LYKOSOURA (Λυκόσουρα, Λυκοσοῦρα, Αυκοσώρα; Lycosoura)
Località in Arcadia (circa a 7 km ad O di Megalopoli, su un altipiano) nota nell'antichità particolarmente per il santuario di Despoina, divinità ctonia, adorata in Arcadia e talvolta identificata con Kore. L'unica fonte antica per la città e per il santuario è Pausania (viii, 37-38), i cui dati sono stati confermati dagli scavi eseguiti dal 1889 in poi. Il muro di cinta del tèmenos è conservato a E e a N; a N del tèmenos si notano le fondamenta di un portico dorico. Davanti a questo si sono rinvenuti i resti di tre altari da E ad O consacrati a Demetra, Despoina e alla Grande Madre. A 15 m dall'altare più occidentale è il tempio: dorico, prostilo, con una facciata esastila di marmo, su tre gradini, orientato ad E. Esso presenta un prònaos ed una cella posteriore, quasi interamente occupata dalla base del gruppo di culto in marmo scolpito da Damophon di Messene. Il gruppo rappresentava Demetra, Despoina, Artemide ed Anytos; vari frammenti, rinvenuti negli scavi e ora nel Museo Nazionale di Atene, sono riconoscibili in base ad una moneta di Megalopoli che rappresentava il gruppo. Nel muro S vi era una porta laterale che conduceva all'aperto. Nella cella sono resti di un mosaico e davanti al tempio due basi per statue di bronzo. Negli scavi furono scoperte alcune tegole con l'iscrizione Despoinas, databili al 74-66 a. C. Molte basi di donari sono state ritrovate nella parte S del pronao, essendo la parte N del tempio stata distrutta fino alle fondamenta. Dopo varie controversie, il tempio è stato datato al Il sec. a. C.
Sul versante N è ricordato da Pausania un mègaron, in realtà un grande altare monumentale, di cui si sono rinvenuti alcuni resti. Ad O del santuario sono gli avanzi della città, di cui si sono riconosciute le mura (V-IV sec. a. C.), e le fondamenta di un tempio, sotto una cappella bizantina.
Bibl.: Αρχ. Δελτίον, 1889, pp. 122 s.; 153 s.; 170; 202; 225; ibid., 1890, pp. 87 s.; 99; 113; P. Kavvadias, Fouilles de Lycosoura, 1893; B. Leonardos, ᾿Ανασκαϕαὶ τοῦ ἐν Λικοσούρα ἱεροῦ τῆς Δεσποίνης, in Πρακτικὰ, 1896; Πρακτικὰ, 1895, p. 28; 1897, p. 28; 1898, p. 16 s.; 1903, p. 49; 1906, pp. 120; 123; 1907, p. 112 s.; J. Dickins, Damophon of Messene, in Annual of the British School of Athens, XII, 1905-6; Ch. Thallon, The Date of Damophon of Messene, in Am. Journ. of Arch., X, 1906, p. 302 ss.; K. Kouroniotis, Κατάλογος τοῦ Μουσείου Λυκοσούρας. Βιβλιοϑήκη ᾿Αρχαιολογικῆς ῾Εταιρείας, Atene 1911; Meyer, in Pauly-Wissowa, XIII, 1926, cc. 2417-32, s. v.; W. B. Dinsmoor, The Architecture of Ancient Greece, Londra 1950, p. 287. Vedi inoltre la bibl. citata s. v. Damophon.