CROTTI, Luigi
Nato a Milano da Lucolo intorno al 1400, risulta attivo a partire dal secondo decennio del secolo. Quando il duca di Milano, Filippo Maria Visconti, si inserì nella intricata situazione di Forlì - che nel maggio 1423 era insorta contro la vedova di Giorgio Ordelaffi, il quale morendo aveva affidato al duca la tutela del figlio Tebaldo -, da Lugo di Romagna arrivò in città il condottiero milanese Sicco Montagnana con mille cavalli; con lui in qualità di commissario ducale era il Crotti. Di ambedue tentò di impadronirsi successivamente la vedova Ordelaffi, Lucrezia Alidosi, riparata nel giugno a Forlimpopoli, ma il suo tentativo fallì. Mentre questa espansione del Visconti in Romagna provocava l'inizio di due spedizioni militari milanesi, una contro Firenze, l'altra contro gli Aragonesi, il C. diveniva governatore di Forlì.
Non sappiamo come il C. abbia fatto fronte ai gravi problemi della sua carica. Comunque per suo ordine nel febbraio del 1425 furono fatti impiccare tredici provisionati che avevano tentato di provocare un tumulto. Assolse anche con decisione e abilità al compito di restituire la città al papa nel 1426. Ben deciso a non tollerare disordini che potessero sorgere per la "motacione dello stato", il C. fece alloggiare fuori di Forlì il legato papale venuto per prendere possesso della città, in modo che le consegne potessero essere fatte il più rapidamente e discretamente possibile. Si premunì inoltre dal pericolo di contestazioni, essendosi accordato con il legato che non potesse essergli "domandato cosa alcuna". Dei resto aveva fatto esporre avvisi perché coloro che pensavano di poter esigere qualcosa si presentassero entro sei giorni e potessero essere così soddisfatti.
Dopo la coalizione contro il Visconti di Firenze, Venezia, l'Este, il Gonzaga ed infine Amedeo VIII di Savoia, il 30 dicembre dello stesso 1426 si era giunti ad un'effimera pace. L'azione diplomatica del duca di Milano si indirizzò allora con decisione a staccare il Savoia dalla lega, perché il dominio visconteo non dovesse subire una doppia e contempoporanea pressione da Oriente e da Occidente. Il Visconti fece allora al duca di Savoia una grandissima offerta, quella di Salussola, un luogo fortificato incuneato nel territorio savoiardo. Per perfezionare questa donazione furono inviati da Filippo Maria, nel febbraio 1427. Guarniero Castiglioni ed il C., ma quello di Salussola era soltanto un pretesto per addivenire ad un accordo di ampia portata. I due oratori dovevano infatti offrire Vercelli, promettere che il Visconti avrebbe lasciato Asti al duca d'Orléans, chiedere in matrimonio una figlia del duca in cambio di un patto di alleanza e di mutua difesa. La missione durò pochi giorni e non ebbe risultati immediati, né avrebbe potuto, vista la complessità delle questioni in ballo, ma pose le basi per la firma dell'accordo, che avvenne verso la fine del medesimo anno. Il 30 giugno il C., insieme con Filippo Provana e P. C. Decembrio, aveva ricevuto la procura per trattare il matrimonio e la pace, ché intanto era iniziata la seconda campagna militare del Savoia contro Milano. Il 3 novembre furono inviati a Torino il Provana, Franchino Castiglioni, Bartolomeo Capra, il C. e G. Gallina. La firma del trattato di alleanza e degli altri atti avvenne il 2 dicembre. Il C. fu procuratore anche per la ratifica delle varie clausole da parte del Visconti e per ricevere la ratifica da parte del Savoia. Ricevette anche da Amedeo VIII in ricompensa della sua partecipazione alle trattative, che si erano protratte così a lungo, 12 sciphos. Quando all'inizio dell'aprile del 1428 passarono da Milano gli oratori sabaudi per recarsi a Ferrara, ove si trattava la pace fra Milano e la lega, che sarebbe avvenuta il 19 aprile, e della ratifica della quale il C. stesso sarebbe stato procuratore insieme con il Castiglioni, il C. assistette all'udienza concessa loro dal Visconti.
Il duca di Milano sul lato occidentale dello Stato aveva però un'altra spina, il marchesato del Monferrato. Il Paleologo aveva allora imbastito trattative di alleanza sia con il Visconti sia con la lega, cosicché quando Venezia il 3 giugno nominò il Monferrato fra i suoi collegati, mentre questo aveva stretto un trattato con Milano il 6 aprile, il duca di Milano volle raccogliere una documentazione prevedendo che le reciproche cattive relazioni sarebbero peggiorate. Il 6 luglio un notaio raccolse le dichiarazioni di alcuni consiglieri ducali, fra cui il Crotti.
