Vedi MARION dell'anno: 1961 - 1995
MARION (v. vol. IV, p. 856)
Dal 1983 la missione americana diretta da W. Α. Ρ. Childs conduce ricerche nella regione di Polis Chrysochous allo scopo di definire l'area in cui sorsero le città antiche di M. e Arsinoe. I rinvenimenti di superficie e i sondaggi sembrano dimostrare che nell'VIII-VI sec. a.C. l'insediamento si trovava sull'altopiano oggi detto Peristerios. Intorno al VI-V sec. a.C., l'abitato di M. si sarebbe esteso o addirittura spostato verso O; mentre la città di Arsinoe, fondata nel 270 a.C., avrebbe invece occupato solo l'altura sulla quale sorge il villaggio moderno di Polis, dove i saggi hanno rivelato la presenza di materiale databile dall'età ellenistica al Medioevo. In particolare, sull'altopiano di Peristerios è stato portato alla luce un grande santuario, probabilmente attivo dal periodo cipro-geometrico III (700 a.C. circa), come dimostrerebbe il rinvenimento di tessere in terracotta e di frammenti di statue fittili di quest'epoca che possono essere avvicinate nello stile a quelle dell’Heràion di Samo. I resti di strutture, databili al VI sec. a.C., permettono di ricostruirne la pianta: all'interno di un témenos (23 x 17 m) costeggiato da strade a S e a E si trovava un edificio, con portico sul lato S, composto da un ambiente principale (7 x 7 m) e da un vano annesso a O (3 x 5 m). Un grande altare era di fronte all'ingresso meridionale. Nel V sec. a.C., l'ultimo secolo di vita del tempio, un unico vano (6 x 7 m) si sovrappose alle strutture del periodo precedente. Il rinvenimento, fra le numerose statuette, di figurine in terracotta di un tipo di Afrodite conosciuto a Kuklià (v. voi. v, p. 943, s.v. Paphos) e a Yeroskipou, nonché la scoperta di un bucranio, di un deposito di scorie di rame e di pozzi davanti all'entrata S del santuario sembrerebbero testimoniare la presenza di rituali associati a una divinità della fertilità che potrebbe essere identificata con una qualche ipostasi di Afrodite. Appena fuori dal témenos è stato portato alla luce un grande pozzo scavato nella roccia che sembra essere stato utilizzato come bòthròs intorno alla fine del VI sec. a.C. All'interno, presso il lato E, è stato rinvenuto un deposito di statue in terracotta, nelle quali le teste erano state deliberatamente staccate dai corpi; questo sembrerebbe suggerire che, quando il luogo di culto fu rinnovato nel V sec. a.C., parte del materiale votivo fu rimosso, e forse ritualmente sconsacrato tramite il distacco delle parti principali del corpo delle figure, per essere in seguito deposto fuori dai confini del tempio. Una vasca posta nel banco di calcare è stata scoperta a NE del períbolo: il ritrovamento di un oggetto simile nel santuario di Palaipaphos rivelerebbe che quello di M. si estendeva al di là del peribolo. Intorno all'area sacra si trovano resti di abitazioni. Un altro luogo di culto, già noto per la presenza di figurine in terracotta in superficie, è stato scavato a NE dell'abitato moderno. Il materiale rinvenuto data la fondazione del santuario sicuramente al VI sec. a.C. e forse addirittura al VII sec. a.C., mentre le strutture murarie portate alla luce non sono anteriori al V sec. a.C. Si componeva di una costruzione a pianta quasi quadrata (8 m di lato) all'interno della quale, in una piccola area (2,50 x 3 m) delimitata da un parapetto in muratura e sita nell'angolo S, è stato rinvenuto un gran numero di statue e statuette. Da un portico sul lato Ν si accedeva attraverso una serie di scalini a una grande corte, mentre a S sono i resti di un altro edificio più piccolo (6,10 x 4,40 m). Un largo muro di incerta funzione correva a E delle costruzioni menzionate. Sulla base dei reperti e delle tracce di distruzione e di incendio, portate alla luce all'interno degli edifici, è stato proposto di collegare la fine del santuario con il saccheggio di M. da parte di Tolemeo I Sotèr nel 312. La scoperta di una statuetta in terracotta di Afrodite ed Eros, databile nel V sec. a.C., ha fatto supporre che almeno una parte del tempio fosse dedicato alla dea, mentre la presenza di numerosi frammenti di statue di cavalli e cavalieri, nonché di figure maschili, lascia ipotizzare che vi fosse venerata anche una divinità maschile, che, sulla base di un'epigrafe di epoca tiberiana proveniente da M. che menziona un santuario di Zeus e Afrodite, si è proposto di identificare con il padre degli dèi. Fra i rinvenimenti si ricorda ancora un torso in terracotta di figura femminile, databile alla seconda metà del V sec. a.C., forse l'esempio più bello di scultura in grande scala rinvenuto a Marion.
