BATTIFERRI, Matteo
Figlio del medico urbinate Iacopo ed avo della poetessa Laura Battiferri, visse tra la fine del sec. XV e i primi anni del XVI.
Proveniente da una ragguardevole famiglia originaria di Mercatello stabilitasi a Urbino, poté forse trascorrere i primi anni a Venezia, dove, a suo dire, il padre aveva fin dalla giovinezza mantenuto la famiglia insegnando con notevole successo dialettica, logica e metafisica, sia in corsi pubblici sia come precettore privato. Divenuto poi Iacopo medico celeberrimo e chiamato con grandi stipendi a Creta, a Ragusa, a Corfù e a Roma, il giovane B., chierico, dové trattenersi a Venezia, esercitandovi la medicina e pubblicando nel 1488 per "Iohannem de Forlivio et Gregorium fratres" i Commentaria Alberti Magni in libros naturales Aristotelis.
Nella prefazione, dedicata l'8 genn. 1488 al padre, il B. si professa dottore d'arti e di medicina e vanta la lunga cura impiegata a emendare il testo albertiano, dando ragione, con uno scrupolo che risente in qualche modo delle esigenze umanistiche, di quasi ogni singola espressione di Alberto, nonché dei testi aristotelici e dei commenti ripresi da Averroè. Il B. attribuiva grande importanza alla sua fatica di editore volta alla diffusione dell'opera, a suo avviso fondamentale, di Alberto, e tale da favorire qualsiasi tipo di ricerca inerente alle discipline naturali e filosofiche.
Dopo questa edizione, chiaramente destinata a corsi universitari, il B. dové probabilmente passare a Ferrara, dove è ricordato come celebre professore di medicina. Pur non risultando fra gli archiatri pontifici, sembra aver esercitato la professione di medico anche presso la corte romana, ed è ricordato nel Liber notarum del Burcardo come chierico conclavista del cardinal Alessandro Farnese al conclave per l'elezione di Giulio II (ottobre-novembre 1503).
A Roma il B. concluse la sua esistenza, a soli trentotto anni, secondo l'epigrafe della sepoltura che gli fu allestita dal fratello Francesco nella chiesa di S. Bernardino a Urbino. Il B. fu anche poeta in volgare: un suo saggio poetico è raccolto nel Tesauro spirituale in rima, Venezia 1524.
Fonti e Bibl.: Urbino, Bibl. Univers., ms. 59, P. G. Vernaccia, Elogidegli uomini illustri di Urbino; Ibid., ms. 16, Id., Giustificazione degli alberi genealogici delle famiglie nobili di Urbino, c. 225; Iohannis Burckardi Liber Notarum, in Rer. Ital. Script., 2 ediz., XXXII, 1, a cura di E. Celani, p. 407 e n.; L. Schrader, Monumentorum Italiae quae hocnostro saeculo et a Christianis posita sunt ll. IV, Helmaestadii 1592, f. 282 v; C. Grossi, Degli uomini illustri di Urbino, Urbino 1856, pp. 85 s.; F. Borsetti, Historia almi Ferrariae Gymnasii, Ferrariae 1735, II, p. 89; T. Moro-A. Vecchietti, Biblioteca Picena, Osimo 1791, III, pp. 115 s.; G. Secco-Suardo, Lo Studio di Ferrara a tutto il secolo XV, Ferrara 1896, p. 226; G. Pardi, Lo Studio di Ferrara, Ferrara 1901, pp. 82, 147; Id., Titoli dottorali... di Ferrara, Lucca 1901, pp. 88 s.; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, I, Leipzig 1925, n. 716, coll. 345 s.; Indice generale degli Incunaboli delle Biblioteche d'Italia, I, p. 30, n. 223.