MARCHESE, Luigi
Attivo nel Regno di Napoli e in particolar modo nella capitale dal 1789 al 1814, del M. - considerato dalla storiografia contemporanea uno dei più "interessanti cartografi napoletani" dell'epoca (Valerio, 1997, p. 163) - non si hanno dati anagrafici.
Benché alcuni aspetti della sua opera professionale fossero stati segnalati già alla fine dell'Ottocento (Capasso; Blessich) e presentati pubblicamente per la prima volta nel 1930, in occasione di una mostra sulla tradizione topografica napoletana (Re, L. M. nella cartografia…), la piena riscoperta del M. è avvenuta solo nell'ultimo ventennio del Novecento, in seguito al ritrovamento e allo studio di nuove fonti documentarie che hanno consentito di delineare con maggiore dettaglio la sua attività di cartografo reale e di ingegnere camerale (Alisio, 1983; Bile; Valerio, 1993); mentre alla fine degli anni Novanta risalgono altri, e fino a quel momento inediti, aspetti del suo profilo curricolare relativi sia a importanti incarichi che egli svolse in Molise dopo il sisma del 1805 (Esposito - Laurelli - Porfido), sia agli ultimi impegni che assunse nel Regno di Napoli durante il decennio francese (Buccaro, 2000). Più recente è, infine, il rinvenimento di ulteriori fonti iconografiche dei primi anni dell'Ottocento, che risalgono alla fase di più intensa produzione del M. e che si conservano presso il Museo campano di Capua (Jacazzi; Cirillo; Pezone) e la Società napoletana di storia patria (Iuliano; Parisi).
Formatosi presso lo studio dell'ingegnere militare G. Bompiede, nel 1789 il M. fece istanza per essere impiegato in qualità di ingegnere aiutante presso la segreteria di Stato di Casa reale; ma nello stesso anno, per intercessione del ministro J. Acton, fu assunto presso l'officina topografica del geografo padovano G.A. Rizzi Zannoni, dove peraltro aveva già condotto un proficuo periodo di apprendistato, lavorando in qualità di "rilevatore" alla realizzazione dell'Atlante geografico del Regno di Napoli, una delle più imponenti imprese cartografiche dell'epoca in Europa, iniziata nel 1781 e completata nel 1812.
Nel laboratorio di Rizzi Zannoni il M. fu destinato fino al 1793 prevalentemente al rilievo topografico e alla restituzione cartografica di alcuni comprensori territoriali dell'Italia meridionale e insulare. Con il procedere della campagna di rilevamento, egli fu infatti impegnato nella realizzazione delle tavole della Topografia dell'Agro napoletano, delle paludi Pontine, ai confini nordoccidentali del Regno, e delle valli di Montoro e Tramonti, situate rispettivamente nell'Avellinese e nel Salernitano, a quel tempo appartenenti entrambe alla provincia di Principato Ultra.
Contemporaneamente, il M. svolse nel Regio Officio topografico altre mansioni, in particolare, nel 1791, la miniatura e la coloritura a tempera di alcuni esemplari della pianta della città di Napoli, realizzata da Rizzi Zannoni e incisa da G. Guerra nel 1790; nello stesso anno, il rilievo e il disegno del bosco reale di Portici, primo di una fortunata serie di rappresentazioni dei "reali siti" borbonici, che impegnò il M. soprattutto agli inizi dell'Ottocento; nel 1791-92, le bozze per un atlante della Sicilia, commissionato dal sovrano, ma mai portato a termine.
L'interruzione, nel 1794, dei lavori topografici per l'Atlante geografico del Regno, segnò la fine dei rapporti di lavoro del M. con la Reale Officina topografica e, dunque, anche la sua separazione professionale da Rizzi Zannoni; dalla fine dell'anno precedente il M. aveva cominciato a lavorare a una pianta della città di Napoli in venti "pezzi" (tavole) che condusse a termine nel 1798 e che firmò dichiarandosi ufficialmente, e per la prima volta, "regio ingegnere camerale" (Bile, p. 17).
