, Vite dei pittori (1739), ad vocem; G. Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine, I-X, Firenze 1754-1761, passim; A. M. Bandini, Lettere XII adun amico... della città di Fiesole, Firenze 1776, col. 37; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Bassano 1795-96, I, p. 259; A. M. Bandini, Lettere fiesolane nuove, Firenze 1800, p. 55; P. Zani, Enciclopedia metodica dellebelle arti, I, 4, Parma 1820, p. 171; F. Tolomei, Guida diPistoia…, Pistoia 1821, pp. 31, 40; F. Fantozzi, Nuova guida... di Firenze, Firenze 1844, pp. 394, 546, 742; C. Conti, Ricerche storiche sull'arte degliarazzi in Firenze, Firenze 1875, p. 33; P. Tonini, Il Santuario della SS. Annunziata..., Firenze 1876, pp. 245 s.; F. Brogi, Invent. generaledella prov. di Siena, Siena 1897, p. 189; R. Razzoli, La chiesa di Ognissanti..., Firenze 1898, pp. 72 s.; G. Carocci, I dintorni di Firenze, I, Firenze 1906, p. 183; M. Marangoni, La pittura fiorentina nel "Settecento", in Rivista d'arte, VIII (1912), p. 84; W. e E. Paatz, Die Kirchen vonFlorenz, I, Frankfurt a. M. 1940, pp. 114, 115, 119, 239; II, ibid. 1941, pp. 6, 107, 110, 150, 151, 154, 391, 392; III, ibid. 1952, pp. 93, 94, 740; IV, ibid. 1952, pp. 14, 41, 421; R. Wittkower, Art and Archit. in Italy..., Harmondsworth 1958, pp. 309, 383 n. 16; A. Martini, La galleria dell'Accademia di Ravenna, Venezia 1959, pp. 36 s.; M. Gregori, Settanta pitture e sculture del '600 e '700fiorentino, Firenze 1965, p. 59; Italiaanse Tekeningen uit hetMuseum te Rijssel (catal., s. l. 1967-68), p. 18 n. 19; O. Ferrari, Arazzi italiani, Milano 1968, p. 189; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, p. 283 (con ult. bibl.).