Chimico tedesco (n. Bochum 1927 - Gottinga 2019). Ha svolto ricerche sui meccanismi di reazione e la cinetica di reazioni molto veloci, e sull'individuazione di composti intermedi molto labili. Particolarmente importanti sono stati anche i suoi studi di biochimica: acidi nucleici e membrane. Nel 1967 ha ricevuto il premio Nobel per la chimica.
Allievo di A. Eucken, ricercatore e docente dapprima presso l'univ. di Gottinga e poi presso l'Istituto Max Planck di biochimica fisica del quale è diventato direttore e presidente. Ha compiuto importanti ricerche in varî campi della chimica fisica, in particolare in quello delle reazioni ioniche in mezzi acquosi; il modello di E., basato sulla incompenetrabilità degli ioni dello stesso segno, è utilizzato per spiegare le interazioni a corto raggio nelle soluzioni elettrolitiche concentrate. Fondamentali le ricerche sulle reazioni chimiche estremamente veloci, effettuate con il metodo di rilassamento, cioè disturbando l'equilibrio del sistema col metodo del salto di temperatura, che consiste nel provocare una brusca variazione di temperatura, per es., di 5÷10 ºC in 10−6 secondi, scaricando attraverso il sistema in esame un condensatore ad alta tensione. Seguendo poi (tramite misure spettrofotometriche o conduttometriche) l'evoluzione del sistema verso le nuove condizioni di equilibrio, è stato possibile risalire allo studio dei meccanismi di reazione (con particolare riferimento alle reazioni di protolisi, di dissociazione dell'acqua, di tautomeria cheto-enolica), alla cinetica di reazioni molto veloci e all'individuazione di composti intermedî molto labili. Le stesse tecniche sono state da lui utilizzate nell'ambito di problemi biochimici (reazioni enzimatiche, trasporto delle informazioni nei nucleotidi, ecc.). Per il suo contributo allo "studio delle reazioni chimiche estremamente veloci disturbando gli equilibrî con impulsi di energia di brevissima durata", gli è stato conferito, insieme con S. W. Warrisch e G. Porter, il premio Nobel per la chimica per il 1967.