Direttamente connessi alla redazione della pianta di Napoli del 1798 sono alcuni importanti incarichi che il M. assunse alla fine del Settecento in seno alle due soprintendenze della Decima e della Polizia. Nell'ambito della prima, istituita nel 1796 come regia giunta con il preciso scopo di regolare il sistema di riscossione di un'imposta straordinaria di 1/10 sulle rendite da beni mobili e immobili, il M. avviò la produzione di un cospicuo numero di rilievi topografici dell'Agro napoletano e di quello aversano, base necessaria per una più efficace conoscenza del territorio soggetto alla nuova tassazione.
Per conto della soprintendenza della Polizia, istituita nel 1792 come segreteria di Stato e nel 1798 trasformata in direzione generale di Polizia, l'opera del M., dovendo rispondere a una rinnovata istanza di controllo sociale dello spazio urbano, si tradusse nella costruzione di uno strumento cartografico in grado di garantire con maggiore rispondenza al vero quella biunivocità di relazioni esistente tra il rilievo fisico del territorio e la sua registrazione statistico-descrittiva, e dunque nella realizzazione di tavole corredate da informazioni dettagliate sulla toponomastica e sulle più importanti sedi di istituzioni civili, religiose e militari di Napoli. Lo strumento, in definitiva, rispondeva alla duplice funzione di controllo fiscale e giuridico-amministrativo della città, ma fu portato a compimento solo nei primi anni dell'Ottocento, per ragioni probabilmente legate ai disordini politici scaturiti dalla breve parentesi repubblicana (1799).
Redatta in meno di cinque anni (dicembre 1793-98), la prima pianta di Napoli del M. constava di un quadro di unione ("Indice dimostrativo della pianta della città di Napoli") e di venti tavole di dettaglio, corrispondenti ai dodici quartieri della città più otto rilievi dei dintorni della capitale. Le venti tavole, esposte nel 1930 in una mostra curata dall'Archivio di Stato di Napoli, andarono disperse nel secondo conflitto mondiale; il quadro d'unione fu invece reso noto nel 1983. Questi disegni costituirono, seppure attraverso successivi stadi di aggiornamento della consistenza insediativa del territorio (di ordine amministrativo, oltre che fisico), la principale fonte di rappresentazione cartografica della città di Napoli e dei suoi quartieri fino all'Unità d'Italia.
Con la prima Restaurazione del Regno di Napoli (1800-05), il M. riprese e proseguì gli incarichi governativi assunti, consolidando notevolmente il proprio prestigio professionale. Per la soprintendenza della Decima portò a compimento tra il 1800 e il 1803, con l'ausilio di tecnici specializzati posti alle sue dirette dipendenze, la campagna di rilevamento dei numerosi casali presenti nell'Agro napoletano e nella provincia di Terra di Lavoro, producendo un numero considerevole di tavole, alcune delle quali consegnate all'ufficio competente con cadenza quasi bisettimanale.
Nel 1802 il M. concluse per la giunta dei Siti reali la sistematica restituzione cartografica delle cosiddette "reali delizie" di Portici, Resina, Capodimonte e Astroni, per un numero complessivo di sette disegni, oggi conservati a Napoli presso il Museo nazionale di Capodimonte. Contemporaneamente, egli consolidò la propria posizione di ingegnere al servizio della soprintendenza generale di Polizia, la cui direzione era stata affidata al duca d'Ascoli Troiano Marulli, distintosi nella provincia pugliese per aver condotto, durante le sommosse del 1799, dure azioni di repressione antigiacobina.
Nel 1804, attingendo sistematicamente alle piante già redatte per fini fiscali per la soprintendenza della Decima (1798), il M. completò per la Polizia le piante dei dodici quartieri di Napoli con il relativo quadro d'unione.
Nell'ambito della vasta produzione cartografica elaborata dal M. nel breve periodo di un quinquennio, particolare interesse rivestono, oltre alle sette tavole realizzate per la giunta dei Siti reali, le carte generali e i fogli di unione delle piante dei dodici quartieri di Napoli e dei casali: ovvero "l'intero territorio della città di Napoli e suoi trentatré casali" (1802), la "città e territorio di Napoli" (1803), la "città di Napoli secondo lo stato attuale divisa in dodici quartieri" (1804), tutti caratterizzati da un apparato decorativo di notevole qualità formale e per questo motivo, molto probabilmente, da considerare esemplari destinati alla "rappresentanza reale", così come risulta, del resto, per il quadro d'unione del 1798 e per una copia delle piante di dettaglio dei dodici quartieri di Napoli (1804). La produzione cartografica più matura del M. mostra in definitiva sia le sue elevate capacità tecnico-scientifiche di ingegnere topografo, in grado di seguire il prodotto cartografico dalle prime fasi di rilievo fino alla sua definitiva restituzione (Valerio, 1997), sia, attraverso un repertorio figurativo particolarmente sensibile al gusto neoclassico del tempo (Arbace), quelle pittoriche, doti generalmente non comuni per uno specialista del suo settore.
