PETRUCCIANI, Mario
– Nacque a Caserta, da Eugenio e Matilde Fiocca, il 23 febbraio 1924.
Precocemente orfano di padre, trascorse l’infanzia e l’adolescenza a Tivoli dove frequentò la scuola dell’obbligo e gli studi classici presso il Convitto nazionale Amedeo di Savoia, dov'ebbe fra gli insegnanti il francesista e poeta Tito Marrone, il filologo classico Filippo Maria Pontani, il critico e poeta Umberto Marvardi. Rientrato a Roma dopo la maturità e ottenuto un impiego precario presso il ministero delle Finanze, nell’autunno 1942 si iscrisse alla facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Roma «La Sapienza», ove seguì i corsi di Natalino Sapegno, Angelo Monteverdi, Alfredo Schiaffini, Gennaro Perrotta, Margherita Guarducci e Giuseppe Ungaretti.
Le lezioni di quest’ultimo furono determinanti per la sua conversione dagli studi classici a quelli sulla letteratura contemporanea, ove fu possibile coniugare il rigore e la severità della ricerca filologica con una più intensa partecipazione emotiva al testo letterario.
Frattanto, nel tempo libero continuò a frequentare Pontani e il gruppo dei giovani intellettuali antifascisti che lo circondavano, fra cui il regista Carlo Lizzani con cui strinse un significativo sodalizio umano. Dopo l’occupazione tedesca di Roma, alcuni mesi di clandestinità e la Liberazione, alla fine del 1945 Petrucciani riprese gli studi, profondamente influenzato dalla lettura degli scritti di Renato Serra e del saggio Letteratura come vita di Carlo Bo. Di lì a poco iniziò la sua collaborazione al giornale studentesco L’Universitario in cui uscì il suo primo articolo dedicato alla poesia civile. Il 16 febbraio 1948 si laureò con Ungaretti discutendo una tesi sull’ermetismo.
Il lavoro fu poi alla base del suo libro d’esordio, La poetica dell’ermetismo italiano (Torino 1955), primo bilancio storico-critico su quella discussa categoria poetica e sulle sue origini: «Ad una valutazione storica ed estetica, l’ermetismo si mostra essenzialmente come un aspetto del principio dell’autonomia dell’arte […]. L’ermetismo va indagato in sé, indipendentemente da malfermi parallelismi; l’unico accostamento non solo legittimo, ma indispensabile è quello che lo ricollega ai poeti-teorici dell’autonomia dell’arte e della lirica pura, dal Poe al Baudelaire al Mallarmé al Valéry. […] il poeta del Corvo fu l’iniziatore della consapevole e articolata “poetica pura”» (ibid., p. 19).
Sul finire degli anni Quaranta, mentre continuava a frequentare i seminari di Ungaretti su Dino Campana, Petrucciani consolidò il suo rapporto con padre Pietro Barbieri, divenendo assiduo collaboratore del settimanale da lui diretto, Idea (1949-57).
Nel 1950 fondò il bimestrale Rivista di critica, che visse tuttavia solo pochi mesi, e nel 1951 iniziò a collaborare con La Fiera letteraria. Nel 1952, insieme con Romano Romani (Andrea Rivier), Mario Vitti e Carlo Zannerio fondò la rivista bimestrale Il presente: poesia e critica, che diresse (insieme alla «Collana di poesie del Presente») fino al 1959, anno della cessazione e della fusione, nel 1960, con Galleria che condiresse, fra gli altri, assieme ad Aldo Marcovecchio, Leonardo Sciascia, Jole Tognelli e Vincenzo Consolo, fino alla morte.
Fra gli anni Cinquanta e Sessanta collaborò inoltre alle riviste L’Italia che scrive, Letteratura, Books Abroad. Nel 1979 fondò il quadrimestrale Letteratura italiana contemporanea che diresse dapprima con Gaetano Mariani, poi con Giorgio Petrocchi, infine con Luigi de Nardis, fino alla cessazione, nel 1992.
Nel 1953 risultò vincitore del concorso per funzionario direttivo del ministero della Pubblica Istruzione: preso servizio alla Direzione generale per l’istruzione universitaria, svolse funzioni di ispettore fino al 1967. Nel frattempo aveva dato inizio alla carriera accademica, venendo nominato nel novembre 1951 assistente volontario di Paolo Toschi, professore di letteratura delle tradizioni popolari alla «Sapienza», da cui derivò i suoi interessi verso i canti popolari e la scuola classica romagnola (Introduzione ai poeti della scuola classica romagnola, Caltanissetta 1962). Professore incaricato di storia della letteratura italiana moderna e contemporanea dal 1956, ottenne la libera docenza nel 1958 e l’ordinariato nel 1967, nella neonata facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Urbino, dove per alcuni anni insegnò anche storia delle tradizioni popolari e letteratura italiana.
