SFONDRATI, Luigi (in religione Celestino)
– Nacque a Milano il 10 gennaio 1644 da Valeriano, marchese e commissario generale dell’esercito spagnolo in Italia, e da Paola Camilla Marliani.
Fu quinto di sette figli (Ercole, Valeriano-Carlo Filippo, Francesco, Paolo, Luigi-Celestino, Lucrezia, Giovanni Battista).
Il fratello Valeriano, entrato fra i barnabiti, prese il nome di Carlo Filippo e divenne vescovo di Volterra (1677-80). Nella sua famiglia si contavano due cardinali (Francesco e Paolo) e un papa (Gregorio XIV).
Per volontà della madre e con l’interessamento del nunzio in Svizzera Carlo Carafa, entrò dodicenne alla scuola di Rorschach, sul lago di Costanza, appartenente al monastero di S. Gallo. In S. Gallo emise i voti monastici (26 aprile 1660) prendendo il nome di Celestino, ricevette gli ordini minori (14 maggio 1665), il suddiaconato (19 settembre 1665), il diaconato (24 settembre 1667) e l’ordinazione sacerdotale (26 aprile 1668). Divenuto lettore di teologia (15 gennaio 1671), insegnò teologia in Svevia, al capitolo di Kempten (1667) e fu maestro dei novizi a S. Gallo (1675). Il 18 ottobre 1678 divenne lettore di diritto canonico, quindi dall’abate Gallus Alt fu inviato a Salisburgo, dove si addottorò in teologia e in utroque iure all’università benedettina (1679), divenendo poi professore di diritto ecclesiastico (1680-82). Dopo fu a S. Gallo, come vicario generale (1683), poi confessore del monastero di St. Wiborada a Sankt Georgen e, infine, a Rorschach, dove, mentre si dedicava ai suoi scritti, curò la cappellania di Untereggen.
Il 30 ottobre 1686 fu chiamato da Innocenzo XI a occupare la sede episcopale di Novara, ma rinunziò, perché eletto principe-abate di S. Gallo (17 aprile 1687). Da abate, per migliorare i collegamenti con i cantoni cattolici della Confederazione Elvetica, predispose la costruzione di una strada sul passo del Ricken. Si adoperò per recuperare all’abbazia la proprietà di Massino, in Lombardia, ma senza successo. All’interno del principato promosse l’istruzione elementare e l’ostetricia, durante la carestia del 1689 si prodigò per i poveri e durante il contagio del 1692 per gli appestati (Instructio practica, de officio parochorum aliorumque curatorum pro tempore pestis expositorum, [San Gallo] 1692). L’8 maggio 1690 celebrò un sinodo a Rorschach (Acta et decreta conventus generalis clericorum territorii S. Galli in ecclesia Rosacena celebrati, [San Gallo] 1768).
Creato cardinale prete del titolo di S. Cecilia da Innocenzo XII nel Concistoro del 12 dicembre 1695, rinunziò all’abbaziato e si trasferì a Roma.
Morì per cancro, a Roma, il 4 settembre 1696, mentre era ricoverato in un ospizio nei pressi della casa di probazione dei gesuiti di S. Andrea al Quirinale. Fu sepolto nella sua chiesa titolare in Trastevere. Il cuore è custodito nell’abbazia di S. Gallo.
Opere. Concorse in forma anonima ai dieci tomi del Cursus theologicus in gratiam et utilitatem fratrum religiosorum S. Galli impressus ([San Gallo] 1670). Pubblicò, ma dapprima con lo pseudonimo di Eugenio Lombardo, la sua opera più nota, il Regale sacerdotium Romano Pontifici assertum (San Gallo 1684), a difesa dell’autorità pontificia e contro il gallicanesimo dei quattro articoli. Allo stesso tema dedicò anche la Gallia vindicata ([San Gallo] 1687). In essa contrastava il Traité historique (1685) dell’erudito ex gesuita Louis Maimbourg, che si era schierato per le libertà gallicane (e quindi per la Dichiarazione del clero del 1682), negando l’infallibilità personale del papa, sostenendo il primato del Concilio e contestando parimenti il potere del papa sui re. A difesa dell’autorità pontificia intervenne pure con un trattatello anonimo sul ‘quartiere franco’ a Roma: Legatio marchionis Lavardini Romam, eiusque cum Romano Pontifice Innocentio undecimo, dissidium (1688). Anonimo apparve anche un altro breve trattato, Nepotismus theologice expensus ([San Gallo] 1692), sollecitatogli da Innocenzo XII per evidenziare con argomenti storico-teologici i danni apportati dal nepotismo, che egli intendeva condannare, come fece. Con la ricostruzione fatta, citando anche esempi recenti a tutti noti e dileggiati da Pasquino, egli presentava il nepotismo come una iniuria Crucifixi, dannosa alla Chiesa, alle sue finanze, alla sua reputazione e agli stessi pontefici. Il nepotismo andava condannato perché illecito (uso improprio dei beni), iniquo (ingiusto verso i meritevoli), simoniaco (accordi previ in conclave), corruttivo (a danno dei fedeli) e infamante (per gli argomenti che offriva agli eretici). Sempre anonimo fu stampato l’opuscolo Baptismi necessitas (1694). Trattò invece dell’immacolato concepimento della Madonna nella Innocentia vindicata ([San Gallo] 1695). Da cardinale pubblicò pure il Cursus philosophicus monasterii S. Galli, in tre tomi ([San Gallo] 1695-1696). Apparve postumo, patrocinato dal futuro Clemente XI, il cardinale Giovanni Francesco Albani, il Nodus praedestinationis ex sacris litteris, doctrinaque SS. Augustini, & Thomae, quantum homini licet, dissolutus (Romae 1696), contro il giansenismo. L’opera gli procurò da parte di Jacques-Bénigne Bossuet (lettera del 23 febbraio 1697) e di altri accuse di quietismo, che Innocenzo XII non volle raccogliere. Suscitò molte discussioni anche nel Collegio cardinalizio (mentre Louis-Antoine de Noailles ne voleva la condanna, Giulio Gabrielli lo difese).