Dal 26 luglio 1805 il M. fu infine chiamato da G. Giannoccoli, avvocato fiscale della Real Camera della Sommaria, a dirigere in Molise le opere di soccorso e di primo intervento nelle città colpite dal "terremoto di s. Anna". In qualità di ingegnere della Real Camera della Sommaria, il M. fu infatti impegnato a Isernia e nei centri minori di quel circondario, a dirigere lavori di sgombero delle macerie, di ripristino dei principali collegamenti viari e soprattutto di rilievo topografico di alcuni centri urbani della zona. Di questo lavoro l'unica testimonianza nota è la pianta della città di Isernia del 1805, firmata dal M. e conservata presso la Società napoletana di storia patria.
Un'ultima opera condotta a termine dal M. prima dell'avvento dei Napoleonidi, è la pianta della città di Ascoli Satriano, che egli dedicò nel 1806 al duca Troiano Marulli, con il quale aveva condiviso in parte anche l'esperienza postsismica in Molise e al quale era legato verosimilmente da vincoli di amicizia e di fede politica. Non a caso con la conquista del Regno da parte di Giuseppe Bonaparte, a Marulli, esiliato in Sicilia al seguito di Ferdinando di Borbone, furono confiscati tutti i beni, e al M. per alcuni anni non fu rinnovato alcun incarico ufficiale, né nell'ambito del nuovo Officio topografico, che Gioacchino Murat (re dal 1808) affidò alle dirette dipendenze del ministero della Guerra assecondando le istanze di militarizzazione del laboratorio fondato da Rizzi Zannoni, né in seno all'antica Real Camera della Sommaria, abolita e trasformata in Regia Corte dei conti.
Tuttavia, a una sua possibile iniziale esautorazione è probabile che sia seguito un graduale processo di avvicinamento alle istituzioni create dal nuovo governo per realizzare la riforma del sistema fiscale del Regno, come attestano le piante dei dodici quartieri di Napoli redatte con firma, non autografa, del M. nel 1813 e soprattutto la presenza del M., nel 1814, tra i "controllori delle contribuzioni dirette" nominati dal Decurionato per svolgere a Napoli i compiti disposti dalla legge dell'8 nov. 1806 sul nuovo Catasto urbano (Buccaro, 2000, pp. 24 s.; Jacazzi, p. 326).
Non sono noti né il luogo, né la data di morte del Marchese.
Fonti e Bibl.: Notiziario ragionato del Sacro Regio Consiglio e della Real Camera di S. Chiara, Napoli 1802, pp. 259 s., 263; B. Capasso, Sulla circoscrizione civile ed ecclesiastica e sulla popolazione della città di Napoli dalla fine del sec. XIII fino al 1809, in Atti dell'Accademia pontaniana, XV (1883), pp. 76, 81; A. Blessich, Un geografo italiano del secolo XVIII: Giovan Antonio Rizzi Zannoni (1736-1814), in Boll. della Soc. geografica italiana, XXXV (1898), p. 57; E. Re, L. M. nella cartografia napoletana della fine del '700 e del principio dell'800…, Atti del Convegno…, II, Napoli 1930, pp. 277-279; Id., La cartografia di Napoli. Le piante dei dodici quartieri di L. M., in Boll. del Comune di Napoli, Napoli 1930, nn. 5-6, pp. 6-15; Catalogo della mostra di topografia napoletana in onore di Bartolomeo Papasso…, a cura di F. Rubino Mazziotti, Napoli 1930, pp. 7 s.; A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, Napoli 1961, pp. 87-89, 134, 174 s.; R. Di Stefano, Storia architettura e urbanistica, in Storia di Napoli, IX, Napoli 1971, pp. 668, 730; G. Alisio, Urbanistica napoletana del Settecento, Bari 1979, p. 46; Id., Cartografia napoletana dal 1781 al 1889. Il