MARIA DOMENICA Mazzarello, santa
MARIA DOMENICA Mazzarello, santa. – Nacque il 9 maggio 1837 nel piccolo borgo di Mornese, nell’alto Monferrato, da Giuseppe e Maria Maddalena Calcagno, contadini. Primogenita di dieci figli (di cui tre morti in giovane età) trascorse gli anni della prima giovinezza aiutando i genitori nel lavoro dei campi e prendendosi cura dei fratelli minori.
Ricevette in famiglia un’educazione fortemente religiosa che seguì con particolare trasporto e dedizione. Apprese il catechismo dal sacerdote D. Pestarino che si era formato in seminario a Genova (dove era diventato amico del teologo genovese G. Frassinetti) che le fu fino alla morte (1874) guida spirituale.
Nel 1854-55 nacque a Mornese, per iniziativa della maestra Angela Maccagno e di Pestarino, consigliati nella redazione del regolamento da Frassinetti, la Pia Unione delle figlie dell’Immacolata, cui M. aderì con la maestra Maccagno e altre tre giovani.
L’Unione, che nel 1857 ottenne l’approvazione vescovile all’interno della diocesi, aveva in particolare lo scopo di formare fanciulle devote, dedite all’aiuto del prossimo e alla propria maturazione religiosa interiore attraverso meditazioni, letture, esami di coscienza, oltre che con la frequenza ai sacramenti secondo il consiglio del proprio direttore spirituale.
Nel 1860 scoppiò in paese un’epidemia di tifo che M., allora ventitreenne, contrasse nell’assistere una famiglia di parenti. La malattia la portò quasi alla morte e, dopo la guarigione, ne rese la salute più cagionevole. Si dedicò in seguito con l’amica Petronilla Mazzarello a imparare e poi insegnare il mestiere di sarta alle fanciulle della zona, proponendosi nel contempo di educarle ai precetti religiosi. Poiché le richieste di apprendistato aumentavano, venne presto affittato un locale adeguato, adibito a laboratorio, accanto alla chiesa del paese, cui si aggiunse la fondazione di un ospizio per ragazze orfane e di un luogo di ritrovo per le giovani nei giorni festivi e nelle brevi pause del lavoro quotidiano.
Nell’ottobre 1864 Giovanni Bosco visitò Mornese con un gruppo di allievi ed ebbe modo di conoscere e apprezzare le iniziative dell’Unione. Poco dopo la partenza degli ospiti, Pestarino mise a disposizione di M., dell’amica Petronilla e di altre due giovani una nuova dimora affinché continuassero l’opera da loro iniziata attuando una scelta di vita comunitaria fuori dall’ambito familiare.
Attraverso la collaborazione con Pestarino e appoggiato nel progetto dallo stesso papa Pio IX, Giovanni Bosco maturò l’idea della fondazione a Mornese di un’istituzione religiosa femminile con le stesse finalità della Congregazione maschile dei salesiani. Tale progetto, facilitato dalla concordanza tra le linee guida salesiane e il progetto educativo e religioso che M. aveva portato avanti con le sue compagne, fu realizzato dapprima con la compilazione di un abbozzo delle costituzioni consegnate nel 1871 a Pestarino, poi, all’inizio del 1872, attraverso la trasformazione vera e propria delle figlie dell’Immacolata nell’Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice, poi conosciute anche con il nome di salesiane di S. Giovanni Bosco.
M., in seguito riconosciuta accanto a Giovanni Bosco cofondatrice della Congregazione femminile, venne eletta il 29 genn. 1872 prima superiora. Fu tra le prime undici giovani che il 5 ag. 1872 fecero professione dei voti per tre anni (poi perpetui dal 1875) davanti al vescovo di Acqui, mons. G.M. Sciandra. Esse si trasferirono in un apposito spazio, il collegio di Borgoalto, in un primo tempo pensato da Giovanni Bosco come luogo di educazione maschile. Cominciarono così ad affluire a Mornese fanciulle per ricevere un’istruzione nella nuova istituzione, insieme con il necessario personale docente qualificato. Tra le discenti fu anche M., impegnata nello studio della scrittura e della pronuncia dell’italiano, parlato diffusamente nella zona solo in forma dialettale.
Le costituzioni della Società salesiana (cui era aggregato anche il nuovo istituto femminile) furono approvate in ogni loro parte dalla commissione cardinalizia e con decreto papale il 3 apr. 1874. In esse era prevista una dipendenza diretta del nascituro ramo femminile dal rettore maggiore del ramo maschile. Le regole per le figlie di Maria Ausiliatrice, scritte da Giovanni Bosco, furono approvate all’interno della diocesi da mons. Sciandra nel 1876 e pubblicate per la prima volta a Torino nel 1878.
M. svolse l’incarico di superiora generale, affidatole nel 1874 e poi di nuovo nel 1880, con grande convinzione e coinvolgimento, ispirandosi ai principî salesiani, con una forte impronta mariana: il modello di maternità della Vergine venne riproposto nell’educazione delle giovani, in un’azione che univa dolcezza e fermezza, attenzione alla riflessione interiore e all’attività pratica nella società. Le sue doti organizzative nella gestione della nuova Congregazione furono notevoli, ottenendo dallo stesso Giovanni Bosco costanti lodi, fiducia e riconoscimento per la crescita dell’istituzione che si andava a porre, secondo i disegni e le aspirazioni di questo, come il corrispettivo femminile salesiano sia nei principî costitutivi sia negli intenti: rendere gloria a Dio e contribuire alla missione della Chiesa attraverso l’educazione delle giovani, basandosi sul «sistema preventivo» (comune quest’ultimo a una serie non trascurabile di pedagogisti ed educatori ottocenteschi), con attenzione particolare alle ragazze in situazioni di svantaggio, tanto nei paesi cristiani che in quelli in via di evangelizzazione.