Fonti e Bibl.: Il testamento, con cui lasciò i suoi beni al monastero di appartenenza, si conserva nella Biblioteca comunale di Como, fondo Famiglia Sfondrati, b. 34, f. 6. Per l’archivio degli Sfondrati, che è presso la Società storica lombarda: G. Riitano, L’archivio della famiglia Sfondrati. Analisi, riordinamento, descrizione e studio dell’intero complesso archivistico della famiglia, tesi di dottorato, Università degli studi di Milano, a.a. 2005-07. Per la documentazione archivistica svizzera: R. Gustapane, Le fonti archivistiche relative alla vita e all’opera politica di Celestino I Sfondrati (1644-1696) abate di St. Gallen e cardinale, Lecce 2004, e la sintesi con lo stesso titolo, in Schatzkammer Stiftsarchiv St. Gallen. Miscellanea Lorenz Hollenstein, a cura di P. Erhart, Dietikon-Zürich 2009, pp. 83-86.
Corriere Ordinario [di Roma], 26 settembre 1696; G.M. Gabrielli, Dispunctio notarum quadraginta quas scriptor anonymus Eminentissimi Card. Caelestini Sfondrati libro, cui titulus Nodus praedestinationis, quantum homini licet, dissolutus, inussit, Coloniae Agrippinae 1698; F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, II, 1, Mediolani 1745, coll. 1358-1361; M. Ziegelbauer, Historia rei literariae Ordinis S. Benedicti, III, Augustae Vind. et Herbipoli 1754, pp. 416-420; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della Santa Romana Chiesa, VIII, Roma 1794, pp. 44-46; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, IV, Milano 1833, pp. 412, 722; G. Cappelletti, Le Chiese d’Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, XIV, Venezia 1858, pp. 522, 529; M. Sattler, Collectaneenblätter zur Geschichte der ehemaligen Benedictineruniversität Salzburg, Kempten 1890, pp. 237-245; J. Hälg, Coelestin Sfondrati, Fürstabt von St. Gallen und Kardinal (1644-1696). Apologiegeschichtliche Studie über dessen Bedeutung im Kampfe der Kirche gegen den Gallikanismus, Romae 1942; W. Vogler, Emblematics and theology. The function of the emblem in Coelestine Sfondrati’s Innocentia vindicata, in Emblematica. An interdisciplinary journal for emblem studies, VIII (1994), 1, pp. 133-148; Id., Eine unbekannte emblematische Festschrift für Cölestin Sfondrati von 1687, in Studien und Mitteilungen zur Geschichte des Benediktinerordens und seiner Zweige, 2001, vol. 112, pp. 329-345; Id., Eine Biographie Kardinal Cölestin Sfondratis aus dem 18. Jahrhundert, in Scripturus vitam. Lateinische Biographie von der Antike bis in die Gegenwart. Festgabe für Walter Berschin zum 65. Geburtstag, a cura di D. Walz, Heidelberg 2002, pp. 1157-1172; F. Benigno, Ripensare il quietismo papale nel Seicento, in Storica, XII (2006), 35-36, pp. 93-113; W.F. Jungi - B. Hammer, Kurzes Glück und langes Leiden. Das traurige Schicksal des Fürstabts und Kardinals Coelestin Sfondrati (1644-1696). Eine medizin-historische Interpretation seines Krebsleidens aus heutiger Sicht, in K. Schmuki et al., Zeit für Medizin! Einblicke in die St. Galler Medizingeschichte, St. Gallen 2011, pp. 25-28; H. Economopoulos, Copiare Raffaello. Il cardinale Sfondrati, Reni e le due versioni dell’Estasi di Santa Cecilia, in Prìncipi di Santa Romana Chiesa. I cardinali e l’arte, a cura di M. Gallo, Roma 2013, pp. 43-56; A. Hahnl, Die alte Salzburger Benediktiner-Universität als Musenberg. Ein seltenes Salzburger Panegyricum von 1687 für Fürstabt Cölestin Sfondrati O.S.B. von St. Gallen, in Germania Monastica. Festschrift für Ulrich Faust OSB zum 80. Geburtstag, a cura di K. Birnbacher - S. Haering, Sankt Ottilien 2015 , pp. 261-276.