GOZZANO, Mario
Nato a Savigliano, presso Cuneo, il 15 ag. 1898 da Francesco e da Ester Alliana, si laureò in medicina e chirurgia presso l'Università di Torino nel 1922, e si indirizzò subito allo studio della neurologia. Nei successivi due anni frequentò come interno gli istituti di clinica neurologica e di fisiologia dell'ateneo torinese, diretti rispettivamente da C. Negro e da A. Herlitzka, ove dette inizio alle sue ricerche di psicologia applicata e di neurofisiologia.
Particolarmente importante, in questo periodo, fu il suo lavoro sui test mentali nei parkinsoniani, che di fatto inaugurò il metodo dell'utilizzazione dei reattivi mentali in psicodiagnostica, in seguito largamente sviluppato e applicato: Ricerchepsicometriche sopra alcuni parkinsoniani postencefalitici, in Rivista di patologianervosa e mentale, XXX (1925), pp. 304-312.
Nell'estate 1924 si recò a Vienna ad addestrarsi nelle tecniche di fisiologia sperimentale del sistema nervoso presso l'istituto neurologico universitario, diretto da O. Marburg, e a seguire un corso teorico-pratico di chimica-fisica diretto da W. Pauli. Tornato in Italia, intraprese la carriera universitaria: assistente volontario presso la clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Roma diretta da G. Mingazzini nel 1924, nel 1928 divenne assistente ordinario presso la clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Napoli, diretta da O. Fragnito, e nel 1929 conseguì la libera docenza nella specialità.
Durante questi anni, accanto all'attività clinica il G. si dedicò a ricerche di istologia normale e patologica sul sistema nervoso: applicò le nuove tecniche di colorazione del tessuto nervoso introdotte da P. del Rio Hortega, studiò alcuni aspetti delle ferite cerebrali e soprattutto dimostrò sperimentalmente, con osservazioni condotte su cervelli di animali neonati, la validità dell'ipotesi formulata da Fragnito e da F. Capobianco dell'esistenza di una glia di origine mesenchimale. Con lo studio di sezioni microscopiche seriate poté infatti documentare l'origine di microglioblasti da cellule indifferenziate della membrana coroidea e descrivere un particolare tipo di corpuscoli microscopici oculiformi che denominò corpi ciclotipici (Suglieffetti delle cosiddette colorazioni vitali nel sistema nervoso centrale, in Haematologica, VIII [1927], pp. 459-481; Sulla origine delle cellule granulo-adipose nelleferite cerebrali, in Rivista di neurologia, I [1928], pp. 377-401; Osservazioni sullamicroglia in alcune specie di vertebrati, ibid., II [1929], pp. 322-327; Ricerchesull'istogenesi della microglia, in Bollettino della Società italiana di biologiasperimentale, IV [1929], pp. 1028-1031; L'istogenesi della microglia, in Rivista dineurologia, IV [1931], pp. 235-274).
Nel 1934 si recò a Berlino, presso il Kaiser Wilhelm Institut für Hirnforschung di O. Vogt, ove, lavorando in collaborazione col neurologo A.E. Kornmüller, studioso della fisiologia cerebrale, e con l'ingegnere Tönnis, costruttore del neurografo, cominciò a interessarsi dell'attività elettrica della corteccia cerebrale.
Ebbe così modo di inserirsi nel filone di ricerche inaugurato da G. Amantea, S. Baglioni e A. Clementi, e all'epoca in pieno fermento. Proseguendo gli studi di questi autori nel campo dell'epilessia riflessa con stimoli sensoriali, poté dimostrare che l'applicazione di stricnina in un punto della corteccia cerebrale provoca la comparsa improvvisa di un'onda elettrica negativa non solo nel punto di applicazione del farmaco ma anche in punti simmetrici e parasimmetrici controlaterali, cioè di variazioni di potenziale distanti dai focolai stricninizzati (le cosiddette onde di Gozzano): per spiegare tale fenomeno ipotizzò la possibilità di una trasmissione neuronica anziché di una diffusione chimica, in grado di percorrere vie di associazione ancora ignote, in quanto persistente anche dopo sezione del corpo calloso (Ricerche sui fenomeni elettrici della corteccia cerebrale, in Rivista dineurologia, VIII [1935], pp. 212-261; Bioelektrische Erscheinungen bei der Reflexepilepsie, in Journal für Psychologie und Neurologie, XLVII [1936], pp. 24-39).
Nel 1935 il G. fu chiamato a dirigere la cattedra e l'istituto di clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Cagliari, al cui concorso aveva partecipato nel 1932: in questa sede ebbe modo di conseguire notevoli successi nel trattamento con metodi biologici delle psicosi endogene. Trasferito alla direzione della cattedra di clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Pisa nel 1939, nel 1945 fu chiamato a reggere quella dell'ateneo bolognese, succedendo a G. Ayala: qui dette un vigoroso impulso allo sviluppo dell'elettroencefalografia clinica e sperimentale e nel 1948 ricevette un contributo della Fondazione Rockefeller per l'organizzazione di centri elettroencefalografici e per lo studio dell'epilessia in Europa. Si recò a visitare i maggiori istituti scientifici di Francia, Belgio, Svizzera, Inghilterra e allacciò relazioni con i più prestigiosi esponenti della neuropsichiatria internazionale. Fondò inoltre la Società di elettroencefalografia, il cui primo presidente fu A. Gemelli.