Mentre si procedeva verso la guerra fra il Monferrato e Milano, pur non cessando le trattative diplomatiche, in cui la Savoia era gran parte, il C. continuò ad occuparsi delle questioni relative a questi due Stati. Ebbe infatti l'incarico di ricevere l'adesione per il luogo di Frinco di Giovanni Turco, capitano generale del marchese del Monferrato, che poi finì impiccato per tradimento il 19 dic. 1430. Venuti Milano ed il Monferrato alla guerra, il 18 dic. 1431 contro quest'ultimo si alleò con Milano anche la Savoia. Fra le ultime clausole del trattato ce ne fu una per cui furono date in feudo varie località, con l'approvazione del duca di Savoia, a Francesco Barbavara, al C. e a Gianfrancesco Gallina.
Il 4 marzo 1432 il C. fu uno degli incaricati del Visconti di ricevere gli inviati del duca di Savoia, che nel frattempo si era accordato con il Monferrato. Amedeo VIII voleva dal Visconti l'autorizzazione per giungere alla pace e per l'interruzione delle ostilità. Con il permesso del duca di Milano giunsero nella città anche gli ambasciatori monferrini e cominciarono le trattative, che furono condotte sempre dal Visconti per mezzo del C., del Barbavara e dei Gallina. Esse si protrassero fino al 16aprile, ma non ebbero un esito positivo. Il C. fu pure fra i consiglieri che il Visconti inviò agli oratori sabaudi di passaggio a Milano, dove giunsero il 27 ott. 1432. Alla fine del maggio 1434 un'altra ambasceria sabauda giunse a Milano con l'intento di stringere un patto di alleanza fra i due Stati, ma al C., che aveva cominciato a trattare insieme con Franchino Castiglioni e con Gian Antonio di Bressano a nome del Visconti, subentrò nelle trattative, che portarono all'accordo firmato il 9 ottobre ad Abbiategrasso, il fratello Lancellotto. Il 7 ottobre il C. era stato procuratore del duca nel "foedus renovatum et reformatum" stretto da Milano con il Popolo romano.
Il C. era governatore di Genova nel 1435 e quando nel dicembre fu nota la decisione del Visconti di liberare Alfonso d'Aragona, preso prigioniero nell'agosto nella battaglia di Ponza, la città si ribellò. Il C., con il nuovo governatore, Erasmo Trivulzio. e con Biagio Assereto, riparò in Castelletto, che però alla fine del gennaio 1436 si arrese. Almeno dal 1429 il C. era stato segretario e dal 1434 consigliere ducale. Dal 29 giugno 1433 al febbraio 1447 firmò settanta atti e per gli anni 1437-40 e 1445-47 fu sigillatore ducale. Fu procuratore per innumerevoli atti e sembra sia stato addetto alle infeudazioni: aveva infatti presso di sé, per volere del duca, una copia delle norme per la concessione dei feudi.
Del C. si ignora la data di morte.
Fu uno dei protettori dei Panormita, presentatogli da Bartolomeo Capra, amico di Maffeo Vegio, di P. C. Decembrio e di F. Filelfo, che lo pose come interlocutore nel suo secondo Convivio (Convivia Mediolanensia, Mediolani 1483-84; I. G. I., n. 3881).
Fonti e Bibl.: P. C. Decembrio, Opuscula historica, in Rer. Ital. Scritt., 2ed., XX, 1, a cura di A. Butti-F. Fossati-G. Petraglione, pp. 45, 47, 217, 352, 392 (con ulteriore bibl.); F. Gabotto, La guerra fra Amedeo VIII di Savoia e F. M. Visconti, in Boll. della Soc. Pavese di storia patria, VIII (1908), pp. 383, 385; IX (1909), pp. 20, 35; F. Cognasso, L'alleanza sabaudo viscontea contro il Monferrato nel 1431, in Arch. stor. lomb., XLII (1915), pp. 293, 315, 613, 630, 632, 637; Id., L'alleanza sabaudoviscontea contro Venezia nel 1434, ibid., XLV (1918), pp. 184, 364 s., 383; G. Resta, L'epist. del Panormita, Messina 1954, pp. 98, 103, 148, 176; Id., Il ducato visconteo..., in Storia di Milano, VI, Milano 1955, pp. 203, 242, 315; Id., Istituz. comunali e signorili..., ibid., p. 494; G. Soldi Rondanini, Ambasciatori e ambascerie..., in Nuova Rir. stor., XLIX (1965), p. 329; M. F. Baroni, I cancellieri di Giovanni Maria e di Filippo Maria Visconti, ibid., L (1966), pp. 374, 407 s.; P. O. Kristeller, Iter Italicum, I, pp. 9, 204; II. pp. 198, 362, 397, 497.