A Urbino, oltre al rettore Carlo Bo, furono suoi colleghi Claudio Varese, Leone Traverso, Scevola Mariotti, Bruno Gentili, Arturo Massolo, Emilio Peruzzi, Augusto Campana. A Bo dedicò il suo secondo volume, Poesia pura e poesia esistenziale (Torino 1957), in cui, nell’ambito di un’ampia disamina critica sulla poesia contemporanea, definì il suo privilegiato campo d’indagine fra le opere di Campana e Ungaretti. Nel 1962 i lavori di Petrucciani sulla scapigliatura confluirono nell’antologia Poeti della scapigliatura, curata insieme con N. Bonifazi (Urbino) e soprattutto nella monografia su Emilio Praga (Torino), apparsa per Einaudi, dove il poeta lombardo è considerato quale «campione d’indagine capace di rivelare significazioni ed indicazioni non trascurabili per la comprensione dei rapporti che legano i problemi dell’anima e della parola dell’uomo postromantico ai problemi della poesia italiana dell’ultimo Ottocento e dei primi anni del Novecento» (p. 14). L’edizione critica delle Poesie di Praga uscì invece per gli «Scrittori d’Italia» di Laterza (Bari 1969). In Idoli e domande della poesia e altri studi di letteratura contemporanea (Milano 1969), raccolse studi su Officina, sugli amati poeti neogreci Kavafis e Seferis, sull’Ungaretti egiziano.
Il suo linguaggio critico si precisò sempre più attorno a un interesse prevalente per la poesia e a un orientamento metodologico che, se da una parte risulta sedotto dai suggerimenti dello strutturalismo, della linguistica e della stilistica, della semiotica, dall’altra non tradisce mai quella fedeltà al 'documento' letterario, alla sua oggettività testuale e ambiguità simbolica, che resta punto di partenza e anche d’arrivo di ipotesi interpretative molteplici e spesso interdisciplinari. Un’agilità metodologico-investigativa che subordina le scelte teoriche al rispetto assoluto per le potenzialità semantiche del testo poetico e al dovere del dubbio interpretativo.
I temi dello sperimentalismo e dell’innovazione linguistica cominciarono a incrociare i suoi interessi per i rapporti fra letteratura e scienza: prospettiva di ricerca messa a fuoco in Scienza e letteratura nel secondo Novecento. La ricerca letteraria in Italia tra algebra e metafora (Milano 1974, con capitoli, fra gli altri, su Vittorini, Gadda, Sinisgalli, Zanzotto, Debenedetti, Calvino, Levi): «[…] la letteratura resta inquietudine critica del tempo, che si fa idea-struttura, direbbe il Lotman, causa formale, direbbe il Frye: e infine, infrenabile scatto dell’utopia. Ma se la scienza dell’uomo saprà sempre meglio essere scienza per l’uomo nell’affanno della sua corsa terrena, e se il discorso della letteratura non rinuncerà a rimanere il discorso su un destino che tutti ci riguarda, non dovrebbero tra letteratura e scienza sussistere inconciliabili contrapposizioni e impraticabili silenzi. Anche ammessa la diversità dei linguaggi, una è la tensione conoscitiva, comune nella interrogazione del reale la ricerca della verità. Ma verità – a sua volta – qui equivale per noi a enigma e ricerca, diventa cioè denotabile nella angolazione epistemologica del Popper come congettura più ardita, come approssimazione alla verità» (ibid., p. 101).
Contemporaneamente le sue indagini ungarettiane si concentrarono sul «sistema della memoria» messo in atto ne La terra promessa. Le prime ipotesi di lavoro sono raccolte in Segnali e archetipi della poesia. Studi di letteratura contemporanea (Milano 1974), in cui Petrucciani riunì anche riflessioni sulla presenza di Leopardi nella poesia del secondo Novecento.
