maggiorzionale
s. m. Che combina gli effetti dei sistemi elettorali maggioritari e proporzionali.
• [tit.] E se restassimo al «maggiorzionale»? [testo] [...] Maggiorzionale. È il meccanismo vigente oggi in Italia, ossia un maggioritario che conserva tuttavia un quarto di proporzionale, e dunque cumula i difetti dell’uno e dell’altro sistema elettorale. E a quanto pare ce lo terremo a lungo: perché al proporzionale puro non si può più tornare, e perché il maggioritario puro è destinato a rimanere uno dei tanti sogni americani. Ma coraggio, non tutti i mali vengono per nuocere. (Michele Ainis) (Stampa, 20 aprile 1999, p. 4, Interno) • c’è poi, alla fine della giostra, un imperativo categorico che si rivolge alla giostra dei partiti. Cambiate questa legge elettorale, risparmiateci lo strazio del terzo Parlamento nominato anziché eletto. Spazzate via le liste bloccate, e già che ci siete anche questo premio di maggioranza senza soglia minima, un espediente che non aveva osato neppure Mussolini. Rimpiazzatela con un maggioritario puro, con un proporzionale distillato, o se vi pare con un maggiorzionale. Ma fatelo, non foss’altro che per dare senso al vostro ruolo in Parlamento, mentre il governo Monti tira avanti da solo la baracca. (Michele Ainis, Corriere della sera, 13 gennaio 2012, p. 1, Prima pagina) • se i partiti ci obbligassero a votare nuovamente con un sistema che confisca il nostro voto, andrebbero alle urne soltanto i loro militanti. Ma quali sembianze sfoggia il nascituro? L’ecografia non lascia dubbi: sarà un meticcio, un sangue misto. Né un maggioritario puro all’inglese, né un proporzionale puro alla tedesca. Dunque un maggiorzionale, mettiamola così. Come d’altronde è tradizione nella Seconda Repubblica. (Michele Ainis, Corriere della sera, 25 agosto 2012, p. 1, Prima pagina) • L’ultima versione consiste in un sistema anfibio, che non esiste da nessuna parte al mondo. Né maggioritario, né proporzionale, o meglio tutt’e due: un maggiorzionale. L’evoluzione della specie rispetto al Mattarellum, che s’iscriveva pur sempre in una logica maggioritaria, benché temperata dal 25% dei seggi assegnati in proporzione ai voti. Stavolta, invece, il proporzionale genera il 50% dei parlamentari, mentre l’altra metà sbuca da collegi uninominali. È il verdetto di re Salomone, che ordinò di tagliare in due il bambino conteso da due madri. (Michele Ainis, Repubblica, 27 maggio 2017, p. 29, Commenti).
- Composto dagli agg. maggior(itario) e (propor)- zionale.
- Già attestato nella Stampa del 20 aprile 1999, p. 4, Interno (Michele Ainis).