Oltre a resti di strutture arcaiche e classiche, di edifici di epoca romana (I-III sec. d.C), forse officine, e di costruzioni medievali (V-X sec. d.C.), sono stati rinvenuti in un terreno privato nel settore NE di Polis i resti di una chiesa (23 x 12 m), conservata solo al livello di fondazione, che nella sua prima fase, databile al tardo V sec. d.C., presentava una struttura a tre navate, terminanti con absidi decorate a mosaico.
In un pozzo scavato a S dell'edificio sono stati rinvenuti, negli strati inferiori, materiali databili al Neolitico e all'Età del Bronzo, che, secondo R. Mandel, sarebbero giunti in quest'area tramite ruscellamento, rivelando quindi la presenza di un sito preistorico sull'altura dove ora sorge il villaggio moderno.
Gli scavi condotti nelle necropoli di M. e Arsinoe hanno rivelato la presenza di tombe a inumazione, databili in genere dal periodo cipro-geometrico a quello bizantino, mentre un'esplorazione di superficie ha dimostrato che la necropoli E si estendeva quasi fino a Limni, 8 km a E di Polis. Degna di menzione è la scoperta, nel 1960, di una tomba del Bronzo Antico (n. 130), la prima nella necropoli che risalga a quest'epoca; tra i reperti, fondi di brocche tipiche della c.d. Philia culture. Un attento studio dei materiali ha poi rivelato che sono presenti anche in altre sepolture elementi che confermerebbero l'esistenza di tombe di quest'epoca. Durante gli scavi degli ultimi anni alcune tombe sono state portate alla luce nell'area conosciuta come Peristerios; fondi di vasi e fondazioni di piccole strutture, rinvenute presso l'entrata, indicano la probabile esistenza di monumenti funerarî o di pìthoi in pietra. Le tombe si compongono in genere di una camera a pianta irregolare con dròmos di accesso (v. voi. il, pp. 637-638, s.v. Cipro)', questo schema lascerà il posto, in epoca ellenistica, a uno più elaborato, con più stanze a volte su diversi livelli. Sempre in quest'epoca, invece delle nicchie, proprie del periodo classico, appaiono spesso i loculi, mentre già dal cipro-classico II (400-325 a.C.) sono usati i primi sarcofagi. A questo proposito, il Gjerstad ha suggerito di considerare come antecedenti dell'uso dei sarcofagi le sepolture in aree delimitate da muri di partizione di pietra: si ricordi in particolare la tomba 41 del periodo cipro-classico I (475-400 a.C.). Numerose iscrizioni, databili a partire dal VI sec. a.C., sono state rinvenute nella necropoli. L'esistenza di strette relazioni commerciali e culturali con Atene è rivelata non solo dalla presenza di materiale d'importazione, ma anche dai reperti di fattura locale, quali le statue in terracotta rinvenute nei santuari e le stele funerarie di epoca classica che imitano quelle attiche, sia nello stile, sia nell'enunciazione del nome del defunto. A tale proposito debbono ricordarsi la già citata statuetta di Afrodite ed Eros rinvenuta nel santuario a NE della città moderna, che si ispira alla raffigurazione delle due divinità sul fregio del Partenone, e la stele raffigurante una fanciulla seduta con un uccellino nella mano sinistra, databile al 420 a.C., ora conservata al museo di Cipro.
A circa 4 km a O di Polis sono i resti del porto di M.-Arsinoe, ricordata dai geografi come la porta di Cipro da e per le terre costiere dell'Anatolia del Sud e dell'Egeo. Esso costituiva inoltre il nodo fondamentale per il commercio del rame con l'Ovest, estratto dalle miniere di Limni. Un massiccio frangiflutti è ancora conservato per una considerevole lunghezza. È interessante notare che la notevole attività delle miniere di Limni ê inoltre rivelata dalla presenza di numerosi accumuli di scorie di rame, soprattutto nel settore E dell'insediamento antico.
Nel V sec. a.C. M. conia monete d'argento: esse recano, oltre al nome del sovrano, quello della città, caratteristica non usuale a Cipro.
Bibl.: T. B. Mitford, Three Inscriptions of Marium, in BICS, V, 1958, pp. 58-60; Κ. Nikolaou, Ανασκαφή τάφων εις Μαριον, in RDAC, 1964, pp. 131-188; V. Wilson, A Grave Relief from Marion, ibid., 1969, pp. 56-63; Α. M. Collombier, Un exemple d'analyse du matériel archéologique: les nécropoles de Marion à Chypre, ibid., 1977, pp. 276-289; T. B. Mitford, Roman Cyprus, in ANRW, II, 7, 2, 1980, p. 1329; W. A. P. Childs, First Preliminary Report on the Excavations at Polis Chrisochous by Princeton University, in RDAC, 1988, 2, pp. 121-130; N. Serwint, The Terracotta Sculpture from Ancient Marion: Recent Discoveries, in P. Aström (ed.), Acta Cypria, 3. Acts of an International Congress on Cypriote Archaeology Held in Göteborg 1991¡ Jonsered 1992, pp. 382-426. - Notizie sulle ultime campagne di scavo sono apparse in BCH, CIX, 1985; CXI, 1987; CXIII, 1989; CXV, 1991.