Lefebvre, Marcel. - Ecclesiastico francese (Tourcoing 1905 - Martigny 1991). Sacerdote dal 1929, membro della Congregazione dello Spirito Santo dal 1932, vescovo dal 1947 e arcivescovo dal 1948, fu vicario apostolico (1947-55) e primo arcivescovo (1955-62) di Dakar, delegato per le missioni dell'Africa francese (1948-59), vescovo di Tulle (1962) e superiore generale (1962-68) della sua congregazione. Durante il concilio Vaticano II criticò fortemente rinnovamento liturgico, collegialità episcopale, ecumenismo e libertà religiosa (pur avendo poi sottoscritto tutti i rispettivi documenti). Nel 1969 fondò la Fraternità sacerdotale San Pio X, con un seminario a Écône (Vallese), dove accolse giovani di diverse nazioni. L'impronta decisamente conservatrice e soprattutto la crescente opposizione al Vaticano II provocarono l'ordine di chiusura del seminario (1975), che L. non accettò inasprendo la polemica contro la Curia romana e disattendendo la proibizione di ordinare nuovi sacerdoti e di aprire nuove case, finché nel 1976 fu sospeso a divinis. Con Giovanni Paolo II i rapporti migliorarono e si riaprì il dialogo con Roma, mentre L. lasciava (1983) la guida della Fraternità, della quale rimaneva tuttavia l'indiscusso capo carismatico. Dopo alterne vicende e un tentativo di riconciliazione giunto quasi in porto, nel 1988 L. ordinò quattro vescovi, compiendo un atto scismatico (il primo dopo il concilio Vaticano II) e incorrendo automaticamente nella scomunica. Dopo la morte di L., anche se il suo movimento ha mantenuto un certo seguito negli ambienti più tradizionalisti, molti suoi seguaci sono rientrati nella Chiesa cattolica (i loro rapporti con Roma sono stati regolati dalla Pontificia commissione Ecclesia Dei, istituita a questo scopo nello stesso 1988). Nel gennaio del 2009 papa Benedetto XVI, accogliendo la richiesta di Bernard Fellay, Superiore della Fraternità sacerdotale San Pio X, del dicembre del 2008, ha revocato la scomunica ai quattro vescovi, mediante decreto della Congregazione per i Vescovi. Tale revoca ha suscitato molte polemiche, soprattutto nel mondo ebraico, date le dichiarazioni, negazioniste dell’Olocausto e delle camere a gas, di uno dei quattro vescovi, Richard Williamson.