MALAYSIA.
– Demografia e geografia economica. Storia. Architettura
Demografia e geografia economica di Silvia Lilli. – Stato dell’Asia sud-orientale. La popolazione stimata da UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs) per il 2014 è di 30.187.896 ab., con una crescita sostenuta (1,6%) che conferma la tendenza positiva degli ultimi decenni. Il tasso di urbanizzazione è elevato (73%) e cresce a ritmi del 2,5%; la capitale, Kuala Lumpur, registra nel 2011 più di un milione e mezzo di abitanti. La percentuale di etnia malese è cresciuta, passando dal 50% nel 2002 al 68% circa nel 2013, e continua ad avere notevoli privilegi in campo economico, come ribadito anche dal nuovo programma di sviluppo economico lanciato nel 2013. Le condizioni di vita della popolazione sono piuttosto buone, con un PIL pro capite a parità di poteri d’acquisto (PPA) di 24.521 $ (2014), una disoccupazione ferma al 3% (2014) e l’accesso garantito quasi per la totalità della popolazione ai servizi sanitari e all’acqua. Permane, tuttavia, una discreta percentuale di analfabetismo (7%). L’economia della M. continua a crescere a ritmo sostenuto: dopo una breve contrazione avvenuta nel 2009 (1,7%), già dal 2010 la crescita si è riportata sui livelli del 5-6%. Tuttavia, la dipendenza dalle esportazioni, specialmente di idrocarburi, rappresenta un rischio strutturale dell’economia malaysiana, che il governo sta tentando di sanare promuovendo la diversificazione delle attività produttive e gli investimenti stranieri. Il turismo si avvale del moderno hub di Sepang, che nel 2012 ha contato 25 milioni di ingressi. Oltre al gas naturale liquefatto (per il quale la M. è il secondo esportatore mondiale) e al petrolio, la cui estrazione può avvalersi di un nuovo giacimento scoperto nel 2012, fondamentale resta il comparto industriale elettronico (le esportazioni di alta tecnologia rappresentano il 43% del totale). Nel complesso, l’industria contribuisce al 41% del PIL e impiega circa il 30% della forza lavoro, mentre l’agricoltura, che pure è un settore significativo, specie nella produzione e lavorazione di caucciù e olio di palma, si attesta intorno al 10% del PIL e della forza lavoro.
Storia di Paola Salvatori. – Il quadro politico della M., caratterizzato dal predominio del Barisan nasional (BN, Fronte nazionale, una coalizione di partiti monopolizzata dalla United Malays national organisation, UMNO), rimase sostanzialmente inalterato pur in presenza di una crescente affermazione delle forze di opposizione. Nelle elezioni politiche del 2008 il BN, infatti, nonostante ottenesse uno dei peggiori risultati elettorali perdendo la maggioranza dei due terzi in Parlamento e il controllo di 5 dei 13 Stati federati, conquistò comunque la maggioranza dei seggi (140 su 222 seggi) e riconfermò Abdullah Ahmad Badawi capo dell’esecutivo. Dopo le elezioni, le forze di opposizione, passate da 19 a 82 seggi, decisero di allearsi e diedero vita alla Pakatan Rakyat (PR, Alleanza popolare) sotto la guida di Anwar Ibrahim. Indebolito dai risultati elettorali e dalle critiche sulla mancata lotta alla corruzione, l’anno successivo Badawi si dimise e gli subentrò Najib Abdul Razak. Questi dovette affrontare negli anni seguenti un rallentamento dell’economia e la crescita delle tensioni interne dovute sia all’inasprimento dei conflitti etnico-religiosi sia alle proteste delle opposizioni che chiedevano riforme politiche e sociali. Le nuove elezioni politiche del 2013 confermarono l’emorragia di voti della coalizione di governo che ottenne 133 seggi a fronte degli 89 del PR. Quest’ultima contestò i risultati elettorali accusando il governo di brogli. L’indebolimento dell’esecutivo, retto dal riconfermato Razak, si tradusse in un irrigidimento della politica interna, sempre più repressiva nei confronti delle forze di opposizione. Nel corso del 2014 vennero operati numerosi arresti di attivisti e giornalisti e il leader dell’opposizione Anwar fu di nuovo incriminato per sodomia, accusa da cui in passato era stato prosciolto e per la quale fu condannato nel febbraio 2015 a cinque anni di reclusione. In politica estera, la M. mantenne buone relazioni con i Paesi dell’area nonostante le tensioni riguardanti il Mar Cinese Meridionale per le rivendicazioni comuni su siti potenzialmente ricchi di petrolio e gas.
Architettura di Francesca Romana Moretti. – Forte di una rapida crescita economica, la M. è ai primi posti tra i nuovi Paesi industrializzati del mondo. Antiche influenze coloniali, tradizioni asiatiche ibridate da ispirazioni islamiche (l’islam è stata la religione ufficiale fino all’indipendenza del 1957), stilemi indiani, si incontrano con il moderno, il postmoderno e la contemporaneità in una singolare mescolanza stilistica che riflette la veloce evoluzione tecnologica di un Paese che risente, sul piano sia sociale sia culturale, del conflitto tra le rapide trasformazioni urbane e il crescente bisogno di preservare il patrimonio storico. Emblematica, in proposito, la controversia sorta in seguito alla demolizione, avvenuta nel 2006, della storica casa coloniale detta Bok House, a un isolato di distanza dalle Petronas Towers (1997, dello studio Pelli, Clarke, Pelli) a Kuala Lumpur, al cui posto, su progetto dello studio statunitense SOM, sorgerà la torre del W Hotel (2011-16).
Alla ricerca di una propria identità rispettosa del ricco contesto paesaggistico, frutto di un clima subequatoriale, con progetti sostenibili che guardano alla valorizzazione di identità, tradizioni e realtà locali all’interno di un orizzonte sempre più globalizzato, la M. ospita molti tra i principali studi di progettazione architettonica dell’Asia sud-orientale. La capitale federale Kuala Lumpur è certamente la città dove maggiormente si registrano gli effetti di tale crescita; oltre alle citate Petronas Towers (che dal 1998 al 2004 costituirono l’edificio più alto al mondo), molti nuovi progetti si stagliano oggi sullo skyline della città: il complesso dell’Empire Damansara (2013), opera dello studio Ong & Ong, formato da cinque torri di residenze, uffici, hotel e spazi commerciali intorno a un villaggio a tema ricostruito con mattoni di riciclo importati dalla Cina; gli edifici polifunzionali dell’Angkasa Raya Development, progettati dallo studio tedesco Büro Ole Scheeren (il cui completamento è previsto per il 2016); le tre torri residenziali di lusso Troika (2011) di Foster+Partners (v.); il POD Exhibition Hall (2011), dello studio romano Nicolet ti Associati; il Mont Kiara retail mall (2010) e lo Starhill Gallery shopping mall (2011), entrambi opera di Spark architects.