Merlini, Marisa
Attrice cinematografica e teatrale, nata a Roma il 6 agosto 1923. Nota soubrette del teatro di varietà, la M. è stata anche un'apprezzata caratterista del cinema italiano degli anni Cinquanta. Ha offerto prove eccellenti specialmente nel ruolo della donna matura che vive la propria solitudine in dignitosa compostezza: si pensi alla levatrice Annarella, corteggiata dal maresciallo dei carabinieri, interpretato da Vittorio De Sica, in Pane, amore e fantasia (1953) e in Pane, amore e gelosia (1954), entrambi diretti da Luigi Comencini; o alla parte della donna non più giovane resa con estrema sensibilità, ancora in coppia con De Sica, in Tempo di villeggiatura (1956) di Antonio Racioppi, per il quale ha ottenuto il Nastro d'argento come miglior attrice non protagonista.
Studiò presso l'Istituto commerciale Metastasio di Roma e frequentò le lezioni di recitazione della contessa Serra. Nel 1940, scritturata da Macario per la rivista Tutte donne, iniziò una brillante carriera nel teatro di varietà, dove recitò accanto a Carlo Dapporto, Nino Taranto, Wanda Osiris e Anna Magnani. Ben presto fu chiamata a recitare anche nel cinema dove, dopo una piccola parte nel melodramma popolare Stasera niente di nuovo (1942) di Mario Mattoli, fece il suo vero esordio impersonando l'amante di un ricettatore in Roma città libera o La notte porta consiglio (1946) di Marcello Pagliero. Fece quindi coppia con Totò, suo partner anche sul palcoscenico, in Totò cerca casa (1949) di Mario Monicelli e Steno e Totò cerca moglie (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Dopo una serie di ruoli leggeri che puntavano esplicitamente sulla sua prosperosa femminilità, le vennero affidate parti di moglie piccolo-borghese, madre apprensiva, casalinga dimessa ma dignitosa, talvolta tradita o comunque vittima delle circostanze: personaggi dotati di drammaticità che la M. seppe tuttavia ravvivare con la sua ironia e spontaneità popolare conquistandosi l'affetto del pubblico. Oltre che nei citati classici del 'neorealismo rosa', la si ricorda per le sue apparizioni in Padri e figli (1957) di Monicelli, in un episodio di I mostri (1963) di Dino Risi e nel 1970 in Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) diretto da Ettore Scola. Nata come caratterista, la M. non ha sofferto l'incalzare degli anni e ha continuato a lavorare a lungo, anche in sceneggiati per la televisione.
S. Masi, E. Lancia, Stelle d'Italia: piccole e grandi dive del cinema italiano dal 1945 al 1968, Roma 1989, pp. 107-09.