MARISSA (ebr. Mārēshā Μάρισα, Μάρισσα)
Città di Giuda, circa 60 km a S-O di Gerusalemme, nelle vicinanze di Lachish (v.). M. era una delle città di confine fortificate da Roboamo (II Cron., xi, 8). Dopo l'esilio babilonese divenne un importante centro amministrativo, abitato dagli Idumei; sotto i Tolomei la visita di Zenone (258 a. C.) indica che essa continuò ad essere la residenza di un governatore, assistito da un economo e da un ufficiale di polizia, tutti Greci. M. venne conquistata da Giovanni Ircano, l'asmoneo, verso la fine del II sec. a. C.; nel 63 a. C. Pompeo restituì alla città l'indipendenza, ma nel 40 a. C. M. fu distrutta dai Parthi e non più ricostruita.
Gli scavi del 1900 misero in luce una città ellenistica con una doppia fila di bastioni e strade tracciate secondo un modello ippodameo regolare, con un centro residenziale nella sezione sud-orientale. Nelle vicinanze del tell è stata scoperta una serie di grotte sepolcrali, una delle quali risale al 206 a. C. Furono scavate per una colonia di Sidonî ellenizzati, che si erano uniti in matrimonio con Idumei. Ciascuna tomba consiste di un vestibolo e diversi ambienti nelle cui pareti sono ricavati i loculi; la tomba più importante si trova verso la fine della sala principale. Queste tombe sotterranee sono decorate con affreschi. Alla fine della tomba I si trova rappresentata una porta con frontone e urne funerarie ai due lati: sempre ai lati, stanno anche due aquile, poggiate su ghirlande, al di sopra di incensieri. Sopra ai loculi, tutt'intorno alla sala, corre un lungo fregio dipinto, che rappresenta una caccia al leopardo, una serie di animali esotici (elefanti, giraffe, rinoceronti, ippopotami) e alcune creature fantastiche, come fiere con volti umani, pesci con proboscidi d'elefanti, ecc. Le rappresentazioni di animali reali testimoniano l'influenza del giardino zoologico che i Tolomei avevano in Alessandria; accanto ai vari disegni è scritto il nome del relativo animale, il che sembra possa essere derivato da un testo illustrato di zoologia. Nella sala d'entrata, che una volta aveva una statua e un altare, erano rappresentati un gallo (l'uccello sacro ad Esculapio, con riferimento al mondo sotterraneo) e Cerbero con tre teste. Nella tomba II, di pianta simile, la sala principale è decorata con ghirlanda, mentre nel vestibolo vediamo le immagini di un gruppo di suonatori. Nel loro insieme le tombe dipinte di M. sono di grande importanza, in quanto esse ci testimoniano la grande diffusione dell'influenza esercitata dall'arte ellenistica nei distretti rurali della Palestina sotto i Tolomei. La pianta di queste tombe, derivata da Alessandria, fu usata anche dagli Ebrei nella costruzione delle proprie tombe intorno a Gerusalemme.
Bibl.: Bliss-Macalister, Excavations in Palestine, Oxford 1898-1900, pp. 52-61; J. P. Peters-H. Thiersch, Painted Tombs in the Necropolis of Marissa, Londra 1905.