Chiamato alla direzione della cattedra di clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Roma il 1° nov. 1951, il G. riorganizzò e potenziò la clinica, incrementandone l'attività scientifica e assistenziale: fondò la prima Scuola speciale per terapisti della riabilitazione motoria e il Centro per l'epilessia, promosse lo studio della neuroradiologia e della neuropsichiatria infantile, potenziò la clinica psichiatrica, realizzò i servizi di neurochirurgia, di neurofisiologia clinica e di igiene mentale, collaborò alla fondazione della Lega italiana per la lotta contro l'epilessia. Fautore della distinzione della neurologia dalla psichiatria quali discipline pienamente autonome riguardanti patologie nettamente distinte sul piano etiopatogenetico, anatomopatologico, clinico e terapeutico, curò in sommo grado la preparazione e la professionalità degli specialisti. Sollecito nei riguardi dei pazienti e nel rispetto della loro personalità, contribuì a ottenere l'abrogazione dell'articolo della legge sull'assistenza psichiatrica del 1904, che stabiliva l'iscrizione nel casellario giudiziario dei malati di mente, e introdusse in clinica psichiatrica il concetto di servizio sociale della psichiatria.
Il G. fu un distinto studioso di patologia e clinica delle malattie neurologiche e psichiatriche, autore di numerose pubblicazioni su periodici specialistici. Oltre quelli già citati, si ricordano qui alcuni suoi importanti lavori: Tumori del lobotemporale, in Rivista di neurologia, II (1929), pp. 1-55; Sindrome paralitica unilaterale globale dei nervi cranici per tumore cranio-faringeo. Distruzione dell'ipofisi senza sindrome ipofisaria, ibid., III (1930), pp. 634-663; La encefalopatia periassiale diffusa di Schilder ed i suoi rapporti con la sclerosi a placche. Contributo clinico e anatomo-patologico, ibid., V (1932), pp. 257-326, in collab. con F. Vizioli; Su di una complessa eterotopia artificiale del midollo, ibid., pp. 635-656; Atetosi doppia con rigidità progressiva (Status marmoratus dello striatoe del talamo, status dysmyelinatus del pallido, lesioni diffuse della corteccia, tumori endocranici bilaterali), ibid., VII (1934), pp. 1-52; Sulla neuromielite ottica, ibid., X (1937), pp. 529-573; Allergia e sistema nervoso; patologia allergica delsistema nervoso, in Cervello, XXV (1949), pp. 331-364, in collab. con D. Bolsi; Lo stato attuale dell'elettroencefalografia in Europa, in Arch. di psicologia, neurologia e psichiatria, XI (1950), pp. 311-315; Il problema dei tests mentali in psichiatria visto dallo psichiatra, ibid., XII (1951), pp. 288-296; I rapporti fra psicologia e psichiatria, ibid., XIII (1952), pp. 257-272; Specializzazionee collaborazione. La neurologia e la psichiatria in rapporto alle altre disciplinemediche, in La Riforma medica, LXVI (1952), pp. 757-766; Osservazioni sull'attivitàelettrica spontanea del rinencefalo, in Rivista di neurologia, XXV (1955), pp. 697-701, in collab. con R. Vizioli e G. Ricci; Basi anatomo-fisiologiche dellemoderne terapie farmacologiche in psichiatria, in Arch. di psicologia, neurologia epsichiatria, XVII (1956), pp. 149-160; L'importanza della barriera emato-encefalicanella patogenesi delle encefalomieliti sperimentali, in Rivista di neurologia, XXVI (1956), pp. 1-17, in collab. con V. Floris, G. Della Rocca e C. Morocutti; Problemi psicosociali nell'epilessia, in Annali della Sanità pubblica, XXI (1960), pp. 1162-1179; Trattamento chirurgico del morbo di Parkinson, in Recenti progressiin medicina, XXVIII (1960), pp. 213-241, in collab. con B. Guidetti; La formazione professionale del neurologo, in Rivista di neuropsichiatria, XXVIII (1965), pp. 334-346.
Del G. sono inoltre da ricordare il Trattato delle malattie nervose, Milano 1946 (e numerose edizioni successive); il Compendio di psichiatria, Torino 1947 (e numerose edizioni successive, rivedute e aggiornate); Elettroencefalografia clinica, guida pratica all'esame elettroencefalografico, ibid. 1951 (2a edizione, ibid. 1954), in collab. con S. Colombati; Semeiotica e diagnostica neuropatologica, Napoli 1954, in collab. con O. Fragnito; L'igiene mentale, Roma 1961, in collab. con vari altri autori; Compendio di psichiatria; clinica e criminologia (per giuristi), Torino 1971.
Presidente della Società italiana di neurologia e della Società italiana di psichiatria, il G. godette di prestigio in campo clinico e scientifico internazionale. Nel giugno 1966 fondò con G.C. Reda la Rivista di psichiatria.
Aveva sposato Walburga Bollendorf, dalla quale ebbe quattro figli.
Il G. morì a Roma il 30 ag. 1986.
Fonti e Bibl.: Necr. in Riv. sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazionimentali, CX (1986), pp. 1191 s.; Rivista di neurologia, LVI (1986), 4, pp. VIII s.; Rivista di psichiatria, XXII (1987), pp. VII-X; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 223, 226, 232 s.; II, pp. 498 s.