Negli anni che seguirono le case dell’istituto si moltiplicarono, dapprima in Piemonte e in Liguria, poi in altre parti d’Italia, tra cui nel 1880 a Catania e a Bronte. L’attività delle appartenenti alla Congregazione, la cui casa generalizia, fino al 1879 a Mornese, fu poi trasferita da Giovanni Bosco a Nizza Monferrato, si diffuse presto anche fuori dai confini italiani: nel 1877 in Francia (Nizza Marittima) e in America Latina (Montevideo), dando il via a spedizioni di stampo missionaristico che investirono con successo, oltre l’Uruguay e l’Argentina, altri luoghi del continente americano non ancora toccati da missioni, come la Patagonia (1880).
M. aveva appena salutato, nel febbraio 1881, la terza spedizione missionaria in partenza da Marsiglia per la Terra del Fuoco, quando, colta da grave malore, fu trasportata per la convalescenza a Saint-Cyr, e quindi in Italia.
M. morì poco dopo, il 14 maggio 1881, presso la casa generalizia di Nizza Monferrato.
L’istituto femminile (che contava alla sua morte poco meno di 200 religiose e 26 case distribuite tra l’Italia, la Francia, l’Uruguay, e l’Argentina, di cui una in Patagonia) sarebbe divenuto autonomo dal ramo maschile salesiano nel 1907, ottenendo nel 1911 l’approvazione pontificia con incluso il decreto di lode. M. fu beatificata da Pio XI il 20 nov. 1938 e canonizzata il 24 giugno 1951 da Pio XII.
Fonti e Bibl.: Lettere e scritti di M. sono riuniti in Cronistoria dell’Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice, a cura di G. Capetti, I-III, Roma 1974-77; Lettere di s. Maria Domenica Mazzarello, a cura di M.E. Posada, Milano 1975; M.E. Posada - A. Costa - P. Cavaglià, La sapienza della vita. Lettere di Maria Domenica Mazzarello, Torino 1994; P. Cavaglià - A. Costa, Orme di vita, tracce di futuro. Fonti e testimonianze sulla prima comunità delle figlie di Maria Ausiliatrice (1870-1881), Roma 1996. Si vedano ancora: G.B. Francesia, Suor M. M. e i primi due lustri delle figlie di Maria Ausiliatrice, San Benigno Canavese 1906; G. Mainetti, M. M. Profilo, Torino 1933; Id., La prima discepola di s. Giovanni Bosco, Torino 1938; E. Ceria, La beata M. M., confondatrice delle figlie di Maria Ausiliatrice, Torino 1938; G. Favini, Santa M.D. M., confondatrice e prima superiora generale delle figlie di Maria Ausiliatrice, Torino 1951; F. Maccono, Santa M.D. M. confondatrice e prima superiora generale delle figlie di Maria Ausiliatrice, I-II, Torino 1960; M.P. Giudici, Una donna di ieri e di oggi. S. M.D. M. (1837-1881), Torino 1980; L. Castano, Madre M., santa e confondatrice delle figlie di Maria Ausiliatrice, Torino 1981; Attuale perché vera. Contributi su s. M.D. M., a cura di M.E. Posada, Roma 1987; A. Deleidi, La dimensione mariana della vocazione della figlia di Maria Ausiliatrice alle origini dell’Istituto, in Madre ed educatrice: contributi sull’identità mariana dell’Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice, a cura di M.P. Manello, Roma 1988, pp. 27-36; M.E. Posada, Storia e santità. Influsso del teologo G. Frassinetti sulla spiritualità di s. M. M., Roma 1992; D. Agasso, M. M.: il comandamento della gioia, Torino 1993; Un progetto di vita per l’educazione della donna. Contributi sull’identità educativa delle figlie di Maria Ausiliatrice, a cura di P. Cavaglià - P. Del Core, Roma 1994, pp. 67-78, 109-129, 131-162; La maestra delle novizie di fronte alle nuove istanze formative. Approccio interdisciplinare ad una identità complessa, a cura di E. Rosanna - G. Niro, Roma 1995, pp. 21-30, 193-206; L. Castano, Perfezione cristiana in don Bosco e madre M., Torino 1996, pp. 81-111; A. Caviglia - G.B. Lemoyne - A. Kothgasser, M.D. M.: profezia di una vita, Roma 1996; M. Ko - P. Cavaglià - J. Colomer, Da Gerusalemme a Mornese e a tutto il mondo. Meditazioni sulla prima comunità cristiana e sulla prima comunità delle figlie di Maria Ausiliatrice, Roma 1996, pp. 96-173; S. Vrancken, Tempo della scelta. M.D. M. sulle vie dell’educazione, Roma 2000; Enc. cattolica, VIII, p. 134; Bibliotheca sanctorum, VIII, coll. 1061-1063; Diz. degli istituti di perfezione, III, coll. 1609-1613 (s.v. Figlie di Maria Ausiliatrice); V, coll. 950 s. (s.v. M.D. M.); Enc. pedagogica, IV, pp. 7474-7477.