MARIO da Calascio
Francescano, nato verso il 1550 a Calascio (Abruzzo), da cui prese il cognome; morto a Roma il 24 gennaio 1620. Fu uno dei più dotti orientalisti del tempo. Fu incaricato da Paolo V dell'insegnamento dell'ebraico in Roma, e si occupò di lingue semitiche per oltre 40 anni. Prospettò al pontefice nelle conversazioni che ebbe con lui l'opera sua maggiore sulle concordanze ebraiche, che non giunse a vedere pubblicata.
Di lui si conoscono le tre opere seguenti, stampate tutte a Roma da Stefano Paolino: Grammatica linguae hebraicae addiscendae, ovvero Canones generales linguae sanctae, 1616; Dict. Hebraicum, 1617; Concordantiae Sacrorum Bibl. Hebraicorum, 1621, voll. 4, in-folio a 4 coll. oltre le postille marginali d'ambo le parti. La prima ed. di quest'opera, lasciata dall'autore pronta per la stampa, venne curata per volere di Paolo V e del generale dei minori, dal P. Luca Wadding, il quale nel vol. I prepose la vita di lui con prolegomeni sotto varî pseudonimi, compreso quello di padre Michelangelo di S. Romolo, da altri credutone autore.
Bibl.: L. Wadding, Script. Ord. Minorum, Roma 1906; H. Sbaralea, Suppl. et castigatio ad Script. Ord. Min., Roma 1921; A. Dragonetti, Le vite degli illustri Aquilani, Aquila 1847; E. Casti, in Palestra Alternina, 1884; F. Corsi, in Aufinate, anno I, Chieti 1889; A. Kleinhans, in Biblica, V (1924), pp. 39-48.