Regno, Napoli, la Terra di Bari, a cura di G. Alisio - V. Valerio, Napoli 1983, p. 169; A. Buccaro, ibid., p. 173; La città di Napoli tra vedutismo e cartografia. Piante e vedute dal XV al XIX secolo, a cura di G. Pane - V. Valerio, Napoli 1988, p. 346; U. Bile, L. M. ingegnere camerale, in Napoli 1804: i siti reali, la città, i casali nelle piante di L. M., a cura della Soprintendenza per i Beni artistici e storici di Napoli, Napoli 1990, pp. 17-24; R. Muzii, Una "traccia" per la città di Napoli nei disegni di L. M. recuperati a Capodimonte, ibid., pp. 25-30; L. Arbace, Note sull'apparato decorativo delle piante di L. M., ibid., pp. 31-42; L. Di Mauro, Un inventario della "Napoli sacra": le piante dei quartieri di L. M. e la città attuale, in Scritti di storia dell'arte…, Napoli 1991, pp. 109-115; V. Valerio, Società uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze 1993, pp. 558-562; V. Valerio, L. M., tecnico ed artista dell'ancien régime, in Civiltà dell'Ottocento. Architettura e urbanistica (catal.), a cura di G. Alisio, Napoli 1997, pp. 163-167; E. Esposito - L. Laurelli - S. Porfido, Calamità e politiche emergenziali durante la prima Restaurazione: il terremoto di s. Anna, in Riv. stor. del Sannio, 1999, n. 12, pp. 180, 182, 184 s., 194-197, 210 s.; A. Buccaro, Il sistema catastale nello Stato napoletano e in Italia: dal metodo "descrittivo" murattiano al rilevamento geometrico-parcellare postunitario, in G. Alisio - A. Buccaro, Napoli millenovecento. Dai catasti dell'Ottocento ad oggi: la città, il suburbio, le presenze architettoniche, Napoli 2000, pp. 21-26; R. Middione, in Vedute napoletane della fondazione Maurizio e Isabella Alisio (catal.), a cura di G. Alisio - N. Spinosa, Napoli 2001, pp. 107 s.; V. Valerio, Costruttori d'immagini. Disegnatori, incisori e litografi nell'Officio topografico di Napoli (1781-1879), Napoli 2002, pp. 117-121; O. Cirillo, "A nord del Vesuvio": i casali di Somma nelle piante di L. M., insediamenti rurali e monastici, in Napoli-Spagna. Architettura e città nel XVIII secolo, a cura di A. Gambardella, Napoli 2003, pp. 293-298, 311; D. Jacazzi, La Regia giunta della Decima e le planimetrie di L. M. dei casali di Somma, ibid., pp. 317-332; G.M. Pezone, I casali di Pollena e di Trocchia nelle piante di L. M. e gli interventi borbonici per la "lava di Pollena", ibid., pp. 333-346; M.L. Alvino, in Scienziati-artisti. Formazione e ruolo degli ingegneri nelle fonti dell'Archivio di Stato e della facoltà di ingegneria di Napoli (catal.), a cura di A. Buccaro - F. De Mattia, Napoli 2003, p. 142; B. Marin, Les polices royales de Madrid et de Naples et les divisions du territoire urbain (fin XVIIIe - début XIXe siècle), in Revue d'histoire moderne et contemporaine, L (2003), 1, pp. 95, 98; Id., Rappresentare i quartieri: amministrazione e cartografia. Prime riflessioni su Parigi, Madrid e Napoli, in Tra Oriente e Occidente. Città e iconografia dal XV al XIX secolo. Atti del Convegno…2003, Napoli 2004, pp. 63-65; A. Buccaro, "De' contorni di Napoli". La cartografia della provincia tra Settecento e Novecento, in Iconografia delle città in Campania. Napoli e i centri della provincia, a cura di C. de Seta - A. Buccaro, Napoli 2006, pp. 22, 26; M. Iuliano, ibid., pp. 154-158; R. Parisi, Architetture e centri urbani. Modelli, pratiche e scenari, in Storia del Molise in età contemporanea, a cura di G. Massullo, Roma 2006, pp. 270 s.