In questi anni, di là dall'intensa attenzione critica al panorama letterario contemporaneo, si precisò anche il profilo di Petrucciani quale vivace organizzatore e promotore culturale. Nel 1967 assunse la direzione dell’Istituto di filologia moderna all’Università di Urbino dando vita a una serie di iniziative editoriali e di ricerca che ne fecero un solido punto di riferimento per colleghi e giovani allievi; nel 1969 fondò la collana degli «Indici ragionati dei periodici letterari europei» e, nel 1972, la Scuola di perfezionamento in scienza e storia della letteratura italiana e il Centro per la didattica televisiva e la metodologia dell’ascolto. Anche dopo il trasferimento alla «Sapienza» nel 1974, sulla stessa cattedra che fu di Ungaretti, continuò a seguire le attività impostate a Urbino inaugurando, nel 1979, l’Istituto per gli studi di letteratura contemporanea, una libera associazione di studiosi che promosse – fra l'altro – anche una collana di pubblicazioni presso le Edizioni scientifiche italiane di Napoli.
Nello stesso anno uscì il primo dei quattro volumi della Letteratura italiana contemporanea (Roma 1979-87), una grande opera fondata e diretta insieme a Gaetano Mariani, edita per Lucarini. Dal 1981 al 1988 fu membro eletto del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), mentre dal 1985 divenne membro del Savio Collegio dell’Arcadia, di cui era socio corrispondente dal 1960.
Negli anni Ottanta Petrucciani fu al centro di una serie di iniziative per il centenario ungarettiano: presidente della giunta esecutiva del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di G. Ungaretti, organizzò presso la «Sapienza» il convegno internazionale Giuseppe Ungaretti (1888-1970), lavorando alla costituzione della fondazione La Sapienza-Giuseppe Ungaretti che nacque nel 1993 e di cui diresse il consiglio scientifico.
Nel 1985 pubblicò il volume Il condizionale di Didone: studi su Ungaretti (Napoli), in cui tornò sulla poetica della memoria e sulla presenza di Virgilio e Dante nell’opera del poeta de La terra promessa: «Se il sistema della memoria altro non è che un rituale, paradossale, ma alla fine – nella parola poetica – vittorioso esorcismo costruito contro la Morte, il condizionale potrebbe rappresentare l’“altra faccia” del medesimo sistema, quella perdente: potrebbe cioè rammentare – in quel gioco dell’ambiguo tra certezza e dubbio, Realtà e Desiderio, che intrica tanta arte moderna – che la Morte non tollera alcun esorcismo, se non come illusionismo verbale sia pure nella sua forma più eletta di “avventura della mente”» (p. 41).
In Poesia come inizio. Altri studi su Ungaretti (ibid. 1993), Petrucciani si concentrò sulla triade ermeneutica innocenza-memoria-inizio, ora percorsa seguendo le influenze platoniche sul sistema ungarettiano, letto anche nelle sue relazioni con Pascoli, d’Annunzio e Campana, cui dedicò il suo ultimo libro: Ipotesi per Dino Campana e altri studi (Caltanissetta 1997).
Eletto presidente dell’Associazione internazionale per gli studi di lingua e letteratura italiana (triennio 1994-97), dal 1996 fu presidente dell’Istituto nazionale di studi romani, confermato nel 2000. Il 3 aprile 1997 fu insignito della laurea honoris causa dall’Università di Atene presso cui tenne una lectio magistralis sulla presenza di Platone e Kavafis nell’opera di Ungaretti.
Collocato a riposo per raggiunti limiti di età dal 1999, Petrucciani morì a Lavinio (Roma) il 16 luglio 2001.
Fonti e Bibl.: A. Barbuto, Bibliografia degli scritti di M. P., Roma 1999; M. Caravale, La scomparsa del presidente M. P., in Rassegna d’informazioni dell’Istituto nazionale di studi romani, LXIX (2001), n. 7/11 (luglio-novembre), pp. 1 s.; L. Martellini, M. P., in Studi romani, IL (2001), n. 3-4, pp. 397-403; A. Barbuto, Altri dati per M. P., Roma 2002; Per M. P., a cura di A. Barbuto, Roma 2004; M. Petrucciani, Per la poesia. Studi e interventi 1943-2001, a cura di C. Donati, - A. Petrucciani, I-III, Pesaro 2011 (con cronologia e bibliogr. di e su P.); M. Ciocchetti, rec. di Per la poesia, cit., in Esperienze letterarie, 2012, 2, pp. 142-146; M. Debenedetti, Un interesse nascosto: la letteratura romagnola. Ricordo di M. P., in La Rassegna della letteratura italiana, s. 9, CXIX (2015), n. 1 (in corso di stampa).